Riemergono da un cantiere resti dell’antico Forte borbonico di Pescara
"Gli antichi resti - annuncia Andrea Staffa, responsabile della Soprintendenza ai Beni archeologici per la provincia di Pescara - verranno fotografati e repertati, prima di essere rinterrati per restituire ai pescaresi un importante asse viario"
Un ampio tratto di muro di epoca cinquecentesca, che cingeva il lato nord dell’antica Fortezza borbonica e un’altra più recente struttura, probabilmente risalente ai primi anni del secolo scorso, custoditi a circa un metro di profondità al di sotto del manto stradale sul Lungofiume dei poeti. Sono questi gli affascinanti reperti storici, emersi ieri nel corso degli scavi dei lavori di disinquinamento del fiume Pescara, nel tratto di lungofiume compreso tra Ponte Risorgimento e via Spalti del re.
Un cantiere, questo, monitorato dalla Soprintendenza ai Beni archeologici d’Abruzzo che nel 2008 aveva rilasciato il nulla osta per procedere ai lavori e che ieri ha immediatamente avviato un studio archeologico dell’area, unitamente alla Soprintendenza ai Beni ambientali e architettonici: «Durante gli scavi – conferma Andrea Staffa, responsabile della Soprintendenza ai Beni archeologici d’Abruzzo per la provincia di Pescara – oltre al fronte nord della fortificazione borbonica, finora mai esplorato, è riemerso anche l’attacco del bastione che dall’interno proseguiva fino a Rampigna».
Questa, tra l’altro, potrebbe essere solo la prima di altre scoperte che i lavori potrebbero portare alla luce: «Gli scavi – ricorda Staffa – proseguiranno lungo l’intera golena nord, arrivando nella zona in cui si trovava l’antico ponte romano e sperando di coniugare la salvaguardia dei resti con nuove scoperte sulla storia di Pescara».
I ritrovamenti di ieri, comunque, non sorprendono del tutto confermando le segnalazioni pervenute nei giorni scorsi dal regista pescarese Alessio Consorte il quale, munito di georadar, aveva monitorato il terreno segnalando per primo la presenza di antiche strutture murarie. Strutture che il presidente del vicino Circolo canottieri “La Pescara”, l’ingegner Luca Nicolaj, si era offerto di recuperare mettendo gratuitamente a disposizione un escavatore e una draga, ma non andrà così: «Gli antichi resti – annuncia il capoarea della Soprintendenza ai Beni archeologici – verranno fotografati e repertati, prima di essere rinterrati per restituire ai pescaresi un importante asse viario».
Così anche le mura della Fortezza, come accaduto per altri ritrovamenti fra cui l’antica Fonte Borea, torneranno tra le viscere della terra a conferma di una città moderna che, urbanisticamente, fatica a coesistere con il suo passato: «I reperti – assicura Enzo Del Vecchio, vice sindaco di Pescara – saranno comunque oggetto di un incontro pubblico per presentarli alla cittadinanza, mentre la loro mappazione li preserverà da lavori futuri».
Ora la sfida dell’Aca, stazione appaltante dei lavori, sarà quella di ultimare gli scavi senza intaccare i ritrovamenti: «La condotta fognaria che stiamo installando – spiega Bartolomeo Di Giovanni, direttore generale dell’Aca -, poggia a 70 centimetri di profondità e in base alle indicazioni delle Soprintendenze proseguiremo».
Non sono “lavori di disinquinamento del fiume”: magari! Si tratta del completamento del progetto “DK15 – Piano antiallagamenti” dell’ente d’ambito appaltati all’Aca