Stranieri in Italia: negli ultimi 20 anni passati da 500 mila a 5,5 milioni
Nel corso dell’ultimo ventennio, la presenza dei migranti si è consolidata stabilizzandosi: si è passati da un'immigrazione legata a motivi di lavoro ad una immigrazione per motivi familiari
In Italia negli ultimi due decenni la popolazione straniera è passata da 500 mila a 5 milioni e mezzo di unità. È uno dei dati più salienti del XX Rapporto sulle migrazioni della Fondazione Ismu, presentato ieri a Milano, che oltre ai dati del 2014 ha mostrato anche la ricostruzione della dinamica del fenomeno migratorio dal 1994 ad oggi. Dunque, nel corso dell’ultimo ventennio, la presenza dei migranti si è consolidata stabilizzandosi: si è passati infatti da un’immigrazione legata a motivi di lavoro ad una immigrazione per motivi familiari. Dal 2013 poi è esploso il fenomeno degli sbarchi, che ultimamente sono diventati sempre più numerosi.
Negli ultimi quattro anni infatti abbiamo assistito, da un lato, ad una forte diminuzione (causata dalla crisi economica) dei flussi in entrata legati ai permessi di soggiorno e, dall‘altro, ad un aumento dei migranti che approdano via mare in fuga dai loro paesi in difficoltà. Dal 1° gennaio al 15 ottobre 2014, inoltre, i migranti sbarcati in Italia hanno toccato la cifra record di quasi 150 mila unità, numero più che triplo rispetto a quello degli sbarcati nel 2013 (43 mila). Ma alcune recenti ricerche mostrano che le mete preferite dei migranti che approdano via mare sulle coste italiane sono la Svezia e la Germania, ed in generale il Nord Europa.
Al 1° gennaio 2014 la popolazione straniera in Italia è stimata da Ismu in oltre 5 milioni e mezzo di stranieri (regolari e non), con un aumento di oltre mezzo milione di unità rispetto all’anno precedente. Secondo i dati più recenti le famiglie che hanno esclusivamente componenti stranieri sono oltre 1 milione e 300mila. Oggi la componente irregolare è ai minimi storici (6% del totale, pari a circa 300mila unità), sia per effetto delle più recenti sanatorie, sia per la minor forza attrattiva del mercato del lavoro nel nostro Paese. Passando alle nazionalità, rumeni, albanesi e marocchini rappresentano nel 2013 complessivamente il 40% degli stranieri presenti.
Nonostante il perdurare della crisi, gli occupati stranieri continuano a crescere anche se di poco: nel 2013 sono 2.356.000 (+22.000 rispetto al 2012). Un dato in controtendenza rispetto agli occupati italiani che invece diminuiscono di 501.000 unità, arrivando a quota 20.064.000. Gli alunni con cittadinanza non italiana nell’anno scolastico 2013/14 sono 802.785, il 9% della totalità gli studenti, 16.155 in più rispetto all’anno precedente. Nel 2013 sono state presentate in Italia 28.700 domande di asilo (+10.480 rispetto al 2012), una cifra ancora bassa rispetto ad altri paesi europei come la Germania, seguita dalla Francia e dalla Svezia. Nel corso di questi vent’anni si riscontra una crescita dei nuclei familiari passati da 235 mila del 1991 ai quasi 2 milioni di oggi.
Di conseguenza sono aumentati anche i minori, che nel 2013 sfiorano quota 1 milione, la maggior parte dei quali nati in Italia. Tra il 1993 e il 2013 si registra una crescita di permessi di soggiorno per motivi di famiglia pari al 1.328%, mentre per quelli di lavoro l’incremento è stato “solo” del 488%. Negli ultimi vent’anni, con la presenza degli immigrati, il mercato del lavoro italiano è diventato irreversibilmente multietnico: se nel 1991 infatti si registravano solo 209.220 lavoratori stranieri regolari, nel 2013 si è passati a 2.356.000.
Dal punto di vista scolastico, poi, in questo ventennio l’Italia è passata a un ciclo migratorio più maturo e stabile, sempre più simile, nella distribuzione delle presenze, agli alunni italiani: è calata infatti la percentuale di alunni di origine immigrata nella scuola primaria (che è passata dal 47,4% del 1992/93 al 35,3% nel 2013/14), è aumentata quella nelle scuole secondarie di secondo grado (passata dal 13,1% del 1992/93, al 22,7% del 2013/14): la distribuzione degli alunni stranieri rispecchia oggi maggiormente quella della popolazione scolastica complessiva, più numerosa nei corsi quinquennali (primarie e secondarie di secondo grado), minore nei tre anni delle secondarie di primo grado e nelle scuole dell’infanzia.
Chiediamoci chi promuove questi flussi migratori imponenti destabilizzando intere regioni del Medio Oriente e dell’Africa con guerre legate al controllo di risorse minerarie e petrolifere. Chiediamoci cos’è e cosa prevede il Piano Kalergi e perché si voglia progressivamente islamizzare l’Europa sradicando il cristianesimo. Chiediamoci chi vuole tutto questo e perché…