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“I leader mondiali uniti per porre fine all’epidemia di Aids entro il 2030”

"È necessario - sottolinea il segretario generale delle Nazioni unite - più che raddoppiare il numero di persone che ricevono trattamenti che salvano la vita, affinché si raggiungano i 37 milioni di persone che hanno l’Hiv. Dobbiamo dare a tutte le ragazze e giovani donne l’accesso all’educazione e alle opzioni reali per proteggere se stesse dall’Hiv"

Lo ha ricordato ieri il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon nel suo messaggio per la Giornata mondiale contro l’Aids

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon

«I leader del mondo si sono impegnati all’unanimità per porre fine all’epidemia dell’Aids entro il 2030, come parte degli obiettivi di sviluppo sostenibile adottati a settembre. Questo impegno riflette il potere della solidarietà che ha saputo creare, da una malattia devastante, uno dei movimenti più inclusivi della storia moderna».

Lo ha ricordato ieri il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon nel suo messaggio per la Giornata mondiale contro l’Aids: «Abbiamo molto da imparare dall’azione contro l’Aids – afferma -. Una per una, le persone hanno lottato per la scienza, i diritti umani e l’emancipazione di coloro che hanno l’Hiv. E questo è il modo in cui porremo fine a questa malattia: andando avanti insieme. Il tempo di cui disponiamo per agire sta diminuendo. Per questo motivo, vorrei che un approccio dinamico (Fast Track) desse stimolo agli investimenti e riduca il divario tra bisogni e servizi».

La locandina ufficiale della Giornata mondiale dell'Aids

La locandina ufficiale della Giornata mondiale dell’Aids

Secondo Ban Ki-moon, per fermare l’epidemia e prevenirne la diffusione occorre agire su tutti i fronti: «È necessario – sottolinea il segretario generale delle Nazioni unite – più che raddoppiare il numero di persone che ricevono trattamenti che salvano la vita, affinché si raggiungano i 37 milioni di persone che hanno l’Hiv. Dobbiamo dare a tutte le ragazze e giovani donne l’accesso all’educazione e alle opzioni reali per proteggere se stesse dall’Hiv. E abbiamo bisogno di dare a delle popolazioni precise un pieno accesso ai servizi, nella dignità e nel rispetto. Importante in questo senso sarà l’incontro di alto livello dell’assemblea generale nel 2016 sull’Aids, definito un’opportunità cruciale per il mondo per impegnarsi nel progetto Fast-track e dunque porre fine all’Aids».

La battaglia contro l’Aids ha comunque ottenuto diverse vittorie nei decenni passati: «Ma c’è ancora molto da fare per sconfiggere il virus – ricorda l’Amref – e le drammatiche conseguenze di cui è portatore. Basta pensare all’Africa sub-sahariana, dove ogni anno si registrano 1,4 milioni di nuovi casi di infezioni, più della metà di tutti i nuovi casi registrati a livello mondiale».

Nel corso degli ultimi 15 anni, a livello mondiale, i nuovi casi registrati sono diminuiti del 35%, assestandosi nel 2014 sui 2 milioni. Anche il numero di bambini contagiati è diminuito dal 2000, riducendosi del 58%.

I numeri in senso assoluto, tuttavia, rimangono elevati, specialmente se si prendono in considerazione le aree più economicamente più svantaggiate del mondo, come l’Africa Sub-Sahariana. In questa Regione si manifesta il 66% dei nuovi casi registrati e sono 25,8 milioni le persone che vivono, e convivono, con l’Hiv. Di queste, quasi 13 milioni sono donne: «L’accesso ai servizi sanitari di base – conclude l’organizzazione umanitaria -, ai farmaci antiretrovirali, la ricerca scientifica, l’educazione e la prevenzione sono le armi più potenti per sradicare l’Aids».

Amref ha quindi ribadito il suo impegno in Kenya, Etiopia e Uganda e aderisce all’appello dell’Osservatorio italiano sull’azione globale contro l’Aids per la destinazione della Tassa sulle transazioni finanziarie per la salute globale.

About Davide De Amicis (4572 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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