Sinodo: 368 partecipanti alla sessione finale
"Al Papa - ricorda Padre Giacomo Costa, segretario speciale della sedicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi - spetta decidere le modalità con cui rilanciarlo alla Chiesa intera. In ogni modulo, il lavoro dei Gruppi sarà strutturato ispirandosi al metodo della conversazione nello Spirito, già utilizzato nella prima sessione"
Saranno 368 i partecipanti alla seconda e ultima sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che avrà luogo in Vaticano dal 2 al 27 ottobre. Lo ha annunciato ieri, in conferenza stampa, il cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e relatore generale della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi: «L’elenco dei partecipanti – esordisce il porporato – non presenta grandi cambiamenti rispetto all’elenco dei partecipanti alla prima sessione». Dei 368 membri, 272 saranno i vescovi (2 dei qualli cinesi), 96 i non vescovi, 8 gli invitati speciali (tra cui il fondatore di Mediterranea saving humans Luca Casarini), mentre verranno aumentati da 12 a 16 i delegati fraterni: «Papa Francesco – precisa Hollerich – ha consentito di aumentare il loro numero, visto il grande interesse che le Chiese sorelle hanno testimoniato nei confronti di questo cammino sinodale. Si vede che il Sinodo ha un impatto ecumenico».
Tra i partecipanti ci saranno anche 20 membri delle 15 Chiese orientali cattoliche, a cui si aggiungeranno i 168 membri delle Conferenze episcopali, i 2 membri della categoria vescovi senza Conferenza episcopale e i 5 membri presidenti delle Riunioni internazionali di Conferenze episcopali. Saranno poi 10 i membri provenienti dall’Unione dei superiori generali e dall’Unione internazionale delle superiori generali, ai quali cui si affiancheranno 21 membri Capi Dicastero della Curia Romana e i 57 membri di nomina pontificia. Infine, l’elenco comprende i 68 membri non aventi le funzioni episcopali, che saranno testimoni del processo sinodale, i 2 sotto-segretari della Segreteria Generale del Sinodo e i 14 membri ordinari del Consiglio ordinario che concluderanno il loro mandato con questa assemblea. Tra gli altri partecipanti spiccano i due assistenti spirituali, padre Radcliffe e madre Angelini, e padre Ferrari, il religioso camaldolese referente per la liturgia. Quest’anno i 70 esperti sono stati suddivisi in tre categorie (facilitatori, esperti teologi e esperti comunicatori). L’elenco si conclude con i membri della Segreteria Generale del Sinodo, gli assistenti e collaboratori, oltre ai membri della Commissione per l’Informazione e della Commissione per le Controversie eletti nel corso della Prima Sessione e ancora in carica in questa sessione.
Tra l’altro anche la seconda Sessione del Sinodo dei vescovi, com’è accaduto anche lo scorso anno per la prima, verrà anticipata da due giorni di ritiro spirituale in Vaticano il 30 settembre e il 1 ottobre. Lo ha reso noto il cardinale Mario Grech, segretario generale della Segreteria Generale del Sinodo, indicando anche coloro che lo guideranno, ovvero padre Timothy Radcliffe e madre Ignazia Angelini. Questi ultimi, poi, continueranno ad animare la preghiera durante le giornate del Sinodo insieme a padre Matteo Ferrari, responsabile delle liturgie, e ai Monaci di Camaldoli.
