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“I giovani hanno bisogno di una chiesa dinamica per formarsi e crescere”

«I giovani – afferma - ci aspettano, ci vogliono più vicini. La riflessione sinodale aiuta a porre la questione della scelta personale e dei cammini educativi dentro l’orizzonte vocazionale dell’esistenza umana in quanto tale: non si può pensare alle scelte di vita, dal punto di vista cristiano, se non all’interno di questa visione vocazionale ampia e diffusa».

Lo ha affermato il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi

Card. Lorenzo Baldisseri, segretario Sinodo dei vescovi

Per stare vicino ai giovani occorrono polmoni, cuore, disponibilità al cambiamento e dinamicità. Sono queste le ricette da usare, se si vuole condividere la strada con gli ‘adulti di domani’. Il compito di fornire alle giovani generazioni un’impronta educativa da seguire, spetta indubbiamente anche alla chiesa. Di tutto ciò ha parlato il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, intervenendo a una conferenza sul Sinodo dedicato ai giovani che si è tenuta all’Università Pontificia Salesiana il 22 settembre scorso.

«I giovani – afferma – ci aspettano, ci vogliono più vicini. La riflessione sinodale aiuta a porre la questione della scelta personale e dei cammini educativi dentro l’orizzonte vocazionale dell’esistenza umana in quanto tale: non si può pensare alle scelte di vita, dal punto di vista cristiano, se non all’interno di questa visione vocazionale ampia e diffusa». 

In questo momento storico,  c’è bisogno di mobilitarsi, muoversi. Proporre. Prosegue proprio su questa linea l’intervento del porporato: «Due prospettive educative – propina Baldisserri – accompagnamento e discernimento, consigliando di coglierne la relazione intrinseca in quanto si accompagnano i giovani non per perdere tempo con loro, ma per portarli a maturazione, per aiutarli a diventare adulti. Abbiamo una necessità epocale di adulti di qualità – continua – che sembra essere una merce rara di questi tempi».

L’ascolto dei giovani deve essere alla base di tutto, anche per capire e risolvere le carenze della chiesa stessa:«Questa attitudine – conclude – ci ha restituito una Chiesa in debito d’ossigeno: non siamo, in linea di massima, ben attrezzati di adulti competenti e maturi in grado di accompagnare i giovani. Si tratta di un dato che ci deve mettere in movimento per creare le condizioni per un rinnovamento ecclesiale».

Nell’ambito dello stesso evento, è intervenuto anche don Michele Falabretti, direttore del Servizio di pastorale giovanile della Conferenza episcopale Italiana.

«Il Sinodo di oggi – afferma Falabretti – è sugli adulti e sulla Chiesa, sul suo essere generativa nella fede, nell’ascolto della realtà».  I bisogni dei giovani devono essere al centro di tutto.

«L’esigenza – sostiene – di rallentare e abitare il presente, camminare accanto ai giovani per tornare a essere credibili; dare futuro ai giovani e credere che in loro ci sono tutte le potenzialità per diventare fecondi e fare cose grandi». 

Ai giovani serve un’azione di sostegno mirata e improntata sull’esempio prima di tutto. Un’impronta che deve necessariamente riguardare anche la fede: «L’educazione alla fede – conclude – non può essere un gadget, ma una dimensione educativa che porta a dire gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

 L’educazione, l’aiuto e la formazione dei giovani: devono essere i tre pilastri su cui la chiesa deve continuare incessantemente ad impostare  la sua azione e missione. Del resto, quando si parla di giovani generazioni, ci si proietta automaticamente verso il futuro. Un buon avvenire si costruisce passo dopo passo nel presente. Porre delle fondamenta solide è alla base di tutto. Ricordiamocelo e lavoriamo ogni giorno per questo.