“Io non ci speravo, ma Papa Francesco ha detto sì e mi ordinerà prete”
Dopo l'ingresso nel Seminario regionale di Chieti, don Marco ha voluto cambiare abbracciando la Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri, trasferendosi presso la comunità piemontese di Mondovì: "All’interno dell’Oratorio - precisa il quasi presbitero - sarò un sacerdote come tutti gli altri, con la differenza che vivrò per sempre in questa comunità piemontese insieme ad altri due confratelli, uno dei quali è il preposito (un primo tra pari). Qui vivremo, cucineremo, gestiremo la nostra parrocchia e serviremo in diocesi quando ci verrà richiesto"
«È stato un regalo, una cosa più grande di me, io non ci speravo ma il Papa ha detto sì e sono rimasto spiazzato». Così Marco Pagliccia, diacono di 33 anni originario di Villanova di Cepagatti, ha accolto le lettera con la quale Papa Francesco gli ha comunicato che domani sarà lui stesso ad ordinarlo sacerdote, insieme ad altri dieci diaconi, durante la messa che presiederà nella Basilica di San Pietro alle ore 9.15 in occasione della Giornata mondiale delle vocazioni.
Un onore, quest’ultimo, che pochi altri suoi colleghi hanno ricevuto e possono raccontare, ma don Marco non si scompone più di tanto: «Non sono emozionato – racconta il prossimo sacerdote -, lo sono più quanti mi circondano, perché per me si sta compiendo ciò che era già in progetto e il fatto che sarà il Papa ad ordinarmi, non fa che confermarmi ulteriormente di aver intrapreso la strada giusta».
Una strada sulla quale il giovane Marco si era avviato fin da piccolo, nella sua parrocchia di San Nicola a Villanova: «Ho sempre frequentato la chiesa – conferma il diacono – e ad un certo punto, stavo più lì che a casa. Mi ci trovavo bene».
Quindi la formazione, culminata con gli studi in Agraria, e l’ingresso nel Seminario regionale di Chieti a 23 anni nell’anno 2005/2006, dov’è arrivata la svolta decisiva della sua vita: «In quell’ambiente – ricorda Marco Pagliccia – non mi trovavo bene e un giorno, nel mio paese, conobbi un padre “filippino” decidendo di avviare un percorso diverso».
Così don Marco ha abbracciato la Confederazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, proseguendo la sua formazione presso la comunità piemontese di Mondovì: «All’interno dell’Oratorio – precisa il quasi presbitero – sarò un sacerdote come tutti gli altri, con la differenza che vivrò per sempre in questa comunità piemontese insieme ad altri due confratelli, uno dei quali è il preposito (un primo tra pari). Qui vivremo, cucineremo, gestiremo la nostra parrocchia e serviremo in diocesi quando ci verrà richiesto».
Così, tra amici e parenti giunti dall’Abruzzo e la comunità parrocchiale di Mondovì, saranno in 250 ad accorrere domattina nella Basilica Vaticana per circondare Marco con affetto, calore e preghiera: «Un altro grande regalo – commenta il giovane diacono -, il più bello, non mi sarei mai aspettato tutta questa gente e voglio presumere – ironizza con umiltà – che verranno per me oltre che per vedere il Papa e Roma».
Lunedì, sempre a Roma, la sua prima messa: «Così come fece San Filippo Neri – annuncia – celebrerò nella chiesa di San Girolamo della carità, vicino Campo de’ Fiori, là dov’è nata la Congregazione». Quindi il felice ritorno nella sua Mondovì: «Lì c’è il vino buono – conclude -, la carne buona e c’è brava gente. Al contrario del detto, i piemontesi non sono falsi e cortesi».