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Homo faber 4: Poggio Bracciolini

La scrittura corsiva e la trasmissione della cultura antica

Angelo Ambrogini (detto Poliziano), intento a proporre la sua versione della famosa congiura de’ Pazzi contro

Angelo Poliziano

Angelo Poliziano

Giuliano e Lorenzo de’ Medici, avrà sicuramente avuto un sussulto di rabbia al momento di ricordare uno degli uomini presenti al momento dell’attentato nella chiesa di Santa Maria del Fiore, domenica 26 aprile 1478: Jacopo Bracciolini. Questi, uomo di lettere, nonostante i trascorsi al seguito della famiglia Medici, era diventato segretario del cardinale Raffaele Riario ostile ai Medici e che ebbe un ruolo non di secondo piano nell’ordire la trappola contro i giovani governanti medicei.

Jacopo era poi figlio di un altro personaggio odiato dal Poliziano, cioè Poggio Bracciolini, il quale viene definito proprio dallo stesso Poliziano «fior di maldicente»; eppure Poggio è da considerarsi oggi una figura di prim’ordine per la storia della cultura europea.

Nato in Valdarno nel 1380 e trasferitosi per studio a Firenze, Poggio divenne presto un uomo della Curia romana, prima scrittore apostolico (membro cioè della cancelleria del Papa che si occupava di preparare le bozze dei documenti emanati dal Pontefice), poi addirittura segretario apostolico sotto Martino V. Servì ben otto pontefici, ma negli ultimi anni manifestò a più riprese la sua avversione per quegli ambienti, da lui considerati popolati da personaggi che facevano della spregiudicatezza un modus vivendi.

Nel 1453 viene nominato cancelliere della Repubblica fiorentina e dopo cinque anni di continui scontri col popolo e i politici fiorentini decise di ritirarsi a vita privata nella sua terra natìa, ove morì nel 1459.

Come risulta oramai chiaro, Poggio in vita è sempre stato un personaggio controverso, odiato da molti e amato da alcuni (come Vespasiano da Bisticci, il famoso «libraio» fiorentino che lo ritiene «di bonissima natura» e Cosimo de’ Medici, il padre dei già citati Lorenzo e Giuliano).

La scrittura corsiva di Poggio

La scrittura corsiva di Poggio

Ma quali sono allora i suoi grandi meriti? Sono due: l’aver rinvenuto opere di notevole importanza per la cultura occidentale come il De rerum natura di Lucrezio e l’ Institutio oratoria di Quintiliano, oltre a ben nove orazioni di Cicerone; e poi essere stato uno degli innovatori della scrittura corsiva agli inizi del Quattrocento, dando seguito a quanto proponeva Petrarca pochi anni prima: usare una scrittura più leggibile rispetto alla gotica, considerata più «pesante». E lui, assieme a Niccolò Niccoli e ad altri, fece proprio questo, guardando ai modelli dei testi antichi.

Per comprendere la portata di quest’ultima invenzione si tenga presente che la scrittura che oggi tutti leggiamo sulla gran parte dei libri e dei giornali non è altro che una semplice evoluzione a stampa proprio della corsiva cosiddetta «umanistica».

La passione di Poggio per i libri, la storia e la cultura in generale, tipica dell’ umanista, traspare ad esempio nel racconto a Guarino Veronese del suo incontro nel dicembre del 1416, nel monastero di san Gallo in svizzera, col manoscritto dell’opera di Quintiliano: «Fu un colpo di fortuna […], mi assalì il desiderio di visitare […] il monastero di san Gallo […] e là ci siamo incamminati in un gruppo, sia per dar sollievo all’animo che per cercare libri di cui si diceva ce ne fossero in gran numero. Qui in un’abbondante quantità di libri ammassati […], abbiamo trovato ancora salvo e incolume Quintiliano, pieno di muffa e ricoperto di polvere. Quei libri infatti non erano in una biblioteca, come richiedeva la loro dignità ma in un orrido e oscuro carcere».

Il contributo di Poggio – e degli altri intellettuali coevi- ha permesso di modificare il modo di guardare all’ antichità greca e romana e proseguire quel lavoro cominciato già dal Petrarca di trasmissione dei valori etici e morali che da lì provenivano. Ha quindi concorso grazie alle proprie scoperte a ristabilire uno sguardo fiducioso verso il futuro dell’uomo attraverso lo studio della storia e delle opere dell’ingegno umano.

About Luca Mazzocchetti (48 Articles)
Nato il 2 luglio del 1985. Studia Lettere moderne all'Università "G. D'Annunzio"di Chieti e poi Didattica dell'italiano come L2 e LS presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere nella sede di Pescara della stessa Università. Ha frequentato la Scuola vaticana di biblioteconomia. Bibliotecario professionista, membro del Comitato Esecutivo Regionale dell' AIB (Associazione Italiana Biblioteche), sezione Abruzzo; docente di scuola secondaria e dell'ISSR "G. Toniolo" di Pescara; direttore della biblioteca "Carlo Maria Martini" e dell'archivio storico dell'Arcidiocesi di Pescara - Penne. Ha scritto diversi articoli per riviste professionali, come "Biblioteche oggi" e "Bibelot: notizie dalle Biblioteche toscane".