Terremoto in Nepal, almeno tremila i morti, scatta la solidarietà
"La situazione è grave - racconta Padre Perimana - e in queste ore non è possibile fare stime sui danni e sulle vittime. Le strade sono interrotte e molte case e palazzi, spesso fatiscenti, sono crollati sotto le scosse. I feriti stanno affluendo negli ospedali, ma non vogliono entrare per paura di nuove scosse e si affollano all’esterno"
«Si scava con le mani tra le macerie per salvare la vita a chi è rimasto intrappolato e recuperare i dispersi. I soccorsi sono difficili perché molte strade sono interrotte. La torre Dharahara, uno dei simboli di Kathmandu, patrimonio Unesco, è crollata. Sotto sarebbero rimaste oltre 200 persone, molte delle quali potrebbero essere morte. Si parla di almeno 3 mila vittime e per i feriti è impossibile fare una stima».
Dalla capitale del Nepal, colpito oggi da un violento terremoto di magnitudo 7.9, con epicentro a metà strada tra Kathmandu e la città di Pokhara, è stato Padre Pius Perimana, vicario delegato per il Nepal e direttore della Caritas locale ad essere intervistato dall’agenzia di stampa Sir: «La situazione è grave – aggiunge – e in queste ore non è possibile fare stime sui danni e sulle vittime. Le strade sono interrotte e molte case e palazzi, spesso fatiscenti, sono crollati sotto le scosse. I feriti stanno affluendo negli ospedali, ma non vogliono entrare per paura di nuove scosse e si affollano all’esterno».
Padre Perimana lamenta danni anche a scuole, alla chiesa e al convento delle suore. Ma ciononostante la piccola Chiesa locale si sta attivando, attraverso la Caritas Nepal, per portare soccorso: «Fra due giorni – annuncia vicario delegato per il Nepal – avremo qui 10 persone del Catholic Relief service, l’organizzazione umanitaria della Conferenza episcopale degli Usa, ed è operativa una squadra di volontari australiani che era già qui per progetti di cooperazione con la popolazione locale».
I soccorritori, dunque, confidano negli aiuti internazionali per rialzarsi quanto prima: «Adesso – ribadisce Padre Pius Perimana – la priorità è salvare le persone e dare un rifugio e beni di prima necessità a coloro, e sono tanti, che hanno perso la loro casa. Ora serve l’aiuto e la solidarietà del mondo».
Ma anche nei paesi circostanti le forti scosse sono state avvertite in modo distinto. In Bangladesh sembrano esserci già alcune vittime, mentre non si hanno ancora notizie dal vicino Tibet.
Secondo Padre Frederick D’Souza, direttore di Caritas India, anche in India vi sarebbero danni. Nel momento attuale, secondo quanto riporta la Caritas italiana, la Caritas dei diversi paesi coinvolti si è attivata per valutare i danni e per mandare i primi aiuti, via terra dalla vicina India, poiché l’aeroporto di Kathmandu è chiuso: «La priorità è salvare le persone – conclude padre Perumana -, molte hanno perso la loro casa e cercheremo di provvedere al più presto per la realizzazione di rifugi temporanei e per la fornitura di beni di primissima assistenza».
Caritas Italiana, peraltro, è in diretto contatto con tutte le Caritas dell’area, con cui collabora direttamente da diversi anni, ed è pronta anche in questa occasione a fornire il proprio supporto, a fianco delle popolazioni colpite.
Per sostenere gli interventi in corso, si possono inviare offerte a Caritas Italiana, via Aurelia 796 – 00165 Roma, tramite il conto corrente postale numero 347013 specificando nella causale: “Asia/terremoto Nepal”.