“Sacerdoti, vescovi e papi siano servi, a imitazione di Gesù, non manager”
"Nella figura di Gesù - sottolinea Papa Francesco -, “pastore buono”, noi contempliamo la Provvidenza di Dio, la sua sollecitudine paterna per ciascuno di noi. Non ci lascia da soli! Quello di Dio è davvero un amore sorprendente e misterioso, perché donandoci Gesù come Pastore che dà la vita per noi, il Padre ci ha dato tutto ciò che di più grande e prezioso poteva darci!"
«Quanti hanno la missione di guide nella Chiesa, sacerdoti, vescovi, Papi, sono chiamati ad assumere non la mentalità del manager ma quella del servo, a imitazione di Gesù che, spogliando se stesso, ci ha salvati con la sua misericordia».
Lo ha affermato ieri Papa Francesco, in piazza San Pietro, in occasione della recita del Regina Caeli nella “domenica del Buon Pastore”: «Gesù – spiega il Papa – è il buon pastore, perché dà la vita, ha offerto la sua vita in sacrificio per tutti noi: per te, per te, per te, per me, per tutti! E per questo è il buon pastore!».
Cristo, dunque, è il pastore vero che realizza il modello più alto di amore per il gregge: «Egli – ricorda il Santo Padre – dispone liberamente della propria vita, nessuno gliela toglie, ma la dona a favore delle pecore».
In aperta opposizione ai falsi pastori, tra l’altro, Gesù si presenta come il vero e unico pastore del popolo: «Il cattivo pastore – denuncia il Pontefice – pensa a se stesso e sfrutta le pecore; il pastore buono pensa alle pecore e dona se stesso. A differenza del mercenario, Cristo pastore è una guida premurosa che partecipa alla vita del suo gregge, non ricerca altro interesse, non ha altra ambizione che quella di guidare, nutrire e proteggere le sue pecore».
E tutto questo al prezzo più alto, quello del sacrificio della propria vita: «Nella figura di Gesù – sottolinea Papa Bergoglio -, “pastore buono”, noi contempliamo la Provvidenza di Dio, la sua sollecitudine paterna per ciascuno di noi. Non ci lascia da soli! Quello di Dio è davvero un amore sorprendente e misterioso, perché donandoci Gesù come Pastore che dà la vita per noi, il Padre ci ha dato tutto ciò che di più grande e prezioso poteva darci!».
È questo l’amore più alto e più duro: «Perché – aggiunge il Sommo Pontefice – non è motivato da alcuna necessità, non è condizionato da alcun calcolo, non è attratto da alcun interessato desiderio di scambio. Di fronte a questo amore di Dio, noi sperimentiamo una gioia immensa e ci apriamo alla riconoscenza per quanto abbiamo ricevuto gratuitamente».
Ma contemplare e ringraziare non basta: «Occorre – ribadisce Papa Francesco – anche seguire il Buon Pastore. In particolare, a questo stile di vita pastorale, di buon pastore, sono chiamati anche i nuovi sacerdoti della diocesi di Roma, appena ordinati nella basilica di San Pietro».
Due di loro, infine, si sono affacciati accanto al Santo Padre per ringraziare per le preghiere: «Maria Santissima – conclude il Papa – ottenga per me, per i vescovi e per i sacerdoti di tutto il mondo la grazia di servire il popolo santo di Dio mediante la gioiosa predicazione del Vangelo, la sentita celebrazione dei Sacramenti e la paziente e mite guida pastorale».