“Che in questo Natale ogni famiglia abbia una casa”
«Auguro a tutti un Natale di speranza, di giustizia e di fraternità». Con queste parole Papa Francesco ha concluso l’Angelus di questa mattina in piazza San Pietro durante il quale, tra l’ovazione dei fedeli presenti, ha rivolto un appello a tutte le autorità perché sia difeso il diritto alla casa per ogni famiglia e perché chi lotta per la giustizia sociale respinga le tentazioni della violenza.
L’Angelus, invece, è stato anticipato da un pensiero spirituale indirizzato alla figura di Giuseppe: un uomo buono che, a detta del Papa, accolse la volontà di Dio senza lasciarsi avvelenare dai dubbi e dall’orgoglio: «Non si è ostinato a perseguire quel suo progetto di vita, non ha permesso che il rancore gli avvelenasse l’animo, ma è stato pronto a mettersi a disposizione della novità che, in modo sconcertante, gli veniva presentata. Ma quante volte a noi l’odio, l’antipatia, pure, il rancore ci avvelenano l’anima! E questo fa male. Non permettere mai: lui è un esempio di quello. E così, Giuseppe è diventato ancora più libero e grande».
Così la considerazione su Giuseppe, sulla sua capacità di essere giusto secondo Dio, sembra quasi il prologo a quanto Papa Francesco sceglie di dire subito dopo aver pronunciato l’Angelus. Il primo spunto, giunge da un grande cartellone leggibile anche dalla sua finestra: «Leggo lì – ha affermato il Santo Padre -, scritto grande: “I poveri non possono aspettare”. È bello! E questo mi fa pensare che Gesù è nato in una stalla, non è nato in una casa. E io penso oggi, anche leggendo quello, a tante famiglie senza casa, sia perché mai l’hanno avuta, sia perché l’hanno persa per tanti motivi. Famiglia e casa vanno insieme. È molto difficile portare avanti una famiglia senza abitare in una casa. In questi giorni di Natale, invito tutti – persone, entità sociali, autorità – a fare tutto il possibile perché ogni famiglia possa avere una casa».
Da qui lo scenario si è allargato a quelle che sono le cronache italiane di questi giorni, un mix di proteste e scontri di piazza, con gente che ricerca disperatamente quel lavoro e quelle sicurezze quotidiane che, insieme ad una casa, servono per assicurarsi una vita dignitosa negata dal procrastinarsi di una crisi economica senza precedenti.
Una delegazione di quei manifestanti, tra l’altro, aveva annunciato la propria presenza all’Angelus di Papa Francesco, il quale non ha deluso le loro attese: «A quanti dall’Italia – auspica il Pontefice – si sono radunati oggi per manifestare il loro impegno sociale, auguro di dare un contributo costruttivo, respingendo le tentazioni dello scontro e della violenza, e seguendo sempre la vita del dialogo, difendendo i diritti». E, successivamente, anche l’augurio conclusivo di Papa Francesco si è orientato sui binari della solidarietà: «Auguro a tutti – conclude il Papa – una buona domenica e un Natale di speranza, di giustizia e di fraternità».