“Dobbiamo essere doni per gli altri”
"Come abbiamo ricevuto gratuitamente, così gratuitamente siamo chiamati a dare ad imitazione di Maria che, subito dopo aver accolto l’annuncio dell’Angelo, va a condividere il dono della fecondità con la parente Elisabetta. Perché, se tutto ci è stato donato, tutto dev’essere ridonato"
«Di fronte all’amore, di fronte alla misericordia, alla grazia divina riversata nei nostri cuori, la conseguenza che s’impone è una sola: la gratuità». È stata questa l’esortazione posta stamani da Papa Francesco alle migliaia di fedeli giunti in piazza San Pietro, tra i quali spiccavano centinaia di migliaia di soci dell’Azione Cattolica che oggi celebrano la festa dell’Adesione, per assistere all’Angelus nella solennità dell’Immacolata Concezione: «Nessuno – osserva il Papa – può comperare la salvezza! La salvezza è un dono gratuito del Signore, un dono gratuito di Dio che viene in noi e abita in noi».
E tutto ciò, porta un’ulteriore conseguenza: «Come abbiamo ricevuto gratuitamente – sottolinea il Pontefice -, così gratuitamente siamo chiamati a dare ad imitazione di Maria che, subito dopo aver accolto l’annuncio dell’Angelo, va a condividere il dono della fecondità con la parente Elisabetta. Perché, se tutto ci è stato donato, tutto dev’essere ridonato». Così, in questo caso, ciò che viene da chiedersi è “in che modo?”: «Lasciando – spiega il Santo Padre – che lo Spirito Santo faccia di noi un dono per gli altri. Lo Spirito è dono per noi e noi, con la forza dello Spirito, dobbiamo essere dono per gli altri e lasciare che lo Spirito Santo ci faccia diventare strumenti di accoglienza, strumenti di riconciliazione, strumenti di perdono».
Allora, a detta del Papa, se la nostra esistenza si lascerà trasformare dalla grazia del Signore, perché la grazia del Signore ci trasforma, non potremo trattenere per noi la luce che viene dal suo volto: «Ma la lasceremo passare – continua Papa Bergoglio – perché illumini gli altri. Impariamo da Maria, che ha tenuto costantemente lo sguardo fisso sul Figlio e il suo volto è diventato la faccia che a Cristo più si somiglia». E tutto questo Maria lo ha fatto essendo una figura ricettiva, ma non per questo passiva: «Come a livello fisico – riflette Papa Francesco – riceve la potenza dello Spirito Santo, ma poi dona carne e sangue al Figlio di Dio, che si forma in lei, così sul piano spirituale accoglie la grazia e corrisponde ad essa con la fede».
Per questa ragione, Sant’Agostino afferma che la Vergine “ha concepito prima nel cuore che nel grembo, ha concepito prima la fede e poi il Signore”: «In effetti – puntualizza il Papa – questo mistero dell’accoglienza della grazia che in Maria, per un privilegio unico, era senza l’ostacolo del peccato, è una possibilità per tutti». Anche San Paolo, del resto, apre la sua lettera agli Efesini con queste parole di lode: “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo”.
Dunque, secondo Francesco, come Maria viene salutata da Santa Elisabetta quale benedetta fra le donne, così anche noi siamo stati da sempre benedetti e perciò amati e perciò scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati: «Maria – sottolinea il Pontefice – è stata preservata, mentre noi siamo stati salvati grazie al Battesimo e alla fede. Tutti però, sia lei che noi, per mezzo di Cristo, a lode dello splendore della sua grazia, quella grazia di cui l’Immacolata è stata ricolmata in pienezza». Infine, il messaggio dell’odierna festa dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria si può riassumere con queste parole: «Tutto – conclude il Santo Padre – è dono gratuito di Dio, tutto è grazia, tutto è dono del suo amore per noi».
La dimensione oblativa e gratuita dell’amore (agape) è stata esperita storicamente solo col Cristianesimo: in precedenza né la civiltà greco-romana con il suo concetto di amato come possesso (eros) o di amicizia tra pari (philia), né la cultura ebraica avevano posto l’accento sul dono di sé senza contraccambio.