“Servono azioni concrete per la sopravvivenza del pianeta”
"Chiediamo a tutti i governi di esprimere il loro impegno a limitare il riscaldamento globale ben al di sotto i 2° Celsius"
Trenta leader religiosi, in rappresentanza di nove religioni, hanno unito la loro voce alle migliaia di persone in macia a New York ed hanno firmato una dichiarazione comune per chiedere agli Stati e ai governi del mondo una serie di azioni concrete per ridurre gli effetti del riscaldamento climatico sulla natura.
La dichiarazione è stata al centro di un convegno interreligioso, l’“Interfaith summit on climate change” che su iniziativa congiunta del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) e Religion for peace si è svolto nelle giornate di ieri e domenica a New York. Sarà consegnata al vice-segretario generale delle Nazioni Unite, Jan Eliasson, prima del vertice Onu sul clima che si aprirà oggi.
Hanno firmato il documento anche i cardinali Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, di Caritas Internationalis, e John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, in Nigeria: «Siamo consapevoli – scrivono i leader religiosi – che il cambiamento climatico si presenta oggi come uno dei principali ostacoli allo sradicamento della povertà. Eventi atmosferici gravi aggravano la fame, provocano insicurezza economica, emigrazione forzata e impediscono uno sviluppo sostenibile.
La crisi climatica prova la sopravvivenza dell’umanità sul pianeta terra e questi fatti devono con urgenza riflettersi in azioni. Come persone di fede, chiediamo a tutti i governi di esprimere il loro impegno a limitare il riscaldamento globale ben al di sotto i 2° Celsius. Sottolineiamo che tutti gli Stati condividono la responsabilità di formulare e attuare strategie di sviluppo a basso carbonio così da giungere alla de-carbonizzazione e alla completa eliminazione dei combustibili fossili entro la metà del secolo».