Lotta alle mafie: “Prima che repressiva sia sociale, educativa, culturale, etica”
"Mai come in questo frangente storico – osserva don Ciotti -, nonostante il grande impegno di magistratura e forze di polizia, le mafie sono forti e potenti. Potenti perché insediate in un sistema economico e finanziario che, se non criminale, è criminogeno e che, se non ha accolto le mafie, non ha fatto certo nulla per impedirne l’accesso in un intreccio di omissioni, distrazioni e complicità"
A causa dell’emergenza Coronavirus, quest’anno Libera ha deciso di ricordare le 1023 vittime innocenti attraverso una campagna sui social, con le loro storie, i loro nomi. Così, da Lampedusa a Trento, sono state migliaia le foto postate con un fiore e un nome. È stata questa l’iniziativa con la quale la nota organizzazione antimafia ha celebrato oggi, sabato 21 marzo 2020, la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie: «Oggi – ricorda don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera – ricordiamo tutte le vittime innocenti delle mafie per fare memoria e abbracciare i loro famigliari. Questa memoria riconoscente, si manifesta in questi giorni come vicinanza a chi è impegnato in prima linea nel combattere questo terribile virus, curando e salvando ammalati. E anche come ricordo delle sue vittime. Siamo chiamati oggi a far la nostra parte, adottando comportamenti responsabili, seguendo tutte le misure necessarie. Spero che questo virus sia al più presto contenuto e debellato».
E in vista di questo obiettivo, il sacerdote antimafia ha espresso un ammonimento: «Attenzione! – avverte -, il ritorno a una vita sociale “normale” non faccia dimenticare gli altri virus che da lunghi decenni infestano il nostro Paese. Il riferimento alle mafie, alla corruzione, alle ingiustizie sociali, allo smantellamento dei diritti, a una democrazia pallida, alla distruzione ambientale. La speranza è che l’emergenza sanitaria ci apra gli occhi anche su questi virus e sulla mancanza di anticorpi etici che li hanno resi forti. Indifferenza, egoismi, opportunismo, neutralità, rassegnazione, delega».
Ma dal discorso del fondatore di Libera è anche emersa una consapevolezza: «Mai come in questo frangente storico – osserva don Ciotti -, nonostante il grande impegno di magistratura e forze di polizia, le mafie sono forti e potenti. Potenti perché insediate in un sistema economico e finanziario che, se non criminale, è criminogeno e che, se non ha accolto le mafie, non ha fatto certo nulla per impedirne l’accesso in un intreccio di omissioni, distrazioni e complicità. Per questo la lotta alle mafie prima che repressiva deve essere sociale, educativa, culturale ed etica».