Tratta di essere umani: “In Italia l’attenzione è insufficiente”
"Da mesi - accusa Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII - chiediamo al governo Renzi di varare un piano nazionale antitratta, ma finora non si è visto"
«In Italia c‘è insufficiente attenzione alla tratta di esseri umani. Tra il 2011 ed il 2013 sono state ufficialmente assistite 4.530 persone, ma questa è solo la punta dell‘iceberg». Lo afferma il primo rapporto di monitoraggio del Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa contro la tratta di esseri umani (Greta), che boccia il nostro Paese: «I dati forniti dall’Italia – si legge nel documento – non rivelano la vera ampiezza del fenomeno del commercio di nuovi schiavi perché in Italia non ci sono meccanismi adeguati per individuare le vittime, raccogliere i dati e, appunto, si presta insufficiente attenzione alle tratte che non hanno come scopo lo sfruttamento sessuale come il caporalato agricolo, le badanti, le collaboratrici domestiche ed i minori avviati all’accattonaggio».
Il rapporto del Greta, inoltre, osserva che l‘Italia non si è dotata di un piano d‘azione nazionale sulla tratta di esseri umani, né di molti degli strumenti di cui si sono dotati altri Stati che sono, come il nostro, di arrivo e transito di vittime del traffico. Per questo, dall’organismo di Strasburgo è giunta la richiesta al governo italiano di adottare con urgenza un piano d’azione nazionale che definisca priorità, obiettivi, azioni concrete e responsabili per la loro attuazione.
Chiaramente, in Italia le valutazioni dell’indagine europea hanno immediatamente innescato la reazione di quegli enti ed associazioni che, quotidianamente, lottano contro il fenomeno della tratta: «Da mesi – accusa Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII – chiediamo al governo Renzi di varare un piano nazionale antitratta, così come si era impegnato a fare fin dal suo insediamento. Una richiesta che abbiamo sostenuto con oltre ventimila firme, ma finora il piano non si è visto».
Così, con queste parole, Ramonda ha espresso soddisfazione per il richiamo del Consiglio dell’Europa all’Italia: «È importante – conclude il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII – che da Strasburgo si ribadisca che devono essere adottate misure aggiuntive per sensibilizzare il grande pubblico e scoraggiare la domanda di servizi di persone vittime della tratta. È questa la strada vincente per sconfiggere il fenomeno, così come dimostrato dalle esperienze condotte in vari Paesi del nord Europa. Ogni giorno incontriamo sulla strada e nelle nostre case famiglia le vittime di questo traffico. I poveri non possono aspettare».