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“Non siamo una nazione di macerie”

Lo afferma l’Eurispes che ieri ha presentato il “Rapporto Italia 2014”, con l’idea di vincere la sub-cultura del declino e della decadenza

«Liberarsi dal nichilismo e dal pessimismo che distruggono il futuro, perché non siamo una nazione di macerie e di cittadini rassegnati». Sono queste le principali riflessioni dell’Eurispes, centro di ricerche sociali attivo dal 1982, che ieri a Roma ha presentato il “Rapporto Italia 2014”. Alla base del rapporto, illustrato a politici, economisti e autorità, c’è l’idea di sconfiggere la sub-cultura del declino e della decadenza che, ormai, sembra permeare le istituzioni e le coscienze: «C’è un’Italia che funziona – sottolinea Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes – abbiamo degli “asset” che sono unici e irripetibili. Sono la cultura, la manifattura, il turismo, l’agricoltura, pilastri della nostra economia. Da qui si può e deve ripartire per ricostruire il ruolo dell’Italia nel mondo».

Gian Maria Fara, presidente Eurispes

Dunque, secondo Fara, non è ancora tutto finito: «Stiamo dando un’ottima prova – osserva il presidente dell’Eurispes – nei settori tradizionali del Made in Italy e del lusso: tessileabbigliamento, calzature, arredamento e nautica. Siamo riusciti a creare nuove specializzazioni, come nella meccanica; nei prodotti a forte innovazione, nelle tecnologie per l’edilizia e nella chimica farmaceutica. Ma il Paese è allo stremo per una pressione fiscale insopportabile, una burocrazia pervasiva e ossessionata dal regime del controllo e delle concessioni in luogo del diritto». Del resto, la realtà italiana fotografata nel “Rapporto Italia 2014” lascia emergere tutta l’insoddisfazione e lo sconforto emerso dalla maggior parte della popolazione: è infatti l’88,1% degli italiani a ritenere che la condizione economica del nostro Paese, nell’ultimo anno, sia totalmente o parzialmente peggiorata. In particolare, il 70,5% del campione ha indicato un peggioramento, notevole per il 34,8% e lieve per il 35,7%.

È, invece, il 30,8% della popolazione a rivelare che non riesce ad arrivare alla fine del mese con le proprie entrate. Tra coloro che, al contrario, ci riescono non manca chi, il 51,8%, ci riesce soltanto utilizzando i propri risparmi. Ma anche solo tentare di risparmiare qualcosa, risulta praticamente impossibile per 3 italiani su 4, corrispondenti al 74,7%. Per il 65%, invece, risparmiare qualcosa è un’eventualità improbabile, per il 36%, o impossibile per il 29%. Sette italiani su dieci, inoltre, dichiarano di aver perso il proprio potere d’acquisto e sono costretti a “tagliare” su regali, pasti fuori casa, abbigliamento, vacanze ed estetista. Così il 18,7% fa ricorso al “Compro-oro” per finanziarsi, come ultima possibilità per fare un po’ di cassa.

L’Eurispes, quindi, parla di una “società defluente”, cioè che va indietro al posto di progredire, composta in questo modo: un terzo di garantiti in grado di affrontare e superare ogni possibile crisi, un terzo di poveri che dovevano essere emancipati e invece sono diventati sempre più poveri ed un terzo a rischio povertà, che rappresenta la novità, formato dai ceti medi scivolati verso il basso in termini di reddito, opportunità e ruolo sociale: «Osservando nella sua totalità il campione intervistato – afferma l’Eurispes – , quanti non si riconoscono in nessuna area politica sono il 36,1%; a questi si aggiungono quanti non hanno saputo o non hanno voluto indicare quale sia la propria area politica di riferimento, il 12,4%. Quasi la metà del Paese quindi non sembra non avere un chiaro orientamento politico e non si sente rappresentata dai diversi schieramenti».

E se la politica risulta distante dall’elettorato, che dovrebbe indicare chi ci governerà, la “fiducia” degli italiani resta per istituzioni quali il Presidente della Repubblica, per il 44,7%, la magistratura, per il 41,4%, ed i Carabinieri per il 69,9%. Ma regge anche la fiducia negli imprenditori, al 39,1%, e nella Chiesa che ottiene il 49%, ovvero + 12,4% rispetto al 2013 frutto anche – conferma il Rapporto – del dirompente “effetto Bergoglio”. Infatti, proprio a Papa Francesco l’Eurispes ha dedicato un’attenzione particolare, rilevando che in meno di un anno ha già conquistato l’affetto della popolazione.

About Davide De Amicis (4483 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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