“Profughi e anziani: gli esiliati dei giorni nostri”

«Gesù ha voluto nascere in una famiglia umana, ha voluto avere una madre e un padre, sperimentando la condizione drammatica dei profughi segnata da paura, incertezza, disagi, affinché nessuno si senta escluso dalla vicinanza amorosa di Dio». A quelle famiglie, milioni, che vivono questa triste realtà è andato il pensiero di Papa Francesco all’Angelus di ieri, nella prima domenica dopo Natale in cui si è celebrata la Festa della Santa Famiglia, al quale erano collegati televisivamente i fedeli e le famiglie riunite a Nazareth, Barcellona, Loreto e Madrid: «In terre lontane – spiega il Papa – anche quando trovano lavoro e non sempre, non sempre i profughi e gli immigrati incontrano accoglienza vera, rispetto, apprezzamento dei valori di cui sono portatori. Le loro legittime aspettative si scontrano con situazioni complesse e difficoltà che sembrano a volte insuperabili».
Ricordando così il percorso di Giuseppe, Maria e Gesù sulla via dolorosa dell’esilio, in cerca di rifugio in Egitto a causa delle minacce di Erode, il Pontefice ha sottolineato come quasi ogni giorno la televisione e i giornali diano notizie di profughi che fuggono dalla fame, dalla guerra, da altri pericoli gravi alla ricerca, a detta del Papa, di sicurezza e di una vita dignitosa per sé e per le proprie famiglie: «Pensiamo – riflette il Santo Padre – al dramma di quei migranti e rifugiati che sono vittime del rifiuto, dello sfruttamento, che sono vittime della tratta delle persone e del lavoro schiavo. Ma pensiamo anche agli altri esiliati, io li chiamerei esiliati nascosti, quegli esiliati che possono esserci all’interno delle famiglie stesse: gli anziani, per esempio, che a volte vengono trattati come presenze ingombranti. Molte volte penso che un segno per sapere come va una famiglia è vedere come si trattano in essa i bambini e gli anziani. Dio è là dove l’uomo è in pericolo, là dove l’uomo soffre, là dove scappa, dove sperimenta il rifiuto e l’abbandono; ma Dio è anche là dove l’uomo sogna, spera di tornare in patria nella libertà, progetta e sceglie per la vita e la dignità sua e dei suoi familiari».
L’invito è quindi a fissare lo sguardo sulla Santa Famiglia di Nazareth e sulla semplicità della vita che essa conduce a Nazareth: «E’ un esempio – ricorda Papa Bergoglio – che fa tanto bene alle nostre famiglie, le aiuta a diventare sempre più comunità di amore e di riconciliazione, in cui si sperimenta la tenerezza, l’aiuto vicendevole, il perdono reciproco». Il Papa ha quindi invitato i fedeli a ripetere, per tre volte, le tre parole chiave per vivere in pace e gioia in famiglia, ovvero “permesso, grazie e scusi”: «Quando in una famiglia – avverte Papa Francesco – non si è invadente, si chiede ‘permesso’. Quando in una famiglia non si è egoista, si impara a dire ‘grazie! grazie!’. E quando in una famiglia, uno se ne accorge che ha fatto una cosa brutta e sa chiedere “scusa”, in quella famiglia c’è pace e c’è gioia».
Il Pontefice ha quindi incoraggiato le famiglie a prendere coscienza dell’importanza che hanno nella Chiesa e nella società: «L’annuncio del Vangelo – puntualizza Papa Francesco -, infatti, passa anzitutto attraverso le famiglie, per poi raggiungere i diversi ambiti della vita quotidiana». A Maria e San Giuseppe, il Papa ha chiesto di illuminare, di confortare, di guidare ogni famiglia del mondo, perché possa compiere con dignità e serenità la missione che Dio le ha affidato. Al termine dell’Angelus ed in vista del prossimo Sinodo dei vescovi , infine, il Santo Padre ha pronunciato una preghiera scritta di suo pugno, sul tema della famiglia:“ Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore dell’amore vero, a voi con fiducia ci rivolgiamo. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche:
“Santa Famiglia di Nazareth,
mai più nelle grandi famiglie si faccia esperienza,
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato
conosca presto consolazione e guarigione”.
Santa Famiglia di Nazareth,
il prossimo Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
la sua bellezza nel progetto di Dio.
Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen“