Unicef: 5 diciottenni su 10 in contatto con situazioni pericolose online
"I telefoni mobili e internet - spiega Cornelius Williams, direttore associato Unicef per la protezione dell’infanzia - hanno rivoluzionato l’accesso dei giovani all’informazione, ma il sondaggio ha rilevato quanto attraverso internet sia reale il rischio di abusi per i ragazzi e le ragazze"
Otto diciottenni su 10 credono che i giovani corrano il rischio di subire una qualche forma di abuso sessuale, o di essere sfruttati attraverso il web, e oltre 5 su 10 pensano che i loro amici siano entrati in contatto con situazioni pericolose online.
È quanto emerge da un nuovo studio dell’Unicef, “Perils and Possibilities: growing up online”, un sondaggio internazionale realizzato su oltre 10 mila giovani di 18 anni in 25 Paesi: «I telefoni mobili e internet – spiega Cornelius Williams, direttore associato Unicef per la protezione dell’infanzia – hanno rivoluzionato l’accesso dei giovani all’informazione, ma il sondaggio ha rilevato quanto attraverso internet sia reale il rischio di abusi per i ragazzi e le ragazze». A livello globale infatti, secondo l’Unicef, un utente su 3 in internet è un minorenne.
Circa 6 ragazzi su 10 affermano che incontrare nuove persone online sia molto o abbastanza importante per loro, ma solo il 36% saprebbe riconoscere quando una persona attraverso internet stia mentendo. Oltre due terzi delle ragazze, il 67%, hanno dichiarato che sarebbero molto preoccupate se ricevessero commenti o richieste a sfondo sessuale su internet, rispetto al 47% dei ragazzi.
Quando si verificano minacce online, la maggior parte degli adolescenti si rivolge agli amici più che ai genitori o agli insegnanti, ma meno della metà dei ragazzi ha affermato che saprebbe aiutare un amico. Per porre fine alla violenza online, l’Unicef sta lanciando #ReplyforAll, che è parte dell’iniziativa globale End Violence Against Children: gli adolescenti saranno invitati a condividere messaggi sulla sicurezza online.
L’Unicef, insieme a WeProtect Global Alliance, chiede ai governi nazionali di stabilire risposte coordinate tra i sistemi di giustizia criminale, che comprendono il rafforzamento delle leggi, il benessere dei bambini, l’istruzione, la salute, il settore dell’Information communication technology e la società civile, per proteggere meglio i bambini dalla violenza e dallo sfruttamento sessuale online.