Ki Point: un sogno divenuto un incubo

Doveva essere una formidabile opportunità economica per gli imprenditori italiani e invece, per 170 di loro, si sarebbe trattato solo di un autentico raggiro. È questa la breve, seppur molto intensa, storia della società Ki point del gruppo Posteshop di Poste Italiane e delle sue sfortunate vittime alcune delle quali, provenienti da tutta Italia, ieri si sono riunite presso la Provincia di Pescara per denunciare l’accaduto, rappresentate dall’associazione Codici.
La società Ki point, operante nel franchising, ha aperto punti vendita specializzati nell’effettuazione di spedizioni nazionali ed internazionali, servizi di imballaggio, fotocopisteria, invio fax, stampa digitale, mailing e direct mailing e nella rivendita di articoli di cancelleria: «Poste Italiane – accusa Domenico Pettinari, presidente di Codici Pescara – aveva quantificato un fatturato medio annuo dei Ki point pari a circa 200 mila euro, divenendo il sogno di tanti imprenditori che si sono affiliati investendo da 100 a 200 mila euro ed oggi hanno perso tutto, non avendo intascato i guadagni pattuiti».
Nel 2010 l’Antitrust, l’Autorità garante per il mercato e la concorrenza, ha condannato Posteshop S.p.a. al pagamento di una sanzione amministrativa di 100 mila euro, per aver diffuso dati ingannevoli agli aspiranti affilliati: «Un successivo ricorso al Tar del Lazio – precisa Pettinari – ha fermato tutto in attesa che si esprima la Corte di Giustizia europea, ma noi sollecitiamo la Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché sblocchi la vicenda, offrendo supporto legale per quanti faranno ricorso in appello».
In primo grado, infatti, è stato un arbitrato a pronunciarsi nel maggio 2012, dichiarando l’incapacità imprenditoriale dei titolari anche se, in tutta Italia, risultano aver chiuso 107 Ki point e tutti per incapacità imprenditoriale?: «Ho aperto a Lanciano nel 2006 – racconta Massimo Primiterra, imprenditore – accumulando debiti per 180 mila euro, un mutuo ventennale, un’ipoteca sulla casa e chiudendo l’anno successivo. Ora sono disoccupato».