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“Maria ci conduce ad aderire senza paura alla volontà del Signore”

"In Maria - osserva l'arcivescovo Valentinetti - ci è stato insegnato che non possiamo essere indifferenti di fronte a Dio, in Maria ci è stato insegnato che possiamo intraprendere un cammino di fede per adeguarci e per vivere dentro la scia di una volontà, perché siamo stati chiamati ad essere eredi secondo un progetto che tutto opera"

Lo ha affermato ieri l’arcivescovo Valentinetti, pronunciando l’omelia della messa dell’Immacolata concezione della Beata Vergine Maria nel Santuario del Cuore Immacolato di Maria a Pescara

L'arcivescovo Valentinetti pronuncia l'omelia
Padre Albert Sedogu, parroco del Santuario del Cuore Immacolato di Maria

È stata una celebrazione eucaristica molto sentita e partecipata, quella presieduta ieri dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti nel Santuario del Cuore Immacolato di Maria a Pescara in occasione della solennità dell’Immacolata concezione della Beata Vergine Maria. Un’Eucaristia solenne, trasmessa in diretta da Radio Maria e dall’emittente radiofonica diocesana Radio Speranza, iniziata con i saluti del parroco Padre Albert Sedogu, che ha concelebrato la liturgia insieme ai suoi confratelli camilliani del Burkina Faso: «“Tota pulchra est Maria” (Tutta bella è Maria) – esordisce Padre Albert -. Fratelli e sorelle, oggi nei nostri cuori grande gioia per le meraviglie che Dio ha compiuto nella nostra vita attraverso Maria, che oggi celebriamo nella sua Immacolata concezione. Ringraziamo il Signore e chiediamo di essere in comunione con tutti i santi per questa meraviglia. Dio continua a sorprenderci. Chiediamo come di comunicare con Maria questa grande gioia, questo grande sistema che offre all’umanità. Siamo felici oggi come comunità camilliana del Burkina Faso, in questo Santuario del Cuore Immacolato di Maria, di celebrare con tutti voi. In modo particolare ringraziamo il nostro arcivescovo che presiede questa celebrazione e ringraziamo l’equipe di Radio Maria e di Radio Speranza per questo impegno, per questo servizio di rendere questa nostra gioia proprio condivisa con tutti i fedeli che ascoltano. Tutta la parrocchia in festa oggi offre il rendimento di grazie al Signore attraverso Maria e il cuore di Maria. Che il Signore ci Guidi, ci dia in questo momento la grazia di partecipare pienamente al mistero, come Maria. Sia lodato Gesù Cristo».

A seguire i saluti dell’arcivescovo Valentinetti, indirizzati soprattutto ai fedeli collegati attraverso la radio: «Un saluto a tutti gli ascoltatori di Radio Maria e di Radio Speranza, la nostra radio diocesana – esordisce il presule -, e soprattutto un caro saluto agli anziani e ai malati che si uniscono, non potendo partecipare di persona all’Eucaristia, nell’ascolto della radio e della trasmissione della santa messa. Ci affidiamo al cuore di Maria, ci affidiamo a Lei per trovare ancora una volta misericordia e riconoscere così tutti i nostri peccati».

L’arcivescovo Valentinetti e i padri camilliani concelebrano la santa messa

Nell’omelia l’arcivescovo di Pescara-Penne ha ricordato l’importanza del mistero dell’Immacolata concezione della Beata Vergine Maria, attraverso l’approfondimento della Parola del giorno: «Anche oggi – afferma monsignor Valentinetti –, in questo tempo che stiamo vivendo, in questo mondo contemporaneo, Dio continua a dire all’uomo, ad ogni uomo, ad ogni donna, “Adamo, Eva, dove sei? Dove ti sei collocato? Dove ti sei sistemato, dove ti stai mettendo? Dove stai andando?” E la risposta di Adamo a quella richiesta di Dio, “Adamo dove sei?”, è stata una risposta terribile. “Perché – dice Adamo – ho avuto paura? Perché sono nudo e mi sono nascosto?” Probabilmente l’uomo moderno, l’uomo odierno, non direbbe nemmeno “Ho avuto paura”. Probabilmente risponderebbe “Mi sei indifferente, non so chi sei, ma comunque qualcuno mi ha raccontato di te e dovrei averne paura? Perché ci sono state date delle leggi morali molto cogenti, molto pressanti. E tutto questo, se ci penso bene, mi fa paura perché sono nudo. Sì, sono un peccatore, sono uno sprovvisto di ogni addentellato di grazia umana e dunque anch’io mi nascondo davanti al tuo volto o, più che mi nascondo, faccio finta di non vederti così sto più tranquillo“. Questa è la vicenda umana ai nostri giorni. Una vicenda umana dove poi per qualcuno, forse più di qualcuno, c’è un cammino per comprendere che c’è una radice di male, una radice di cattiveria, una radice di contraddizione al grande mistero dell’amore di Dio. Ma può finire tutto così? Tutto può essere realizzato in questo modo? Ci dobbiamo rassegnare a questa indifferenza? Ci dobbiamo rassegnare a questa paura? Ci dobbiamo rassegnare ad una condanna?».

