“Dio disperda ogni progetto di morte: nessuno versi il sangue del fratello”
"Marta e Maria - osserva Papa Francesco - che accolgono a casa il Signore, ci ricordano che l’ospitalità è una virtù umana e cristiana, una virtù che purtroppo nel mondo di oggi rischia di essere trascurata. Infatti, si moltiplicano le case di ricovero e gli ospizi, ma non sempre in questi ambienti si pratica una reale ospitalità. Si dà vita a varie istituzioni che provvedono a molte forme di malattia, di solitudine, di emarginazione, ma diminuisce la probabilità per chi è straniero, emarginato, escluso di trovare qualcuno disposto ad ascoltarlo"

«Dio disperda ogni progetto di terrore e di morte, perché nessun uomo osi più versare il sangue del fratello. Un abbraccio paterno e fraterno a tutti gli abitanti di Nizza e a tutta la nazione francese».
Lo ha affermato stamani Papa Francesco, pronunciando l’Angelus domenicale in piazza San Pietro in occasione del quale ha ricordato soprattutto le vittime dell’ennesimo tragico attentato che ha sconvolto la Francia giovedì scorso: «Nei nostri cuori – sottolinea il Papa – è vivo il dolore per la strage che, la sera di giovedì scorso, a Nizza, ha falciato tante vite innocenti, persino tanti bambini. Sono vicino ad ogni famiglia e all’intera nazione francese in lutto. Dio, Padre buono, accolga tutte le vittime nella sua pace, sostenga i feriti e conforti i familiari».
Riflettendo poi sul brano evangelico di Marta e Maria, proposto dalla liturgia della sedicesima domenica del tempo ordinario, il Santo Padre ha esortato a costruire un mondo nuovo, più fraterno, basato sull’accoglienza e non sull’emarginazione e l’esclusione: «Le due sorelle che accolgono a casa il Signore – osserva il Pontefice -, ci ricordano che l’ospitalità è una virtù umana e cristiana, una virtù che purtroppo nel mondo di oggi rischia di essere trascurata. Infatti, si moltiplicano le case di ricovero e gli ospizi, ma non sempre in questi ambienti si pratica una reale ospitalità. Si dà vita a varie istituzioni che provvedono a molte forme di malattia, di solitudine, di emarginazione, ma diminuisce la probabilità per chi è straniero, emarginato, escluso di trovare qualcuno disposto ad ascoltarlo. Perché è straniero, profugo, migrante. Ascoltare quella dolorosa storia! Persino nella propria casa, tra i propri familiari, può capitare di trovare più facilmente servizi e cure di vario genere che ascolto e accoglienza».
Insomma, a detta del Santo Padre, oggi siamo presi da tanti problemi, e alcuni dei quali non importanti, mancando della capacità di ascolto: «Siamo indaffarati continuamente – ribadisce – e così non abbiamo tempo per ascoltare. E io vorrei domandare a voi, farvi una domanda, ognuno risponda nel proprio cuore: “Tu, marito, hai tempo per ascoltare tua moglie? E tu, donna, hai tempo per ascoltare tuo marito? Voi genitori avete tempo, tempo da perdere, per ascoltare i vostri figli o i vostri nonni, gli anziani? Ma, i nonni sempre dicono le stesse cose, sono noiosi…” Ma hanno bisogno di essere ascoltati! Ascoltare. Vi chiedo di imparare ad ascoltare e di dedicargli più tempo. Nella capacità di ascolto c’è la radice della pace».
Nel brano biblico Maria ascolta la parola di Gesù mentre Marta, distratta dalle cose da preparare, si lamenta con Lui perché la sorella non l’aiuta. Così il Signore l’invita a fare come Maria, a scegliere l’unica cosa necessaria: «Nel suo affaccendarsi e darsi da fare – ricorda Papa Bergoglio -, Marta rischia di dimenticare. E questo è il problema: rischia di dimenticare la cosa più importante, cioè la presenza dell’ospite, che era Gesù in questo caso. Si dimentica della presenza dell’ospite. E l’ospite non va semplicemente servito, nutrito, accudito in ogni maniera. Occorre soprattutto che sia ascoltato. Ricordate bene questa parola: ascoltare! Perché l’ospite accolto come persona, con la sua storia, il suo cuore ricco di sentimenti e di pensieri, così che possa sentirsi veramente in famiglia. Ma se tu accogli un ospite a casa tua e continui a fare le cose, lo fai sedere lì, muto lui e muto te, è come se fosse di pietra, l’ospite di pietra. No! L’ospite va ascoltato».
Dunque, l’unica cosa di cui c’è bisogno è certamente l’ascolto della parole di Gesù: «Che illumina – continua Papa Francesco – e sostiene tutto ciò che siamo e che facciamo. Se noi andiamo a pregare davanti al Crocifisso e parliamo, parliamo, parliamo e parliamo e poi ce ne andiamo, non ascoltiamo Gesù! Non lasciamo parlare Lui al nostro cuore».
Ascoltare, quindi, questa è la parola chiave: «Non dimenticatevi! – avverte il Papa – Ma non dobbiamo dimenticare che anche nella casa di Marta e Maria, Gesù, prima di essere Signore e Maestro, è pellegrino e ospite. Dunque, la sua risposta ha questo primo e più immediato significato: “Marta, Marta, perché ti dai tanto da fare per l’ospite fino a dimenticare la sua presenza? L’ospite di pietra!” Per accoglierlo non sono necessarie molte cose; anzi, necessaria è una cosa sola: ascoltarlo, dimostrargli un atteggiamento fraterno in modo che si accorga di essere in famiglia e non in un ricovero provvisorio».
Da qui la preghiera rivolta alla Madonna: «La Vergine Maria – conclude il Sommo Pontefice -, Madre dell’ascolto e del servizio premuroso, ci insegni ad essere accoglienti e ospitali verso i nostri fratelli e le nostre sorelle».