“No alla guerra: non resti inascoltato il grido di dolore degli innocenti”
"La preghiera e la volontà di collaborare - ricorda Papa Francesco - impegnano a una pace vera, non illusoria. Non la quiete di chi schiva le difficoltà e si volta dall’altra parte, se i suoi interessi non sono toccati; non il cinismo di chi si lava le mani di problemi non suoi; non l’approccio virtuale di chi giudica tutto e tutti sulla tastiera di un computer, senza aprire gli occhi alle necessità dei fratelli e sporcarsi le mani per chi ha bisogno. La nostra strada è quella di immergerci nelle situazioni e dare il primo posto a chi soffre; di assumere i conflitti e sanarli dal di dentro; di percorrere con coerenza vie di bene, respingendo le scorciatoie del male; di intraprendere pazientemente, con l’aiuto di Dio e con la buona volontà, processi di pace"
«Ci siamo posti in ascolto della voce dei poveri, dei bambini, delle giovani generazioni, delle donne e di tanti fratelli e sorelle che soffrono per la guerra; con loro diciamo con forza: no alla guerra! Non resti inascoltato il grido di dolore di tanti innocenti».
È quanto si legge nell’appello per la pace che gli oltre 500 leader religiosi ad Assisi, nel pomeriggio, hanno rivolto al mondo a conclusione della Giornata di preghiera per la pace: «Chi invoca il nome di Dio per giustificare il terrorismo, la violenza e la guerra – scrivono i leader religiosi -, non cammina nella Sua strada: la guerra in nome della religione diventa una guerra alla religione stessa. Con ferma convinzione, ribadiamo dunque che la violenza e il terrorismo si oppongono al vero spirito religioso».
I leader si rivolgono un appello alla comunità internazionale: «Imploriamo i responsabili delle Nazioni – scrivono – perché siano disinnescati i moventi delle guerre. L’avidità di potere e denaro, la cupidigia di chi commercia armi, gli interessi di parte, le vendette per il passato. Aumenti l’impegno concreto per rimuovere le cause soggiacenti ai conflitti, le situazioni di povertà, ingiustizia e disuguaglianza, lo sfruttamento e il disprezzo della vita umana. Si apra finalmente un nuovo tempo, in cui il mondo globalizzato diventi una famiglia di popoli. Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace; da Assisi rinnoviamo con convinzione il nostro impegno a esserlo, con l’aiuto di Dio, insieme a tutti gli uomini e donne di buona volontà».
Toccanti e intense anche le parole espresse da Papa Francesco: «Noi non abbiamo armi – osserva -. Crediamo però nella forza mite e umile della preghiera. In questa giornata, la sete di pace si è fatta invocazione a Dio, perché cessino guerre, terrorismo e violenze. Diverse sono le nostre tradizioni religiose. Ma la differenza non è per noi motivo di conflitto, di polemica o di freddo distacco. Oggi non abbiamo pregato gli uni contro gli altri, come talvolta è purtroppo accaduto nella storia. Senza sincretismi e senza relativismi, abbiamo invece pregato gli uni accanto agli altri, gli uni per gli altri».
Quindi, il Santo Padre ha voluto ancora stigmatizzare la violenza commessa a scopo religioso: «Non ci stanchiamo di ripetere che – insiste il Pontefice – mai il nome di Dio può giustificare la violenza. Solo la pace è santa! Solo la pace è santa, non la guerra!».
Successivamente, Papa Bergoglio ha riflettuto sui due elementi imprescindibili alla base della pace: «La preghiera e la volontà di collaborare – ricorda – impegnano a una pace vera, non illusoria. Non la quiete di chi schiva le difficoltà e si volta dall’altra parte, se i suoi interessi non sono toccati; non il cinismo di chi si lava le mani di problemi non suoi; non l’approccio virtuale di chi giudica tutto e tutti sulla tastiera di un computer, senza aprire gli occhi alle necessità dei fratelli e sporcarsi le mani per chi ha bisogno. La nostra strada è quella di immergerci nelle situazioni e dare il primo posto a chi soffre; di assumere i conflitti e sanarli dal di dentro; di percorrere con coerenza vie di bene, respingendo le scorciatoie del male; di intraprendere pazientemente, con l’aiuto di Dio e con la buona volontà, processi di pace».
Nel messaggio del Papa, anche un appello agli amministratori e ai leader delle Nazioni: «Perché – esorta – non si stanchino di cercare e promuovere vie di pace, guardando al di là degli interessi di parte e del momento. Non rimangano inascoltati l’appello di Dio alle coscienze, il grido di pace dei poveri e le buone attese delle giovani generazioni».
Poi il ricordo di quanto disse Papa Giovanni Paolo II trent’anni fa, in occasione del primo incontro di Assisi “La pace è un cantiere aperto a tutti, non solo agli specialisti, ai sapienti e agli strateghi. La pace è una responsabilità universale”: «Assumiamo – invita Papa Francesco – questa responsabilità, riaffermiamo oggi il nostro sì ad essere, insieme, costruttori della pace che Dio vuole e di cui l’umanità è assetata».
Il Papa ha anche auspicato che i credenti siano artigiani di pace nell’invocazione a Dio e nell’azione per l’uomo: «E noi – aggiunge -, come Capi religiosi, siamo tenuti a essere solidi ponti di dialogo, mediatori creativi di pace».