Sono 215 milioni i cristiani perseguitati nel mondo
Sostiene Cristian Nani, direttore di Porte aperte: "Nell’epoca delle immagini - osserva - fa più eco un assassinio ripreso con un cellulare che un milione di persone trattate come animali. Un cristiano ogni 3 subisce una grave forma di persecuzione nei 50 Stati della nostra ricerca. C’è molto di più delle morti e degli attentati alle chiese. In fondo stiamo parlando di milioni di vite vessate e oppresse a causa di una scelta di fede"
Sono Corea del Nord, Somalia, Yemen, Afghanistan ed Eritrea i cinque Paesi in cima a una lista di 50 nazioni fra i luoghi peggiori in cui essere cristiani. Lo sostiene l’associazione “Porte aperte”, che opera al servizio dei cristiani perseguitati, la quale ieri ha pubblicato la “World Watch List 2017”, ossia la nuova lista dei primi 50 Stati dove più si perseguitano i cristiani al mondo.
Secondo “Porte aperte”, dunque, la Corea del Nord per il 15° anno di fila è il luogo peggiore al mondo dove essere cristiani: «La Chiesa – si legge nel rapporto – è interamente clandestina e scollegata dal mondo (se non per il lavoro di missioni come Porte aperte che aiutano dall’interno). In questo Paese possedere una Bibbia, adorare Dio, mette a rischio la vita propria e dei familiari».
Segue la Somalia: «Il carattere intrinsecamente tribale della società – spiegano i ricercatori – fa salire questo paese al secondo posto; ogni convertito dall’islam al cristianesimo, quando scoperto, affronta la morte. La Chiesa è pressoché totalmente clandestina».
Secondo la “World Watch List 2017”, nel periodo di riferimento dell’indagine, tra il 1° novembre 2015 e il 31 ottobre 2016, sono stati registrati 1.207 cristiani uccisi per motivi legati alla fede e 1.329 chiese attaccate. Stando al report, molti meno casi di incidenti contro cristiani si sono registrati in Siria e Iraq, poiché la gran parte di essi è fuggita dall’Isis. Per chi è rimasto (anche sfollato in altre aree), la pressione è ancora molto alta.
Per “Porte aperte” i cristiani perseguitati nel mondo sarebbero 215 milioni: «L’oppressione islamica – sottolinea la ricerca – costituisce ancora la fonte principale di persecuzione anticristiana, non solo per i fenomeni radicali di gruppi estremisti come Boko Haram (Nigeria, Niger, Chad, Camerun), Al Shabaab (Somalia, Kenya, Uganda) o lo stesso Isis, ma per il fatto che in ben 35 dei 50 Paesi della lista la generale oppressione esercitata dall’islam sulle minoranze fa crescere esponenzialmente l’intolleranza anticristiana a tutti i livelli».
Sostiene Cristian Nani, direttore di Porte aperte: «Nell’epoca delle immagini – osserva – fa più eco un assassinio ripreso con un cellulare che un milione di persone trattate come animali. Un cristiano ogni 3 subisce una grave forma di persecuzione nei 50 Stati della nostra ricerca. C’è molto di più delle morti e degli attentati alle chiese. In fondo stiamo parlando di milioni di vite vessate e oppresse a causa di una scelta di fede». L’indagine sarà presentata la prossima settimana, mercoledì 18 gennaio, nella sede dell’Europarlamento a Strasburgo.