Filippine: tra “normalità” e solidarietà
«La vita è ripresa, ma c’è bisogno di tanto aiuto». Utilizza queste parole don Windel Pastoriza, sacerdote filippino in servizio nella diocesi di Pescara-Penne, parlando della sua terra, dei suoi amici e delle zone, a lui particolarmente care, distrutte dal tifone Hylan.
«Nel tg di ieri – racconta il sacerdote, parroco in Villa Celiera – ho visto la celebrazione per il 75° anniversario della Concattedrale di Palo, Leyte. Erano sotto la pioggia, ma dentro la Chiesa, senza tetto, a dire la voglia di normalità, ma anche i grandi problemi che la gente si trova ad affrontare e sicuramente per lungo tempo». Per questo, domenica 1 dicembre, in tutte le parrocchie italiane si terrà la colletta nazionale a sostegno del piano già in atto e predisposto da Caritas Filippine, unitamente allo studio di possibili forme di accompagnamento nel medio/lungo termine a diocesi specifiche.
La Caritas italiana invita tutte le parrocchie e le congregazioni religiose ad una attività di aiuto congiunta, in collegamento con le Caritas diocesane e regionali, conferma l’indicazione di evitare raccolti di beni che richiederebbero un costo eccessivo di spedizione, anche perché non tutto il Paese è stato colpito dalla catastrofe ed è possibile acquistare il necessario sul posto, favorendo nel contempo l’economia locale.
Gli aiuti principali, infatti, oltre che dalla presenza del volontariato internazionale, che ha dato speranza ed ha operato immediatamente dopo la catastrofe negli ospedali, vengono dal volontariato nazionale. «L’arcidiocesi della mia città, Cebu City, per esempio – continua il sacerdote filippino – ha chiesto che le grandi parrocchie del centro città adottino almeno una comunità in difficoltà, una Chiesa distrutta».
Anche l’Unione Filippini Abruzzesi invita gli italiani ad essere vicini ai loro connazionali con la raccolta fondi. «Purtroppo o per fortuna noi siamo in Italia – afferma accorata Cherryl Moana Carar, presidente dell’Unione – mentre i nostri bambini e i nostri cari sono nella tempesta. Le isole filippine non sono nuove a catastrofi e sciagure del genere, ma è sempre più difficile accettare la disgrazia e la perdita improvvisa, senza difese, di tanti innocenti. In tanti hanno perso tutto e hanno bisogno di tutto: il nostro impegno è aiutare chi c’è ancora a rialzarsi».