Unicef: “Oltre 20 mila bambini non accompagnati giunti in Italia da gennaio”
"Ogni settimana - spiega Sabrina Avakian, child protection officer dell’Unicef - centinaia di bambini arrivano qui, ognuno di loro ha esigenze reali e urgenti, dai neonati agli adolescenti che viaggiano da soli e che non sanno che cosa li aspetta in un paese che non conoscono"
Il numero di bambini rifugiati e migranti arrivati in Italia nel 2016 ha raggiunto livelli senza precedenti: «Da gennaio ad ottobre 2016 è stato stimato che oltre 20 mila bambini non accompagnati, o separati, sono arrivati in Italia via mare. Questo dato già da solo supera il numero di bambini arrivati in Italia nel 2015 che erano 16.500, di questi 12.300 erano bambini non accompagnati e separati».
Lo ha affermato l’Unicef in una nota, denunciando l’altissimo numero di minori migranti che arrivano senza accompagnamento nel nostro Paese: «Nei primi nove mesi del 2016 – aggiunge l’organizzazione umanitaria – il numero di bambini arrivati via mare è stato più alto dell’anno scorso. Quest’anno oltre il 90% dei bambini ha viaggiato da solo, mentre nel 2015 i minori non accompagnati erano il 75%».
Secondo un team dell’Unicef sul campo, la situazione dei bambini rifugiati e migranti in Italia è sempre più critica e il sistema di protezione italiano è al limite: «Ogni settimana – spiega Sabrina Avakian, child protection officer dell’Unicef, attualmente in Calabria, per verificare i bisogni dei bambini migranti e rifugiati, in particolar modo di quelli appena arrivati – centinaia di bambini arrivano qui, ognuno di loro ha esigenze reali e urgenti, dai neonati agli adolescenti che viaggiano da soli e che non sanno che cosa li aspetta in un paese che non conoscono».
Molti bambini hanno subìto profondi traumi a causa del viaggio: «Hanno visto affogare persone – racconta la Avakian -, alcuni hanno terribili ustioni dovute al carburante sui gommoni. I bambini e le loro madri hanno bisogno di cure specifiche per l’allattamento, tutti loro hanno bisogno di adeguata protezione e di un posto in cui vivere e già solo questo richiede troppo tempo».
Sulle navi della Guardia costiera italiana, l’Unicef ha allestito degli spazi a misura di bambino per i bambini più piccoli, mentre per gli adolescenti gli operatori dell’Unicef stanno fornendo supporto psicologico al loro arrivo.