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“La Chiesa contribuirà alla crescita di una società più libera e solidale”

"La risposta a quanto stiamo vivendo - sottolinea il cardinale Bassetti - passa dalla promozione della dignità di ogni persona, dal rispetto delle leggi esistenti, da un indispensabile recupero degli spazi della solidarietà"

Lo ha affermato ieri il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, aprendo i lavori dell’Assemblea generale dei vescovi italiani in Vaticano

Card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana

«Come vescovi non intendiamo stare alla finestra». Lo ha garantito ieri il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, che nella parte finale della sua introduzione ai lavori dell’Assemblea generale dei vescovi italiani, in corso in Vaticano fino al 15 novembre, ha assicurato che «la Chiesa vuole contribuire alla crescita di una società più libera, plurale e solidale, che lo stesso Stato è chiamato a promuovere e sostenere».

Due, per Bassetti, i principi attorno ai quali i vescovi si riconoscono, che appartengono alla storia del movimento cattolico di cui sono parte: «Il primo – spiega – è il servizio al bene comune, il secondo è la laicità della politica. Nella complessità di questa stagione, i limiti individuali possono trovare una compensazione soltanto nella dimensione comunitaria, educandoci a pensare e ad agire insieme. La politica migliore è quella che opera in unità di mente e di cuore, senza cadere in faziosità».

Al riguardo, il presidente della Cei ha citato l’esempio del beato Giuseppe Toniolo: «Che a cent’anni dalla morte – sottolinea il porporato – ha ancora molte cose da dirci. In una situazione in cui i cattolici erano politicamente irrilevanti e comunque impediti, egli seppe riunirli attorno a un impegno per il lavoro, la giustizia e la pace sociale; con il suo servizio culturale divenne promotore di legislazioni e di opere sociali a favore delle classi più disagiate. Così, la sua visione di un’economia per l’uomo, permeata dall’etica e governata dai principi di sussidiarietà e di solidarietà, rimane anch’essa una lezione estremamente attuale».

L’assemblea generale della Cei in corso in Vaticano

Quanto alla laicità della politica, per Bassetti, ne sono stati interpreti uomini di fede che hanno fatto grande la nostra storia: «Penso a un De Gasperi – ricorda il cardinale -, che seppe lottare per difendere la propria fede con grande pudore, facendo gli interessi dei cittadini, in piena e sofferta autonomia di pensiero, di parola e di azione».

Esempi di cui oggi si avverte la nostalgia, in un contesto come quello analizzato dall’alto prelato: «In un Paese sospeso come il nostro – constata -, caratterizzato dalla mancanza di investimenti e di politiche di ampio respiro, gli effetti della crisi economica continuano a farsi sentire in maniera pesante, aumentando l’incertezza e la precarietà, l’infelicità e il rancore sociale. Al posto della moderazione si fa strada la polarizzazione, l’idea che si è arrivati a un punto in cui tutti debbano schierarsi per l’uno o per l’altro, comunque contro qualcuno. Ne è segno un linguaggio imbarbarito e arrogante, che non tiene conto delle conseguenze che le parole possono avere».

Per questa ragione, il cardinale Bassetti ha lanciato un avvertimento: «Stiamo attenti – ammonisce – a non soffiare sul fuoco delle divisioni e delle paure collettive, che trovano nel migrante il capro espiatorio e nella chiusura un’improbabile quanto ingiusta scorciatoia. La risposta a quanto stiamo vivendo passa dalla promozione della dignità di ogni persona, dal rispetto delle leggi esistenti, da un indispensabile recupero degli spazi della solidarietà».

Del resto, c’è in ballo il futuro del nostro Paese: «Se l’Italia rinnega la sua storia e soprattutto i suoi valori civili e democratici – avverte ancora Bassetti -, non c’è un’Italia di riserva. Se si sbagliano i conti non c’è una banca di riserva che ci salverà. I danni contribuiscono a far defluire i nostri capitali verso altri Paesi e colpiscono ancora una volta e soprattutto le famiglie, i piccoli risparmiatori e chi fa impresa».

Poi il parallelo con il nostro Continente: «Se l’Unione europea – aggiunge – ha a cuore soltanto la stabilità finanziaria, disinteressandosi di quella sociale e delle motivazioni che soggiacciono ai vincoli europei; se perde il gusto della cittadinanza comune e del metodo politico della cooperazione, non c’è poi un’Europa di riserva e rischiamo di ritornare a tempi in cui i nazionalismi erano il motore dei conflitti e del colonialismo. Questo nonostante le opportune celebrazioni di questi giorni per il centenario della fine della Grande Guerra!».

Ciononostante, il presidente della Cei invita a non perdere la speranza: «Guardiamo avanti con fiducia – esorta -. C’è un Paese che come la vedova povera e generosa, di cui parlava il Vangelo domenica, non solo sa contenere la preoccupazione ansiosa per il domani, ma continua a dare quello che ha e quello che è, senza far rumore, con larghezza di cuore e purezza d’intenzione. La storia è davvero scritta anche dai piccoli, anzi probabilmente proprio loro scrivono la storia più vera e profonda, più ricca di fiducia in Dio e di attenzione agli altri».

Da qui la proposta del cardinale: «Su questa via – illustra – c’è la possibilità per ciascuno di tornare al gusto di relazioni costruttive, perché vere, buone e belle. Il Vangelo non è un sospiro, ma un respiro a pieni polmoni. È quel silenzio che sostanzia ogni parola, quell’appartenenza che porta a riconoscersi comunità, quello sguardo che abbraccia ogni momento della vita».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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