GMG diocesana: sulla via della speranza, verso il Giubileo 2025
Della Giornata mondiale della gioventù sono notissimi i raduni che, a cadenza triennale, coinvolgono milioni di giovani cattolici. L’ultimo di questi si è tenuto a Lisbona nel 2023, mentre il prossimo si svolgerà a Seoul (Corea del Sud) nel 2027. Tra queste due tappe, si snodano però delle Giornate della gioventù annuali, celebrate a livello diocesano in concomitanza della solennità di Cristo Re, a termine del calendario liturgico.
Come tema della ricorrenza di quest’anno ― che cadrà il 24 novembre ― il Papa ha indicato un versetto del libro del profeta Isaia: “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi” (Is 40,31). La scelta, non a caso, si collega al Giubileo 2025 dal motto “Pellegrini di speranza”, durante il quale è prevista una intera settimana dedicata ai giovani (dal 28 luglio al 3 agosto). La GMG diocesana si colloca quindi in una prospettiva di preparazione all’evento giubilare.
Papa Francesco ha proposto una riflessione sul passo biblico indicato, a cominciare dagli aspetti del cammino e della sua meta: «I traguardi, le conquiste e i successi lungo il percorso, se rimangono solo materiali, dopo un primo momento di soddisfazione ci lasciano ancora affamati, desiderosi di un senso più profondo; infatti non appagano del tutto la nostra anima, perché siamo stati creati da Colui che è infinito e, perciò, in noi abita il desiderio di trascendenza, la continua inquietudine verso il compimento delle aspirazioni più grandi, verso un “di più”». Il Santo Padre ha dunque messo in guardia dalla stanchezza e dalla noia che possono sopraggiungere nel cammino. La stanchezza, ha ammonito il Papa, può derivare dalle «pressioni sociali, che spingono a raggiungere certi standard di successo negli studi, nel lavoro, nella vita personale. Questo produce tristezza, mentre viviamo nell’affanno di un vuoto attivismo che ci porta a riempire le giornate di mille cose e, nonostante ciò, ad avere l’impressione di non riuscire a fare mai abbastanza e di non essere mai all’altezza». Dall’altro lato, ricorda il Pontefice, c’è il rischio della noia: «si tratta di quello stato di apatia e di insoddisfazione di chi non si mette in cammino, non si decide, non sceglie, non rischia mai, e preferisce rimanere nella propria comfort zone, chiuso in sé stesso, vedendo e giudicando il mondo da dietro uno schermo, senza mai “sporcarsi le mani” con i problemi, con gli altri, con la vita».
«La soluzione alla stanchezza, paradossalmente, non è restare fermi per riposare. È piuttosto mettersi in cammino e diventare pellegrini di speranza. ― ha esortato il Santo Padre ― La speranza vince ogni stanchezza, ogni crisi e ogni ansia, dandoci una motivazione forte per andare avanti, perché essa è un dono che riceviamo da Dio stesso». Papa Francesco ha spiegato che questa virtù «è proprio una forza nuova, che Dio infonde in noi, che ci permette di perseverare nella corsa, che ci fa avere uno “sguardo lungo” che va oltre le difficoltà del presente e ci indirizza verso una meta certa: la comunione con Dio e la pienezza della vita eterna».
L’attenzione del Pontefice si è quindi spostata sulle sfide che si presentano nel cammino. «Per chi ha ricevuto il dono della fede, ci sono stati momenti felici in cui Dio è stato presente e lo avete sentito vicino, e altri momenti in cui avete sperimentato il deserto. Può succedere che all’entusiasmo iniziale nello studio o nel lavoro, oppure allo slancio di seguire Cristo – sia nel matrimonio, sia nel sacerdozio o nella vita consacrata – seguano momenti di crisi, che fanno sembrare la vita come un difficile cammino nel deserto. Questi tempi di crisi, però, non sono tempi persi o inutili, ma possono rivelarsi occasioni importanti di crescita. Sono i momenti di purificazione della speranza! Nelle crisi, infatti, vengono meno tante false “speranze”, quelle troppo piccole per il nostro cuore; esse vengono smascherate e, così, restiamo nudi con noi stessi e con le domande fondamentali della vita, oltre ogni illusione. E in quel momento, ciascuno di noi può chiedersi: su quali speranze appoggio la mia vita? Sono vere o sono illusioni?».
Nei momenti di fatica, la ricetta del Santo Padre è semplice: «Quando la stanchezza del cammino vi appesantisce, tornate a Gesù, imparate a riposare in Lui e a rimanere in Lui, poiché “quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi” (Is 40,31)».
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