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25° strage via D’Amelio: “Abbiamo assistito alla morte di un uomo lasciato solo”

"Borsellino - scrive Pietro Grasso sulla sua pagina Facebook - ha saputo, con la fermezza e la dedizione di un uomo innamorato del suo Paese, dare a tutti noi una grande lezione di coerenza e di senso del dovere. Il suo esempio è sopravvissuto all’esplosivo di Via D’Amelio, al tempo, alle calunnie, ai pezzi di verità mancanti: vive e si rafforza nei gesti di chi, ogni giorno, si impegna per la legalità e la giustizia; nella voce di quanti non rimangono più in silenzio; nel coraggio che serve per rifiutare compromessi e scorciatoie indebite; nella certezza che non cederemo mai fino a quando, e succederà, la mafia avrà una fine"

Il ricordo del giudice Paolo Borsellino nelle parole del figlio Manfredi e del suo ex collega, oggi presidente del Senato, Pietro Grasso

Un'immagine raffigurante Paolo Borsellino e i nomi dei suoi agenti di scorta

Oggi, nel giorno del venticinquesimo anniversario della strage di via D’Amelio a Palermo in cui persero la vita il magistrato antimafia Paolo Borsellino e i suoi agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Trainaè stato il figlio del giudice Manfredi a tracciare un intenso ricordo di suo padre, inviando una nota all’agenzia di stampa Sir:

«Sin dai primi giorni successivi alla sua morte, circolava la voce che egli fosse andato incontro rassegnato a questo infausto destino. Bene, ciò non corrispondeva affatto a verità: mio padre amava in modo viscerale la vita e le tante piccole o grandi sorprese che questa riserva, sì da apparirmi inverosimile che egli andasse incontro alla morte ritenendola in quel momento un evento ineluttabile. In verità abbiamo assistito alla morte di un uomo lasciato solo in un momento storico in cui occorreva massima coesione e distribuzione della responsabilità, anche all’interno degli uffici giudiziari. Tuttavia, noi non abbiamo alcun rammarico, poiché se la morte di mio padre, unitamente a quella di tanti altri servitori dello Stato, è servita a svegliare dal torpore tante coscienze, ciò ci ripaga della sua assenza. È evidente quanto sia stato forte il desiderio di avere un padre così al nostro fianco nei momenti in cui ci siamo trovati a fronteggiare situazioni molto più grandi di noi, nel momento in cui abbiamo scelto ciascuno di servire, seppur in amministrazioni diverse, lo Stato, quello Stato che non seppe essere in grado di difendere e proteggere uno dei suoi figli migliori, ma che mio padre ha sempre rispettato e onorato e ci ha sempre insegnato a rispettare e onorare, nel momento in cui avremmo avuto bisogno di un suo consiglio o anche solo di uno sguardo. Sono tuttavia convinto che io, le mie sorelle e mia madre, abbiamo seguito la strada che lui ci aveva tracciato. La nostra fede ci rende sicuri del fatto che un giorno lo rivedremo, bello e sorridente, come lo ricordiamo sempre».

Anche l’ex magistrato, già procuratore nazionale antimafia – nonché giudice a latere del primo maxiprocesso contro Cosa nostra – oggi presidente del Senato Pietro Grasso, ha ricordato il valore del suo eroico collega:

«Borsellino – scrive sulla sua pagina Facebook – ha saputo, con la fermezza e la dedizione di un uomo innamorato del suo Paese, dare a tutti noi una grande lezione di coerenza e di senso del dovere. Il suo esempio è sopravvissuto all’esplosivo di Via D’Amelio, al tempo, alle calunnie, ai pezzi di verità mancanti: vive e si rafforza nei gesti di chi, ogni giorno, si impegna per la legalità e la giustizia; nella voce di quanti non rimangono più in silenzio; nel coraggio che serve per rifiutare compromessi e scorciatoie indebite; nella certezza che non cederemo mai fino a quando, e succederà, la mafia avrà una fine. Di Borsellino ricordo il sorriso. Solare, simpatico, sempre pronto a farti uno scherzo: quante risate ci ha fatto fare quando rubava le paperelle che Giovanni custodiva gelosamente sulla sua scrivania per chiedergli poi il riscatto. Frammenti di vita, come quelli di questa bella foto, dettagli che mostrano il volto umano e privato del simbolo che onoriamo in questo triste anniversario.

Professionalmente aveva un eccezionale talento, una passione viscerale e una ineguagliabile capacità di superare fatica e delusioni. Sapeva sempre dare il giusto consiglio ai colleghi più giovani: me ne ha dati tanti, preziosissimi, quando iniziai a studiare le carte del maxiprocesso. La quiete di una domenica qualunque d’estate si trasformò, in un istante, in una ferita che non potremo mai sanare. Non abbiamo dimenticato nulla di quella domenica palermitana, né della vita e dell’esempio degli uomini e delle donne vittime della furia omicida della mafia».

 

About Davide De Amicis (4528 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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