Il ritiro pre-sinodale verrà poi concluso Sarà invece una novità la veglia penitenziale, presieduta da Papa Francesco nella basilica di San Pietro la sera dell’1 ottobre, che chiuderà la due giorni di ritiro pre-sinodale: «L’evento, organizzato congiuntamente dalla Segreteria Generale del Sinodo e dalla Diocesi di Roma in collaborazione con l’Unione dei superiori generali e con l’Unione internazionale delle superiore generali – illustra il cardinale Grech -, sarà aperto alla partecipazione di tutti, in particolare dei giovani, i quali sempre ci ricordano quanto l’annuncio del Vangelo debba essere accompagnato da una testimonianza credibile, che loro per primi desiderano offrire al mondo insieme a noi. Alla vigilia di un evento di Chiesa così solenne, qual è il Sinodo, si chiameranno per nome alcuni dei peccati che più suscitano dolore e vergogna, invocando la misericordia di Dio. In particolare, nella basilica vaticana potremo ascoltare tre testimonianze di persone che hanno sofferto per qualcuno di tali peccati. A seguire avrà luogo una confessione per vari tipi di peccato. Non si tratterà di denunciare il peccato degli altri, ma di riconoscersi parte di quanti, per azione o almeno per omissione, diventano causa della sofferenza patita da innocenti e indifesi. Al termine di questa confessione dei peccati, il Santo Padre rivolgerà, a nome di tutti i cristiani, una richiesta di perdono a Dio e alle sorelle e fratelli di tutta l’umanità».
Inoltre, a Sinodo iniziato, la sera del’11 ottobre si ripeterà l’esperienza di una preghiera ecumenica, insieme al Santo Padre, ai Delegati fraterni presenti nell’Aula sinodale e a vari altri rappresentanti di Chiese e comunità ecclesiali presenti a Roma, in collaborazione con la Comunità di Taizé, che avverrà in piazza dei Protomartiri: laddove, come riporta una tradizione immemorabile, avvenne il martirio dell’apostolo Pietro. Una preghiera che non a caso si terrà la sera dell’11 ottobre, per ricordare l’11 ottobre di 62 anni fa quando Giovanni XXIII aprì solennemente il Concilio Vaticano II: «Che ha inaugurato per la Chiesa Cattolica una nuova stagione ecumenica – ricorda il segretario generale della Segreteria Generale del Sinodo -, di cui il Sinodo in corso è espressione e testimonianza, nel fattivo desiderio di aiutare tutta la Chiesa ad avanzare sulla via della piena unità».
Nella fase finale dell’Assemblea, il 21 ottobre, è in programma una nuova giornata di ritiro spirituale, in vista del discernimento sulla bozza del Documento finale. Il tema dell’Instrumentum laboris al centro della seconda sessione del Sinodo dei vescovi sarà “Come essere Chiesa sinodale in missione?”: «Spetta all’assemblea – approfondisce Padre Giacomo Costa, segretario speciale della sedicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi – indicare i passi da compiere per crescere come Chiesa sinodale relativamente alle tematiche proposte dall’Instrumentum laboris».
I lavori sinodali saranno suddivisi in cinque moduli, ognuno dei quali prevede sessioni in Assemblea plenaria (Congregazioni Generali) e nei Gruppi di lavoro, che si alterneranno. Ognuno dei primi quattro moduli avrà un tema specifico, estrapolato da una sezione dell’Instrumentum laboris, mentre il modulo conclusivo sarà dedicato alla discussione e approvazione del Documento finale che verrà sottoposto all’attenzione del Santo Padre, «a cui – ricorda Padre Costa – spetta decidere le modalità con cui rilanciarlo alla Chiesa intera. In ogni modulo, il lavoro dei Gruppi sarà strutturato ispirandosi al metodo della conversazione nello Spirito, già utilizzato nella prima sessione». Quindi, anche in questo caso, ad ogni gruppo di lavoro parteciperà un esperto facilitatore. Per ogni modulo, il lavoro dei Gruppi prevede tre sessioni.
Al termine della conversazione nello Spirito, i rappresentanti dei 36 Gruppi di lavoro si incontreranno, suddividendosi in cinque tavoli linguistici: due in inglese, uno in italiano, uno in francese, uno in spagnolo e portoghese. Ogni Tavolo linguistico avrà il compito di elaborare una breve relazione di sintesi del lavoro compiuto, da presentare nella successiva Congregazione generale. Nelle Congregazioni Generali si ascolteranno le relazioni dei Tavoli linguistici, si voterà l’ordine di discussione dei temi presentato dal Relatore Generale e si procederà alla discussione dei temi, uno dopo l’altro. Nell’ultima Congregazione generale di ciascuno dei moduli 2-3-4, è comunque previsto un tempo per interventi liberi sull’intera Parte dell’Instrumentum laboris in discussione.
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