Beato Nunzio Sulprizio: installato e benedetto il crocifisso al Santuario
"Quando arrivai a Pescosansonesco - racconta il rettore don Gianni Caldarelli -, il 16 ottobre 2010, ho subito notato che sull’altare c’era un vuoto che, in qualche modo, andava riempito e ho pensato subito a un crocifisso. Così, lo scorso agosto, quando il crocifisso anticamente appartenuto alla nostra comunità tornò a San Clemente a Casauria, ho avuto l’idea di realizzare il nostro crocifisso ispirato a quello"
Dallo scorso sabato un crocifisso ligneo, delle dimensioni di 3 metri per 2 metri, sovrasta l’altare del Santuario diocesano del Beato Nunzio Sulprizio a Pescosansonesco sullo sfondo della roccia di Riparossa, da cui sgorgava l’acqua con cui il Beato lavava la ferita procuratasi sulla sua caviglia dopo aver lavorato nella bottega del suo zio fabbro, su cui sorge l’attuale chiesa.
L’opera, commissionata dal rettore e parroco del Santuario don Gianni Caldarelli e realizzata dall’artista Francesco Carullo di Orsogna, è stata benedetta mercoledì pomeriggio dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti all’inizio della Santa Messa presieduta nel giorno della festa di San Giovanni Battista, patrono della ridente località pescarese: «Ora ti preghiamo – ha affermato il presule, durante l’invocazione che ha preceduto il rito di benedizione -, o Dio onnipotente, fa che i tuoi figli, adorando la croce del Redentore, attingano i frutti di salvezza che Egli ha meritato con la sua passione. Su questo legno glorioso, inchiodino i proprio peccati, infrangano la loro superbia, guariscano le infermità della condizione umana, traggano conforto nella prova, sicurezza nel pericolo e, forti della Sua protezione, percorrano le strade del mondo fino a quando Tu, o Padre, li accoglierai nella tua casa. Per Cristo nostro Signore».
La realizzazione del crocifisso, è stata ispirata alla croce lignea quattrocentesca anticamente custodita a Pescosansonesco fino agli anni ’30 quando, a causa di una frana che colpì il paese, venne trasferita nella vicina Abbazia di San Clemente a Casauria dove si trova tutt’ora.
Una realizzazione, quella del crocifisso, fortemente voluta dalla comunità parrocchiale e pescolana: «Quando arrivai a Pescosansonesco – racconta il rettore don Gianni Caldarelli -, il 16 ottobre 2010, ho subito notato che sull’altare c’era un vuoto che, in qualche modo, andava riempito e ho pensato subito a un crocifisso. Così, lo scorso agosto, quando il crocifisso anticamente appartenuto alla nostra comunità è tornato a San Clemente a Casauria, ho avuto l’idea di realizzare il nostro crocifisso ispirato a quello».
Un crocifisso, quello del Santuario del Beato Nunzio, avente delle proprietà tecniche e artistiche molto particolari: «Il volto – sottolinea don Gianni – assume tre aspetti differenti a seconda dell’angolazione da cui lo si guarda».
Un risultato tale, raggiunto grazie all’avanzatissima tecnologia 3D utilizzata dal team di artisti e tecnici, Simone e Francesca Carullo, Simone Rasetta e Rodolfo Valentini, che ha lavorato per la realizzazione della scultura lignea: «Questo crocifisso – illustra Francesco Carullo, esecutore dell’opera – rappresenta l’unico esemplare realizzato con questa tecnica in Abruzzo e uno dei pochi realizzati in tutta Italia. Per questo, ringrazio l’arcivescovo Valentinetti e tutte le autorità che mi hanno dato fiducia, dandomi l’opportunità di realizzare quest’opera, ma soprattutto hanno dato fiducia a questa avanzatissima tecnica».
Un crocifisso che comunque, al di là della tecnica con cui è stato realizzato, a livello teologico racchiude sempre lo stesso e imprescindibile significato: «Questa crocifisso – conclude il rettore del Santuario del Beato Nunzio Sulprizio – deve ricordarci il grande amore di Dio per l’umanità, che ha così tanto amato il mondo da dargli il suo Figlio unigenito, da consegnarlo alla croce».