“Dio è Padre e la sua fedeltà è più forte delle tenebre e della corruzione”
"La cosa più importante - spiega Papa Francesco - non è cercare il Signore, bensì lasciare che sia Lui a trovarmi e ad accarezzarmi con amorevolezza"
«Lungo il cammino della storia, la luce che squarcia il buio ci rivela che Dio è Padre e che la sua paziente fedeltà è più forte delle tenebre e della corruzione. In questo consiste l’annuncio della notte di Natale. Dio non conosce lo scatto d’ira e l’impazienza, è sempre lì come il padre della parabola del figlio prodigo, in attesa di intravedere da lontano il ritorno del figlio perduto».
Lo ha affermato ieri sera Papa Francesco, presiedendo la Santa Messa della notte di Natale in una Basilica di San Pietro gremita dai fedeli: «In questa santa notte – sottolinea Papa Bergoglio -, mentre contempliamo il Bambino Gesù appena nato e deposto in una mangiatoia, siamo invitati a riflettere. Come accogliamo la tenerezza di Dio? Mi lascio raggiungere da Lui, mi lascio abbracciare, oppure gli impedisco di avvicinarsi? “Ma io cerco il Signore” – potremmo ribattere. Tuttavia, la cosa più importante non è cercarlo, bensì lasciare che sia Lui a trovarmi e ad accarezzarmi con amorevolezza. Questa è la domanda che il Bambino ci pone con la sua sola presenza: permetto a Dio di volermi bene? Abbiamo il coraggio di accogliere con tenerezza le situazioni difficili e i problemi di chi ci sta accanto, oppure preferiamo le soluzioni impersonali, magari efficienti ma prive del calore del Vangelo? Quanto bisogno di tenerezza ha oggi il mondo!».
E la risposta del cristiano, non può essere diversa da quella che Dio dà alla nostra piccolezza: «La vita – spiega il Papa – va affrontata con bontà, con mansuetudine. Quando ci rendiamo conto che Dio è innamorato della nostra piccolezza, che Egli stesso si fa piccolo per incontrarci meglio, non possiamo non aprirgli il nostro cuore e supplicarlo: “Signore, aiutami ad essere come te, donami la grazia della tenerezza nelle circostanze più dure della vita, donami la grazia della prossimità di fronte ad ogni necessità, della mitezza in qualsiasi conflitto».
Successivamente, l’invito del Santo Padre a contemplare il presepe: «Cari fratelli e sorelle – esorta il Pontefice – lì “il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce” (Is 9,1). La vide la gente semplice, disposta ad accogliere il dono di Dio. Al contrario, non la videro gli arroganti, i superbi, coloro che stabiliscono le leggi secondo i propri criteri personali, quelli che assumono atteggiamenti di chiusura. Guardiamo il presepe e preghiamo, chiedendo alla Vergine Madre: “O Maria, mostraci Gesù!”».