“Fratelli perseguitati per la fede in Cristo sotto il nostro silenzio complice”
"Nella crudeltà della tua passione noi vediamo la crudeltà delle nostre parole e azioni. Nel tuo corpo squarciato e dilaniato, vediamo i corpi dei nostri fratelli abbandonati lungo le strade. In te, vediamo i nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in Cristo, sotto i nostri occhi e spesso sotto il nostro silenzio complice"

«Adesso torniamo a casa col ricordo di Gesù, della sua passione, del suo grande amore, e anche con la speranza della sua gioiosa resurrezione».
Lo ha detto ieri sera Papa Francesco, al termine della Via Crucis al Colosseo, in un discorso di circa dieci minuti: «Nel volto Crocifisso di Gesù – spiega il Papa – noi vediamo i nostri quotidiani tradimenti e le nostre infedeltà. Nella tua innocenza vediamo la nostra colpevolezza, nel tuo volto sfigurato brutalmente vediamo i nostri peccati.
Nella crudeltà della tua passione noi vediamo la crudeltà delle nostre parole e azioni. Nel tuo corpo squarciato e dilaniato, vediamo i corpi dei nostri fratelli abbandonati lungo le strade. In te, vediamo i nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in Cristo, sotto i nostri occhi e spesso sotto il nostro silenzio complice».
Il Papa ha così indirettamente ripetuto l’appello per i giovani uccisi in Kenya, ma anche per le altre vittime delle persecuzioni.
Francesco, con la Via Crucis di ieri, ha voluto ancora una volta fermarsi in preghiera sotto la Croce, come aveva fatto durante il pomeriggio nella basilica di San Pietro dopo la celebrazione della “Passio” e la meditazione di padre Raniero Cantalamessa.
Alla fine della Via Crucis, come all’inizio, le migliaia di fedeli presenti hanno tributato al Papa un affettuoso applauso.