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“Ci farà bene arricchire gli altri con la nostra povertà”

E’ un invito alla “spogliazione”, quello scritto da Papa Francesco nel messaggio in vista della prossima Quaresima, presentato lunedì in Vaticano

Papa Francesco

«Il Vangelo è il vero antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano è chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna».

cardinale Robert Sarah, presidente Pontificio Consiglio "Cor Unum"

Lo ha scritto Papa Francesco nel messaggio per la Quaresima 2014, presentato lunedì in Vaticano da cardinale Robert Sarah, presidente del Consiglio “Cor Unum”. Nel testo, successivamente, il Papa esorta i cristiani alla “spogliazione”, come gesto quaresimale significativo: «Ci farà bene – spiega il Pontefice – domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole».

Tutto questo, invitandoci anche a prestare attenzione e responsabilità verso la miseria umana, per diventare misericordiosi e operatori di misericordia. Insomma, quella del Santo Padre è stata una riflessione a tutto tondo sul mistero della povertà di Cristo, che si è fatto uomo divenendo in tutto simile a noi tranne che nel peccato. Dunque il suo amore, la sua compassione e la tenerezza di Cristo sono i tratti che anche ogni cristiano dovrebbe assumere come personale stile di vita.

E questo specialmente di fronte alle miserie umane, che il Papa distingue in tre tipologie: «La prima – illustra il Santo Padre – è la miseria materiale, quella che comunemente viene chiamata povertà e tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo e di crescita culturale. Di fronte a questa miseria la Chiesa offre il suo servizio, la sua diakonia, per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto dell’umanità. Nei poveri e negli ultimi noi vediamo il volto di Cristo; amando e aiutando i poveri amiamo e serviamo Cristo».

Quindi, viene descritto un secondo tipo di miseria: «Non meno preoccupante – scrive Papa Bergoglio – è la miseria morale, che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante famiglie sono nell’angoscia perché qualcuno dei membri, spesso giovane, è soggiogato dall’alcol, dalla droga, dal gioco, dalla pornografia! Quante persone hanno smarrito il senso della vita, sono prive di prospettive sul futuro e hanno perso la speranza! E quante persone sono costrette a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignità che dà il portare il pane a casa, per la mancanza di uguaglianza rispetto ai diritti all’educazione e alla salute. In questi casi la miseria morale può ben chiamarsi suicidio incipiente».

Infine, il Papa ha approfondito la terza ed ultima tipologia di miseria, quella spirituale: «Essa – conclude Papa Francesco – ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore. Se riteniamo di non aver bisogno di Dio, che in Cristo ci tende la mano, perché pensiamo di bastare a noi stessi, ci incamminiamo su una via di fallimento. Dio è l’unico che veramente salva e libera».

About Davide De Amicis (4531 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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