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Spose bambine: “Scese a 12 milioni, ma 150 milioni lo saranno entro il 2030 “

"Chiediamo alla comunità internazionale e ai governi - esorta Daniela Fatarella, vicedirettore generale di Save the children Italia - di combattere attivamente i tre ostacoli principali all’eguaglianza di genere, i matrimoni precoci, lo scarso accesso ai servizi di base, inclusi salute e istruzione, il mancato ascolto della voce delle ragazze nei processi decisionali pubblici e privati. Queste tre barriere, sono violazioni permanenti dei diritti delle bambine e delle adolescenti e rappresentano degli ostacoli enormi al progresso nelle aree di sviluppo"

Sono i dati diffusi da Unicef e Save the children in occasione dell’odierna Giornata internazionale della donna

Anju Malhotra, esperto in materia di genere dell’Unicef

«Il numero complessivo di ragazze sposate da bambine ora si stima di 12 milioni all’anno». I nuovi dati indicano una riduzione globale complessiva di 25 milioni di matrimoni in meno, rispetto a quelli previsti 10 anni fa a livello mondiale. Infatti, la percentuale di donne che hanno contratto matrimonio da bambine è diminuita del 15% nell’ultimo decennio, da 1 su 4 a circa 1 su 5. Lo ha ricordato l’Unicef, in occasione dell’odierna Giornata internazionale della donna: «Tuttavia – ricorda l’organizzazione umanitaria -, per porre fine a questa pratica entro il 2030 – il traguardo fissato dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile – i progressi devono accelerare significativamente. Senza un’ulteriore accelerazione, oltre 150 milioni di ragazze in più si sposeranno prima del loro 18° compleanno entro il 2030».

L’Asia meridionale ha assistito alla diminuzione maggiore al mondo dei matrimoni precoci degli ultimi 10 anni: il rischio che una ragazza si sposi prima del suo 18° compleanno è calata di oltre un terzo, da circa il 50% al 30%. Nel mondo, circa 650 milioni di donne in vita oggi si sono sposate da bambine. Ora il peso mondiale dei matrimoni precoci si sta spostando in Africa subsahariana. Infatti delle bambine che si sono sposate più recentemente, circa 1 su 3 si trovano attualmente in Africa subsahariana, rispetto a 1 su 5 dieci anni fa: «Quando una ragazza è costretta a sposarsi da bambina – sottolinea Anju Malhotra, il principale esperto in materia di genere dell’Unicef -, affronta conseguenze sia immediate sia a lungo termine. Le sue probabilità di finire la scuola diminuiscono, mentre aumentano quelle di essere abusata da suo marito e di soffrire complicazioni durante la gravidanza. Ci sono inoltre enormi conseguenze sociali e un rischio maggiore di cicli di povertà intergenerazionali».

I nuovi dati evidenziano anche possibilità di progresso nel Continente africano. In Etiopia – prima fra i 5 Paesi con un tasso di matrimoni precoci più alto in Africa subsahariana – la percentuale è calata di un terzo nei 10 anni passati. Ma oltre a questi dati, l’Unicef ha anche lanciato il video “Ogni bambina è futuro”, per raccontare storie di bambine, che guardano al futuro con candore, e di donne che nonostante i sacrifici e le difficoltà affrontano la vita tutti i giorni.

L’Unicef ha raccolto le storie di Flaminia, Desanka, Valentina, Licia, Rachele, Anna Rita, Maria Teresa, Stella: storie di fierezza, di libertà, di bellezza, anche tra le difficoltà. Le risposte di queste donne e bambine restituiscono semplicità, spontaneità, consapevolezza, forza. Flaminia, 25 anni, romana, è entrata da poco nel mondo del lavoro, si occupa di comunicazione; Desanka, 27 anni, lavora e cresce da sola i suoi due bambini in una casa famiglia; Valentina, 7 anni, frequenta la seconda elementare, è molto brava a scuola; Licia, 16 anni, romana, studentessa di liceo, appassionata di fumetti giapponesi; Rachele, 26 anni, passa molto tempo frequentando laboratori teatrali e attività artistiche; Anna Rita, 53 anni, titolare di un bar e speaker in radio sportive; Maria Teresa, 7 anni, frequenta la seconda elementare; Stella, 11 anni, vive in un campo rom, frequenta la seconda media, ha 9 fratelli e uno in arrivo. In occasione della Giornata, l’Unicef Italia lancia l’hashtag #8marzodellebambine.

Sui soprusi che le ragazze e le bambine più giovani sono costrette a fuggire, ha indagato anche Save the children ricordando che più di 16 milioni e mezzo di ragazze partoriscono tra i 15 e i 19 anni nei Paesi in via di sviluppo, 2,5 milioni prima di compierne 16. E oltre a comportare gravi rischi per la salute delle mamme bambine e dei loro neonati, le complicazioni durante la gravidanza e il parto precoce sono la prima causa di morte per le giovani donne globalmente, con una stima annuale di 70.000 decessi tra le ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni. Sono inoltre 30 milioni, secondo le stime relative al periodo 2016-2026, le ragazze che rischiano di subire una mutilazione genitale e le sue conseguenze, 12 milioni ogni anno quelle che si sposano prima dei 18 anni e 2,6 miliardi le ragazze e donne che vivono ancora oggi in Paesi dove lo stupro coniugale non è considerato di fatto un crimine.

Daniela Fatarella, vice direttore Save the children Italia

Successivamente l’organizzazione non governativa ha anche ricordato le discriminazioni e le violenze di cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo: «Essere bambine e ragazze nella maggior parte dei Paesi del mondo – ricorda l’organizzazione – significa ancora oggi diritti negati, violenze fisiche, psicologiche o sessuali. Anche l’accesso a una risorsa fondamentale come la scuola è precluso a circa 62 milioni di loro, e per una su 4 scuola ed educazione rimarranno un sogno per tutto l’arco della vita».

Del resto, le bambine e le giovani di oggi saranno le donne e le mamme di domani: «Sono il motore del cambiamento – evidenzia Daniela Fatarella, vicedirettore generale di Save the children Italia -. Le violazioni dei loro diritti hanno una conseguenza ancora più grave per il nostro futuro». Da qui l’appello: «Chiediamo alla comunità internazionale e ai governi – esorta la Fatarella – di combattere attivamente i tre ostacoli principali all’eguaglianza di genere, i matrimoni precoci, lo scarso accesso ai servizi di base, inclusi salute e istruzione, il mancato ascolto della voce delle ragazze nei processi decisionali pubblici e privati. Queste tre barriere, sono violazioni permanenti dei diritti delle bambine e delle adolescenti e rappresentano degli ostacoli enormi al progresso nelle aree di sviluppo».

About Davide De Amicis (4526 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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