A questo punto, monsignor Valentinetti ha invitato a seguire il modello offerto dalla Vergine Maria: «No, non ci rassegniamo – sottolinea l’arcivescovo – perché in un certo tempo della storia dell’umanità, dopo quella prima paura e dopo tante paure e dopo che l’uomo ha sperimentato anche la lontananza da Dio, ad un certo punto c’è un’altra proposta. Una proposta guarda caso ad una donna, ad una vergine, a una giovinetta. Una proposta di essere coinvolta dentro un mistero. La risposta non è di paura, ma di turbamento. , quello sì, ma il mistero di Dio turba. Chi non si turberebbe di fronte a un mistero di Dio? Ma chi non si turba di fronte al mistero di Dio nella nostra vita, nella nostra singola vita? Quando Dio ci chiede, forse qualche volta, di seguire le sue volontà che ci sembrano impossibili? Pensiamo al mistero della sofferenza, pensiamo al mistero della malattia, pensiamo al mistero dell’indigenza, della povertà. Pensiamo al mistero del dolore causato dalla guerra, dalla morte improvvisa. Chi non si turberebbe? Dobbiamo rimanere sotto il peso di un turbamento o forse possiamo fare un cammino di fede e, facendolo, avere il coraggio di accogliere anche noi quel “Rallegrati, tu che sei stata riempita di ogni grazia” e lasciarci prendere dal mistero? Così come Maria si è lasciata prendere dal mistero per dire al Signore, “Sì, ci sto, faccio quello che vuoi tu mi metto a tua disposizione, anche se faccio fatica a capirlo, perché non conosco uomo, non mi sono sposata ancora, come posso aver concepito un figlio?”. È il mistero di Dio che chiede le cose impossibili, che chiede i miracoli alla vita delle persone. Oggi certamente noi la contempliamo preservata dal peccato originale, cioè preservata da quel peccato di paura, di contraddizione, di morte, che ha segnato la vita di tutta l’umanità e continua a segnare la vita di tutta l’umanità. Ma, al di là di tutto questo, c’è questa disponibilità di una donna umanamente bella e pronta a convolare a nozze per essere, perché è chiamata ad essere la madre del Signore. È una contemplazione d’amore».

I fedeli presenti al Santuario del Cuore Immacolato di Maria

Quindi il riferimento alla seconda lettura, la lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini che: «Ci fa benedire, lodare, ringraziare Dio – spiega l’arcivescovo di Pescara-Penne – perché ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo, soprattutto in Maria. Ci è stato insegnato che non possiamo avere paura di Dio. In Maria ci è stato insegnato che non possiamo essere indifferenti di fronte a Dio, in Maria ci è stato insegnato che possiamo intraprendere un cammino di fede per adeguarci e per vivere dentro la scia di una volontà, perché siamo stati chiamati ad essere eredi secondo un progetto che tutto opera. Secondo la sua volontà, a lode della sua gloria, in Maria siamo anche noi coinvolti in questo meraviglioso progetto. In Maria, figlia e primo membro della Chiesa, noi siamo coinvolti nella Chiesa a camminare dietro il Signore e lei continua a dirci “Non abbiate paura, vi prendo per mano e vi conduco io alle mete più belle dell’adesione alla Sua volontà”».

Al tal proposito, monsignor Tommaso Valentinetti ha citato dapprima la riflessione dell’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, espressa in occasione della solennità di Sant’Ambrogio: «Ha elaborato proprio tutta la sua riflessione sul non avere paura – rilancia il presule -, anche se il tempo presente ci può fare paura. Ma via le paure!». E poi la citazione della famosissima frase pronunciata da San Giovanni Paolo II nella sua cerimonia di insediamento al Soglio di Pietro “Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo, non abbiate paura, spalancate le porte delle nazioni, dei popoli. Non abbiate paura, perché Cristo è il Signore di tutta l’umanità”. Con Maria vogliamo proclamare questa fede, anche se sentiamo le nostre pochezze le nostre fatiche e le nostre incertezze, ma canteremo sempre al Signore un canto nuovo, perché continua a compiere meraviglie. Amen».

About Davide De Amicis (4383 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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