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“Il Signore ci conceda di essere dei buoni annunciatori della Parola”

"Se è vero - sottolinea monsignor Valentinetti - che evangelizzatori sono coloro a cui è affidato un ministero, è anche vero che evangelizzatori siamo tutti in forza del Vangelo uomini e donne nuovi capaci di poter parlare nel cuore e annunciare il Regno che viene"

Lo ha affermato ieri l’arcivescovo Valentinetti, presiedendo il Pontificale solenne in occasione della festa di San Cetteo, patrono di Pescara e della sua arcidiocesi

Mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, presiede il Pontificale di San Cetteo

«Il Signore ci conceda di essere dei buoni annunciatori della Parola, alla sequela di San Cetteo, perché se è vero che evangelizzatori sono coloro a cui è affidato un ministero, è anche vero che evangelizzatori siamo tutti in forza del Vangelo uomini e donne nuovi capaci di poter parlare nel cuore e annunciare il Regno che viene».

Lo ha affermato ieri pomeriggio monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, presiedendo il Pontificale solenne in onore di San Cetteo vescovo e martire, patrono di Pescara e della sua arcidiocesi, all’interno del quale ha commentato le letture al centro della quattordicesima domenica del Tempo ordinario: «Il vescovo – esordisce monsignor Valentinetti – è colui che annuncia la Parola di Dio. È il mandato che Gesù ha affidato agli apostoli “Andate in tutto il mondo, annunciate il Vangelo ad ogni creatura, battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Il vescovo affida il mandato di annunciare, predicare e celebrare i divini misteri ai suoi collaboratori, i presbiteri, che a buon ragione possono essere definiti insieme al vescovo “gli operai della messe”».

I fedeli in Cattedrale con, in testa, il sindaco di Pescara Marco Alessandrini e il presidente del Consiglio comunale Antonio Blasioli

I fedeli in Cattedrale con, in testa, le autorità locali

Ma il Signore afferma che la messe è abbondante e gli operai sono pochi: «Pregate, dunque, il Signore della messe – cita il presule -, perché mandi operai nella sua messe. Una richiesta incessante, dunque, perché ci sia chi evangelizzi, perché ci sia chi si faccia portatore della Parola del Signore, perché ci sia chi viva la testimonianza di fede».

Successivamente, l’arcivescovo Valentinetti ha posto un ulteriore interrogativo: «Ma questa penuria di operai nella messe – si chiede -, è solo in questo momento o solo ai tempi del Signore? Perché il Signore Gesù, nel Vangelo, chiede incessantemente che siano mandati operai nella messe? Perché in realtà, umanamente parlando, questa messe non solo è grande e abbondante, ma è anche qualitativamente molto esigente».

Così c’è sempre bisogno di operai attenti, precisi e che siano all’altezza della situazione: «Ma – osserva l’arcivescovo Valentinetti -, se studiassimo un po’ di più la storia della Chiesa, ci renderemmo conto che forse non c’è mai stata un’epoca, nella storia, in cui gli operai siano stati adeguati in numero e in qualità a ciò che il Signore chiedeva. Ma questo perché non ci si insuperbisse».

Il busto argenteo di San Cetteo in processione

Il busto argenteo di San Cetteo in processione

Quello che importa dunque, a detta dell’arcivescovo, è avere la disponibilità e chiedere al padrone della messe che mandi operai nella sua messe: «Ma – aggiunge Valentinetti – chiedere anche che questi operai siano attenti, siano disponibili, siano qualitativamente adeguati e, soprattutto, siano in numero sufficiente tanto da far capire che Lui, il Signore, porta avanti la sua Chiesa e presto verrà a instaurare definitivamente il suo Regno».

Al termine della celebrazione eucaristica, l’arcivescovo ha guidato la processione finale dell’effige argentea di San Cetteo attraverso le strade della città, Ponte D’Annunzio, via Caduta del Forte, piazza Duca D’Aosta, Ponte Risorgimento (dove ha impartito la benedizione al fiume e alla città), piazza Unione e via Conte di Ruvo, per poi fare rientro in Cattedrale.

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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1 Comment on “Il Signore ci conceda di essere dei buoni annunciatori della Parola”

  1. Piero // 5 Luglio 2016 a 16:16 //

    Penso che tutti coloro che si definiscono cristiani debbano automaticamente essere evangelizzatori. Vivere il cristianesimo include seguire le parole di Gesù: “andate e fate discepoli” e seguendo il modello cristiano è bene farlo andando “di villaggio in villaggio” e “di casa in casa” suonando ai campanelli di tutti…

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