Migranti: “Ad oggi morti in mare aumentati del 35% rispetto al 2015”
"Basta morti prima di tutto - intima Padre Ripamonti, presidente del Centro Astalli -, ma anche basta accordi con Paesi Terzi che non garantiscono il rispetto dei diritti umani. È necessario e urgente creare forme di ingresso sicure per quanti in fuga da guerre e persecuzioni hanno il diritto di chiedere asilo in Europa; applicare il prima possibile tra gli Stati europei il mutuo riconoscimento dello status di rifugiato in modo da garantire un’equa ripartizione dei rifugiati all’interno dell’Unione"
I corpi di 120 migranti sono stati trovati sulle coste della Libia negli ultimi 10 giorni. Lo ha affermato l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), specificando che si tratterebbe delle vittime di un naufragio di cui non si era a conoscenza prima del ritrovamento dei cadaveri.
In totale, in base ai dati Oim sono 4.027 i migranti morti nel 2016, tre quarti dei quali sono deceduti nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa. Si tratta di un aumento del 35% rispetto ai dati dei primi 7 mesi del 2015: «Per capire la reale portata della tragedia – commenta Padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati-JRS – è necessario fare lo sforzo di vedere dietro ad ogni numero storie, famiglie, aspirazioni e vite per la gran parte molto giovani distrutte da politiche ingiuste e sbagliate. Paghiamo un prezzo altissimo prima di tutto in vite umane ma anche in risorse economiche investite nell’inutile e demagogica chiusura delle frontiere».
Il Centro Astalli chiede nuovamente a istituzioni nazionali e sovranazionali di creare vie legali per chiedere asilo in Europa: «Basta morti prima di tutto – intima Padre Ripamonti -, ma anche basta accordi con Paesi Terzi che non garantiscono il rispetto dei diritti umani. È necessario e urgente creare forme di ingresso sicure per quanti in fuga da guerre e persecuzioni hanno il diritto di chiedere asilo in Europa; applicare il prima possibile tra gli Stati europei il mutuo riconoscimento dello status di rifugiato in modo da garantire un’equa ripartizione dei rifugiati all’interno dell’Unione».
Solo questa, a detta del Centro Astalli, è la strada per assicurare standard di accoglienza e integrazione adeguati e avere un controllo maggiore sui flussi: «Fare in modo – ribadisce il presidente del Centro Astalli – che tutti gli Stati dell’Unione accolgano in modo proporzionale i migranti forzati. Al momento, meno di un terzo degli Stati membri accolgono la maggior parte di rifugiati che riescono a giungere vivi in Europa».