Oltre 170 mila gli sfollati nella Striscia di Gaza
I dati sull’escalation di violenza tra Israele e Hamas che arrivano dai 34 operatori di Oxfam a Gaza sono sempre più allarmanti: sono infatti oltre 170mila gli sfollati, molti dei quali sono costretti a sopravvivere con soli 3 litri di acqua al giorno. E se 140 mila di loro hanno trovato un rifugio temporaneo nelle oltre 80 scuole della Striscia disposte per l’accoglienza, per molte famiglie non c’è più un posto sicuro dove ripararsi dagli attacchi.
Dopo gli episodi degli ultimi giorni, si contano ben 116 scuole danneggiate dai bombardamenti: «Tutti – racconta ad Oxfam Mohammed Al Azazma, madre di otto figli che ha perso la propria casa – scappano via spaventati trasportando i loro bambini, mentre le bombe cadono intorno. Ho dovuto sorpassare corpi morti che stavano per le strade. Le scuole erano piene, così siamo andati a finire in una chiesa. I miei bambini sono spaventati e stiamo cercando di convincerci che siamo al sicuro, ma non c’è alcun posto sicuro a Gaza adesso».
Intanto, la conta delle vittime è salita ad oltre 823 morti palestinesi ed oltre 5.240 feriti e a 32 morti israeliani, 3 dei quali civili. A questo quadro si aggiungono le condizioni nelle scuole, che intanto stanno diventando sempre più disperate, con acqua potabile, cibo e possibilità di riparo che scarseggiano pericolosamente. Oxfam, nel frattempo, sta trasportando rifornimenti vitali di acqua per 19.000 rifugiati presso le scuole, una chiesa e una moschea e sta anche rifornendo l’ospedale Al Shifa, che negli ultimi giorni ha avuto un massiccio afflusso di vittime, comprese molte donne e bambini.
Gli stessi ospedali e strutture sanitarie sono stati colpiti dagli attacchi e risultano gravemente danneggiati: «La richiesta di cure -spiega Riccardo Sansone, responsabile delle emergenze umanitarie di Oxfam Italia – , acqua, cibo e spazi di accoglienza attrezzati cresce giorno per giorno. Il terribile prezzo pagato dai civili è scioccante -. Gli ospedali e le scorte d’acqua stanno sopportando troppe richieste e il bisogno cresce giorno per giorno. Le persone scappano terrorizzate. Normalmente, in crisi come questa, si assisterebbe a un esodo di cittadini che tentano di sfuggire alla violenza, ma qui non c’è alcun posto sicuro in cui andare. Per anni il blocco ha impedito a molte persone di lasciare Gaza, limitando i commerci e devastando l’economia. Una pace duratura e sicura per entrambe le parti può essere rappresentata solo dalla fine di questo blocco e della punizione collettiva inflitta agli abitanti di Gaza».
Oxfam, comunque, è attualmente presente a Gaza con 34 operatori locali. Ha già distribuito oltre 1.300 buoni alimentari e oltre 18.500 metri cubi di acqua potabile in strutture Unrwa, rifugi e altre scuole private.
Quella che gli israeliani stanno facendo nella Striscia di Gaza non è guerra al terrorismo. Si chiama pulizia etnica.
What Israeli Defense Forces are doing in Gaza Strip is not War on Terror. That’s ethnic cleansing.