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Covid-19: “Dobbiamo avere fede, torneremo a versare il vino buono”

"In questi giorni - constata l'arcivescovo Valentinetti - sento dire più volte “Ma il Signore ci ha dimenticato?” “Ma la Madonna non ci pensa? "Possibile che ci sia tanta gente che soffre?”. Maria se ne accorge, Maria sta intercedendo per noi. È questa la nostra certezza"

Lo ha affermato ieri l’arcivescovo Valentinetti, presiedendo la santa messa nella memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes

Mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, pronuncia l'omelia

L’approdo in paradiso come una festa di nozze eterna. Con questo paragone ieri sera, nella Cappella Gesù buon samaritano dell’Ospedale civile di Pescara, l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti ha presieduto la santa messa nel giorno in cui si è fatta memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, nella ventinovesima Giornata del malato dal tema “Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli (Mt 23,8). La relazione di fiducia alla base della cura dei malati”: «Il cammino della vita di ognuno di noi – introduce il presule – è una grande preparazione ad entrare, un giorno – questo lo disse la Vergine Maria a Bernadette -, nella gloria del cielo. È la ricerca fondamentale del paradiso. Da che mondo è mondo, la Bibbia ha sempre identificato questo paradiso, questa dimensione di eternità con una festa eterna di nozze. Anche il Libro dell’Apocalisse si conclude con il verso con lo Spirito e la sposa che dicono “Vieni Signore Gesù. Vieni a celebrare definitivamente quelle nozze eterne, dove sarà festa e sarà festa per sempre”».

In seguito l’arcivescovo Valentinetti ha proseguito la sua riflessione, concentrandosi su brano biblico delle Nozze di Cana al centro della liturgia di ieri: «Il Vangelo di Giovanni – ricorda – ci dice che uno dei primi atti della vita di Gesù  fu la partecipazione ad una festa nuziale. Ciò che mi preme sottolineare è che queste nozze, così come sono vissute, possono trovare un intoppo. Nel caso specifico della narrazione fatta è che viene a mancare il vino, ovvero uno degli elementi più importanti della festa, e non sanno cosa fare. Se ne accorgono in pochissimi, ma non manca lo sguardo di Maria su questa mancanza. Non hanno più vino. Forse, molto probabilmente, questo vino era poco dall’inizio. Tutto questo mi porta a dire che nella nostra vita può succedere, e succede, che preparandoci a quelle nozze eterne, ad un certo punto, venga a mancare il vino. Cioè ci sia un intoppo, ci siano più intoppi, ci siano più situazioni difficili che possano – in qualche modo – ostacolare, impedire, affaticare questa celebrazione delle nozze eterne. E la malattia, la sofferenza, le fatiche della vita che cosa sono se non degli intoppi che, purtroppo, il Maligno mette sulla nostra strada perché quelle nozze non siano celebrate con la dovuta solennità e con la dovuta festa.

Gli operatori sanitari che hanno partecipato alla liturgia nella Cappella del Buon samaritano

Una sofferenza che non passa inosservata: «E chi si accorge di tutto questo? – s’interroga l’arcivescovo – Se ne accorge Maria, perché il suo sguardo è continuo e vigilante. È uno sguardo di mamma, è uno sguardo di donna, è uno sguardo di sposa e si accorge di ogni cosa. Se ne accorge anche quando noi pensiamo che non se ne accorga, anche quando noi pensiamo che non stia a guardare, che abbia voltato lo sguardo da un’altra parte. In questi giorni sento dire più volte “Ma il Signore ci ha dimenticato?” “Ma la Madonna non ci pensa? Con tutti i segni miracolosi che ha fatto per sua intercessione, anche nella Grotta di Massabielle, possibile che ci sono tanti morti? “Possibile che ci sia tanta gente che soffre?” “Possibile che siamo costretti in continuazione in una situazione così difficile?”. Maria se ne accorge, Maria sta intercedendo per noi. È questa la nostra certezza. In quel “non hanno vino” c’è ancora una volta la parola di Maria a suo figlio Gesù che dice “Guarda la tua eredità, guarda i figli che ti sei acquistato a prezzo del tuo sangue. Non lasciarli, non abbandonarli”. E allora lo sguardo di Gesù. Fate lo sguardo di Maria prima su Gesù e poi a noi, dicendoci  “Fate tutto quello che Egli vi dirà”».

Quindi l’arcivescovo di Pescara-Penne si è posto la domanda su cosa dica a noi il Signore in questo tempo: «È questo il punto importante – sottolinea, rivolgendosi ai presenti in cappella -. La maggior parte di voi è composta da operatori sanitari, molto spesso a contatto con gli ammalati. Che cosa ci dice il Signore in questo tempo? “Rassegnatevi?” “Fate finta che questa cosa non esiste?” “Che questo momento debba schiacciarci, debba sopprimerci?”. No, il Signore continua a dire che dobbiamo attraversare questo momento con una fede solita perché, al più presto, senza dubbio, senza mancanza alcuna, arriverà il momento in cui sarà versato il vino buono nuovamente e sarà festa ancora una volta per sempre e sarà festa per tutti».

Da qui è emersa una raccomandazione: «Dobbiamo avere fede però – ribadisce monsignor Tommaso Valentinetti -, dobbiamo avere una fede incrollabile, dobbiamo avere una certezza forte dentro il nostro cuore. Non possiamo né dobbiamo perderci di coraggio, perché la Parola di Isaia che questa sera è stata di nuovo proclamata, in questa memoria festiva della Beata Vergine Maria di Lourdes, ci dice ancora una volta “Sfavillate con Essa di gioia, tutti voi che per essa eravate in lutto. Il lutto si cambierà in gioia, la tristezza sarà cancellata definitivamente. Al Suo seno avrete la consolazione, vi delizierete al petto della Sua gloria perché, ecco, io farò di nuovo tutte le cose più belle. Sarete allattati e portati in braccio e sulle ginocchia sarete accarezzati. Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò”. E questa sera la carezza di Maria scende su di voi. Siamo pochi, siamo fratelli e sorelle ridotti al minimo indispensabile, ma è la presenza simbolica e sacramentale di tutta la nostra Chiesa che sente questo sguardo dolce e meraviglioso e questa carezza, ancora una volta, piena di tenerezza di Maria che scende su di noi, soprattutto su quelli che stanno soffrendo». Così l’auspicio finale: «Con questa fede – conclude l’arcivescovo Valentinetti – vogliamo vivere questa santa eucaristia e affidare a Maria tutte le nostre intenzioni e tutte le persone che ci sono care».

About Davide De Amicis (4381 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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