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Homo faber 1- La cupola del Brunelleschi

Comincia con questo articolo un piccolo itinerario intitolato «Homo faber» che ci porterà a riscoprire alcune grandi realizzazioni degli ingegni umani, con la sola volontà di fare memoria di come l’uomo sia capace di grandi azioni, soprattutto quando si mette al servizio della comunità.

Filippo Brunelleschi: orafo, scultore, architetto, ingegnere, scrittore. Il suo genio multiforme al servizio della fede: la cupola di Santa Maria del Fiore.

La Firenze a governo oligarchico degli inizi del Quattrocento era una città nella quale le grandi possibilità dell’ingegno umano erano ben rappresentate: basti pensare alla presenza contemporanea di nomi come Donatello, Masaccio, Lorenzo Ghiberti, Beato Angelico. Nonostante le vaste possibilità offerte alla città fiorentina attraverso queste menti, per le quali lo storico Cardini ha parlato di vera e propria «festa dell’intelligenza», c’era una situazione alla quale gli artisti coevi e precedenti non riuscivano a dare una risposta: il duomo, Santa Maria del Fiore, la cui prima pietra era stata posta nel 1296 su progetto di Arnolfo di Cambio, giaceva lì, senza copertura, senza la cupola che ne avrebbe fatto il monumento maggiormente rappresentativo della magnificenza e dello splendore di Firenze, innalzandola al di sopra delle altre città – stato italiane.

Filippo Brunelleschi

Per cercare di ovviare a questo problema il Comune decise di bandire nel 1418 un concorso pubblico (ah …! i bei tempi andati …!) al quale i maestri cittadini decisero di prendere parte; tra questi ce n’era uno conosciuto per essere un ottimo architetto nonché dotato di un acceso spirito faceto (si legga la Novella del Grasso legnaiuolo), ma con un pessimo carattere: Filippo Brunelleschi (Filippo di ser Brunello Lapi). Costui, già molto in vista in città prima come orafo e poi anche come costruttore di macchine, aveva cominciato a interessarsi della faccenda della cattedrale già nel 1404, come riportano i documenti, e faceva la spola tra Roma e Firenze per arricchire il suo bagaglio tecnico attraverso la conoscenza approfondita delle antichità romane.

Per completezza va ricordato che  a Firenze Brunelleschi ha realizzato altri edifici e opere importanti come lo Spedale degli Innocenti, la formella con il Sacrificio di Isacco per la seconda porta bronzea del Battistero, il Crocifisso di Santa Maria Novella e alcune delle statue per Orsanmichele.

Tornando al progetto di Santa Maria del Fiore, il concorso venne vinto proprio da lui e dal Ghiberti (poi allontanato) e il lavoro nel 1420 poté così cominciare prendendo in considerazione il progetto proposto già dal Trecento: una cupola ogivale a otto spicchi.

Il problema principale dell’opera che Filippo viene chiamato a realizzare riguardava la grandezza della cupola (base 55 metri dal suolo, altezza media 34 metri), impossibile da costruire utilizzando le macchine e le tecniche esistenti; questo portò il nostro a ideare un sistema che oggi è possibile definire «autoportante», con i mattoni disposti a spinapesce e che non prevede quindi l’uso di armature lignee -dette «centine»- per sostenere la cupola durante la sua costruzione.

La cupola, deDettagli della cupolatta in maniera semplice (e forse semplicistica), è costituita da due calotte concentriche -rinforzate da costoloni che hanno la funzione di convogliare le spinte verso i pilastri di sostegno- che si riducono di spessore man mano che si va verso l’alto. Nel tempo ci sono state varie ipotesi soprattutto in riferimento alla funzione dei mattoni a spinapesce che molto probabilmente Brunelleschi aveva potuto notare in alcune costruzioni persiane. Fatto sta che questo tipo di costruzione senza centine rimase un unicum nella storia dell’architettura mondiale.

Il lavoro terminò nel 1434, anno tra l’altro di grande importanza anche per la politica fiorentina vista l’ascesa al potere di Cosimo de’ Medici, banchiere ma soprattutto mecenate che negli anni a venire renderà Firenze ancora più importante. L’architetto poi vinse anche la gara per la costruzione della lanterna posta alla sommità della cupola, che però venne effettivamente realizzata postuma, nel 1466 (muore, infatti, nel 1446).

Oggi la cupola di Santa Maria del Fiore è ancora oggetto di numerose analisi per valutare nel dettaglio la funzione delle varie componenti che la compongono, non ancora pienamente compresa.

About Luca Mazzocchetti (48 Articles)
Nato il 2 luglio del 1985. Studia Lettere moderne all'Università "G. D'Annunzio"di Chieti e poi Didattica dell'italiano come L2 e LS presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere nella sede di Pescara della stessa Università. Ha frequentato la Scuola vaticana di biblioteconomia. Bibliotecario professionista, membro del Comitato Esecutivo Regionale dell' AIB (Associazione Italiana Biblioteche), sezione Abruzzo; docente di scuola secondaria e dell'ISSR "G. Toniolo" di Pescara; direttore della biblioteca "Carlo Maria Martini" e dell'archivio storico dell'Arcidiocesi di Pescara - Penne. Ha scritto diversi articoli per riviste professionali, come "Biblioteche oggi" e "Bibelot: notizie dalle Biblioteche toscane".