Taizè: la preghiera che scandisce la vita quotidiana
"La cosa bella di questa esperienza - testimonia Pierluigi De Aloisio, responsabile del gruppo pescarese di Taizè - è che vengono persone che fanno già parte di altri movimenti, oltre a coloro che non hanno ulteriori impegni, per andare oltre e guardare alla Chiesa Cattolica nella sua unità. Tutto questo per avere un momento di comunione con Dio, che permette di trovare la cosiddetta gioia serena. Questi canti permettono di raggiungere la gioia che viene dall’incontro con Cristo"
A Pescara da 25 anni si rinnova l’appuntamento mensile – ogni secondo lunedì del mese presso la parrocchia di San Giovanni Battista e San Benedetto Abate nel quartiere Colli alle ore 21 – con la preghiera della Comunità di Taizè: la comunità cristiana monastica ecumenica internazionale, fondata nel 1940 da Roger Schutz – meglio conosciuto come frère Roger – nella città francese da cui prende il nome.
Una preghiera che accoglie tutti, indipendentemente dall’appartenenza a qualsiasi gruppo o aggregazione ecclesiale e dall’adesione ad altre confessioni cristiane, e che viene ripetuta da quando un primo gruppo di pescaresi ha vissuto l’esperienza diretta nella Comunità di Taizè: «È una realtà planetaria – premette Pierluigi De Aloisio, responsabile del gruppo pescarese di Taizè – da cui tornare per rinnovare il proprio impegno nelle rispettive realtà di vita. L’importante è essersi abbeverati alle sorgenti della fede le quali, una volta scoperte, è necessario riportare a casa per continuare a vivere la comunione con Dio – e con i fratelli – che si è vissuta a Taizè».
Una preghiera che, sotto l’aspetto liturgico, è semplice da vivere: «Perché – spiega De Aloisio -, dovendo unire persone provenienti da tutto il mondo, è basata principalmente dall’esecuzione di canti che consistono dalla ripetizione all’infinito di versetti, presi dalla Bibbia o da scritti dei padri della Chiesa, come fossero dei canoni. Questo da un lato è un modo per facilitare l’apprendimento di una lingua che uno non conosce ma, nello stesso tempo, è una questione più profonda legata all’importanza di recitare una preghiera – che in Occidente potrebbe essere il rosario – le cui parole – ripetendole – penetrano nel cuore, fino a trovarsi a ripeterle nel quotidiano non separando più la preghiera dalla vita».
Canti interrotti soltanto dalla proclamazione di una lettura biblica, seguita da un momento di silenzio di 10-15 minuti: «Una forma meditativa di silenzio abitato – precisa il responsabile del gruppo pescarese di Taizè». Tra l’altro, in questa comunità, ogni settimana è considerata santa: «Per cui – racconta Pierluigi De Aloisio – il venerdì sera la preghiera assume la forma dell’adorazione della croce, rappresentata in un’icona che viene messa per terra, e mentre si canta ognuno è invitato a compiere il gesto di accostare la fronte sulla croce in segno di abbandono a Cristo delle proprie intenzioni, ma anche di quelle altrui che si sono affidati alle nostre preghiere. Noi, ritrovandoci una volta al mese, facciamo questa preghiera nel periodo quaresimale».
Un altro momento particolare è quello vissuto al sabato nel periodo pasquale: «Quando si proclama la risurrezione – aggiunge De Aloisio – e si accendono tutte le candele possedute da ciascuno, così come avviene nella veglia pasquale». Ma lo schema generale resta quello dell’esecuzioni dei canti, intervallati dalla lettura di un passo biblico a cui segue il momento di silenzio: «La cosa bella di questa esperienza – testimonia il responsabile del gruppo pescarese di Taizè – è che vengono persone che fanno già parte di altri movimenti, oltre a coloro che non hanno ulteriori impegni, per andare oltre e guardare alla Chiesa Cattolica nella sua unità. Tutto questo per avere un momento di comunione con Dio, che permette di trovare la cosiddetta gioia serena. Questi canti permettono di raggiungere la gioia che viene dall’incontro con Cristo». Il prossimo appuntamento con la preghiera di Taizè è fissato per lunedì 12 marzo.