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“Curare un malato è servire Cristo: il malato è la carne di Cristo”

"Ciascuno di noi - ricorda il Papa - è chiamato a portare la luce della Parola di Dio e la forza della grazia a coloro che soffrono e a quanti li assistono, familiari, medici, infermieri, perché il servizio al malato sia compiuto sempre più con umanità, con dedizione generosa, con amore evangelico, con tenerezza"

Lo ha affermato ieri Papa Francesco pronunciando l’Angelus domenicale, da piazza San Pietro, alla vigilia della Giornata mondiale del malato che ricorrerà mercoledì

Papa Francesco durante l'Angelus

«La Chiesa prosegue l’opera salvifica del Signore, perché continuamente trova poveri e sofferenti sulla sua strada, considerando le persone malate come una via privilegiata per incontrare Cristo, per accoglierlo e servirlo: curare un malato, accoglierlo, servirlo è servire Cristo: il malato è la carne di Cristo».

Lo ha affermato ieri Papa Francesco, pronunciando l’Angelus alla vigilia della Giornata mondiale del malato, che ricorrerà mercoledì, riflettendo sul senso e il valore della malattia partendo dal Vangelo di Marco incentrato su Gesù che risana una moltitudine di persone afflitte da malattie di ogni genere, fisiche, psichiche, spirituali: «Questo – sottolinea il Papa – avviene anche nel nostro tempo quando, nonostante le molteplici acquisizioni della scienza, la sofferenza interiore e fisica delle persone suscita forti interrogativi sul senso della malattia e del dolore e sul perché della morte».

Tanti i fedeli che hanno assistito all'Angelus

Tanti i fedeli che hanno assistito all’Angelus

Sono queste, a detta del Santo Padre, domande esistenziali alle quali l’azione pastorale della Chiesa deve rispondere alla luce della fede, avendo davanti agli occhi il Crocifisso nel quale appare tutto il mistero salvifico di Dio Padre, che per amore degli uomini non ha risparmiato il proprio Figlio: «Ciascuno di noi – ricorda il Sommo Pontefice – è chiamato a portare la luce della Parola di Dio e la forza della grazia a coloro che soffrono e a quanti li assistono, familiari, medici, infermieri, perché il servizio al malato sia compiuto sempre più con umanità, con dedizione generosa, con amore evangelico, con tenerezza. La Chiesa madre, tramite le nostre mani, carezza le nostre sofferenze e cura le nostre ferite e lo fa con tenerezza di madre».

La preghiera del Papa, a questo punto, si è levata affinché ogni persona nella malattia possa sperimentare, grazie alla sollecitudine di chi le sta accanto, la potenza dell’amore di Dio e il conforto della sua tenerezza: «D’altra parte – osserva Francesco -, Gesù è venuto sulla terra per annunciare e realizzare la salvezza di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Gesù mostra una particolare predilezione per coloro che sono feriti nel corpo e nello spirito: i poveri, i peccatori, gli indemoniati, i malati, gli emarginati. Egli così si rivela medico sia delle anime sia dei corpi, buon Samaritano dell’uomo. È il vero Salvatore, Gesù salva, Gesù cura, Gesù guarisce».

Inoltre ieri celebrando la memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, la suora sudanese che da bambina fece la drammatica esperienza di essere vittima della tratta, Papa Bergoglio ha ricordato la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone: «Incoraggio – esorta Papa Francesco – quanti sono impegnati ad aiutare uomini, donne e bambini schiavizzati, sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere e spesso torturati e mutilati. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo, si adoperino con decisione a rimuovere le cause di questa vergognosa piaga: è vero, è una piaga vergognosa, una piaga indegna di una società civile».

Una piaga che il Papa, in passato, aveva già definito un crimine contro l’umanità: «Ognuno di noi – conclude il Pontefice – si senta impegnato ad essere voce dei fratelli e sorelle umiliati nella loro dignità, perché vittime di tratta».

About Davide De Amicis (4360 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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