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Elezioni: “Deprimente assistere a slogan che promettono miracoli irrealizzabili”

"Sento parlare sempre di misure specifiche o di bonus - riflette il porporato -. Tutte cose buone, ma mi sembrano solo delle toppe. Occorre invece ricucire l’intero vestito. C’è un’Italia da rammendare e da rilanciare con coraggio, carità e responsabilità"

Lo ha affermato domenica il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, in un’intervista pubblicata lunedì dal quotidiano La stampa

Card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana

«Non si può solo rincorrere il rancore sociale, come lo chiama il Censis; ci serve, piuttosto, il coraggio di proposte autentiche». Lo ha detto domenica il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, in un’intervista pubblicata lunedì su “La Stampa”, in cui ha anticipato lo sguardo della Chiesa italiana sul dibattito politico e sulla prossima campagna elettorale: «Il giorno dopo le elezioni – esorta il cardinale -, a prescindere dall’esito del voto, sarà fondamentale che tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a partire da coloro che ricoprono incarichi istituzionali con grande senso di responsabilità, come il presidente Mattarella, si impegnino per il bene comune e per il futuro del Paese».

Dal porporato è giunto anche un forte richiamo alla politica: «È importantissimo – sottolinea – che torni a essere quella con la P maiuscola, vissuta come una missione civile per l’Italia e non tanto come un luogo di potere».

Nelle sue parole, anche una considerazione su toni e messaggi: «Francamente – commenta il cardinale Bassetti – è un po’ deprimente assistere ai litigi sui social network, alle chiacchiere da salotto in tv o, peggio ancora, ai continui slogan che promettono “miracoli” che poi non si potranno rispettare. In questi giorni, poi, mi sembra che tutti vogliano abrogare qualche norma. Forse, sarebbe molto più utile proporre qualcosa di concreto per ricostruire».

Rispondendo, quindi, a una domanda sull’impegno dei cattolici in politica, il presidente della Cei ha affermato che: «Devono dimostrare maturità, coscienza formata e autonomia di giudizio per essere veramente il sale della terra». Questo, sulla base di due presupposti: «Devono avere – avverte il presidente della Cei – la consapevolezza che la politica è una missione laica altissima da svolgere per il bene comune di tutti i cittadini, senza avidità di potere e senza confondere il momento spirituale con quello politico. In secondo luogo, che la difesa della vita e la cura dei poveri sono due lati della stessa medaglia».

Quindi, nella riflessione del cardinale, anche un monito sul populismo: «Ho paura – ammonisce – di chi soffia sul fuoco della rabbia sociale, soprattutto dei ceti poveri e popolari. Ho timore di tutti coloro che si appellano al popolo in modo strumentale, magari urlando a squarciagola ma senza fare niente di concreto».

Ma al di là di ciò, tra le altre sono state tre le priorità indicate per il Paese, il lavoro, la famiglia e i giovani: «Ma la vera prima grande priorità – ricorda – è l’Italia stessa. Sento parlare sempre di misure specifiche o di bonus. Tutte cose buone, ma mi sembrano solo delle toppe. Occorre invece ricucire l’intero vestito. C’è un’Italia da rammendare e da rilanciare con coraggio, carità e responsabilità». Per questo, secondo il porporato, bisogna ritornare a riflettere secondo un orizzonte di comunità: «Di popolo – continua -, di Italia intera. Altrimenti, ho l’impressione che rimaniamo in una palude stagnante».

Quindi, uno sguardo sul Mezzogiorno che, a suo dire, ormai da decenni vive in condizioni critiche: «Ci sono milioni di giovani – lamenta il cardinale Gualtiero Bassetti – che vivono una precarietà drammatica. E con loro milioni di famiglie che, per arrivare a fine mese, compiono degli atti di eroismo quotidiano paragonabili alla scalata del Cervino».

Riferendosi all’accoglienza dei migranti e alla mancata approvazione dello Ius soli, infine, il porporato si è detto preoccupato: «Per certi giudizi trancianti – conclude – che sono stati dati e per alcuni rigurgiti di xenofobia, che sono un campanello di allarme che non va sottovalutato. Quello auspicato è piuttosto uno spirito veramente collaborativo, per affrontare un tema come quello sulla cittadinanza».

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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