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20 anni di Coro Pro Sanctitate: “Storia d’amore divenuta armonia di bellezza”

"Questo non è un punto di arrivo - sottolinea Roberta Fioravanti, direttrice del coro -. Non festeggiamo un traguardo, ma festeggiamo un viaggio, un cammino vissuto, condiviso e molto amato. Tutto ciò che faremo stasera, l’ho pensato con voi per dire grazie, perché se è vero che la gratitudine è la memoria del cuore, abbiamo davvero tanti motivi per essere grati e alcuni ricordi li vogliamo rivivere insieme. Il primo grazie corale lo rivolgiamo al Signore, perché tutto questo non sarebbe stato possibile se non fosse stata opera sua"

Lo ha affermato martedì l’arcivescovo Valentinetti, partecipando al concerto in onore dei 20 anni del Coro liturgico Pro Sanctitate

Il Coro liturgico Pro Sanctitate

È stata una grande serata di festa quella con cui, martedì sera nella chiesa pescarese della Beata Vergine Maria regina della pace, il Coro liturgico Pro Sanctitate ha celebrato i 20 anni dalla sua fondazione attraverso un concerto intitolato “20 anni di gioia… per dire grazie”. Una serata evento aperta proprio dal Coro liturgico Pro Sanctitate che, diretto da Roberta Fioravanti e accompagnato dall’orchestra coordinata dal primo violino Paolo Angelucci, ha esordito cantando il brano “Noi ti lodiamo Dio”: «Questa sera festeggiamo 20 anni di vita – introduce Roberta Fioravanti, che ha anche condotto la serata -, ma questo non è un punto di arrivo. Non festeggiamo un traguardo, ma festeggiamo un viaggio, un cammino vissuto, condiviso e molto amato. Tutto ciò che faremo stasera, l’ho pensato con voi per dire grazie, perché se è vero che la gratitudine è la memoria del cuore, abbiamo davvero tanti motivi per essere grati e alcuni ricordi li vogliamo rivivere insieme. Il primo grazie corale lo rivolgiamo al Signore, perché tutto questo non sarebbe stato possibile se non fosse stata opera sua».

Roberta Fioravanti, direttrice dei Coro Pro Sanctitate e dei cori diocesani

Dopo il primo canto, al Coro Pro Sanctitate si sono uniti gli altri cori parrocchiali (di Loreto Aprutino, Cepagatti, Penne, Cerratina di Pianella, Visitazione della Beata Vergine Maria, San Pietro Martire e Madonna dei sette dolori) che da due anni costituiscono i Cori riuniti dell’arcidiocesi di Pescara-Penne. Un’integrazione, quest’ultima, fortemente voluta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti: «Che fin dal suo arrivo a Pescara nel 2005 – ricorda la Fioravanti -, ci ha chiesto di collaborare con le altre realtà corali della diocesi. Non ha voluto che nessuno di noi rinunciasse alla propria identità, ma ci ha chiesto di cantare insieme e lo abbiamo fatto in vario modo fino ad unirci. La ringraziamo eccellenza, perché ha avuto fiducia e ha avuto pazienza che questo processo maturasse con i suoi tempi e fosse capace di portare i suoi frutti senza alcuna forzatura. Oggi il Coro liturgico Pro Sanctitate non poteva festeggiare senza di loro, perché ci sentiamo parte di una sola esperienza, di una sola comunità, di un solo grande coro che per suo mandato, eccellenza, ho l’onore di dirigere. Camminare insieme non è facile, ma ne vale la pena. S’incontrano difficoltà che da soli non ci sarebbero, ma di sicuro si trova la strada per affrontarle e a volte capita che ci si ritrovi a fare un concerto come questo, che solo fino a poche settimane fa sembrava un sogno».

Insieme i Cori riuniti dell’arcidiocesi di Pescara-Penne hanno cantato “You’ll never walk alone”, prima di entrare nel clou della serata quando a dirigere la corale diocesana sono stati tre grandi maestri che da alcuni anni collaborano stabilmente con l’ensemble corale pescarese, ovvero Marco Frisina, Giuliano Mazzoccante e Fabio Massimillo: «Abbiamo fatto tanti incontri in questi anni – conferma la direttrice dei Cori riuniti dell’arcidiocesi di Pescara-Penne -, ma abbiamo desiderato che questa sera fossero con noi coloro che sono i nostri ispiratori, il nostro sostegno e i nostri amici speciali».

Il primo a salire sul palco è stato monsignor Frisina, dirigendo l’esecuzione dei brani “Madre fiducia nostra”, “Alto e glorioso Dio”, “Vieni Signore non tardare” e “Tu sei Pietro”: «Sono contento di partecipare a questa festa – afferma il direttore del Coro liturgico della diocesi di Roma -. La settimana scorsa eravamo in 8 mila in Aula Paolo VI (all’Incontro internazionale delle corali) a celebrare la musica e la bellezza di cantare insieme. È bello che si possa cantare insieme. Parrocchie diverse, situazioni diverse unite dalla musica. Questo è il grande miracolo che la musica può fare».

Roberta Fioravanti con i maestri Marco Frisina, Fabio Massimillo e Giuliano Mazzoccante

Successivamente è stato il maestro Giuliano Mazzoccante a salire a dirigere coro e orchestra, nell’esecuzione dei brani “Ave Maria”, “In verbo domini”, “Lauda sion salvatorem” e “Gesù divino maestro” nel ricordo di chi li ha firmati, il maestro Sante Centurione recentemente scomparso: «Era un musicista e compositore di Chieti – racconta Roberta Fioravanti – che un mio amico musicista ci ha fatto conoscere nell’autunno 2005, in occasione di una delle nostre prove. Si è presentato un uomo alto, imponente, dall’aspetto scuro, molto silenzioso. A quel tempo eravamo senza organista e, al termine delle prove, gli ho chiesto se uno dei suoi allievi poteva essere interessato al ruolo. La sua risposta è stata “Vengo io”. Sante è rimasto con noi fino alla fine, per gli ultimi 8 anni della sua vita. Con lui abbiamo fatto passi da gigante, abbiamo sogni altrimenti irraggiungibili. Siamo diventati quello che voi vedete oggi. Ha saputo tirare fuori il meglio da ciascuno di noi. Anzi, ha saputo semplicemente vedere e poi ci ha fatto fare tutto da soli, come solo i grandi maestri sanno fare. È stato lui a volere che io mi mettessi davanti all’orchestra, nel 2009, per dirigere la sua  opera più importante. Così abbiamo realizzato l’Oratorio sacro “Un sogno nel cuore”, ispirato alla vita e agli scritti del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, fondatore del Movimento Pro Sanctitate. Oggi Sante è qui».

Lo stesso maestro Mazzoccante, che ha collaborato da vicino col maestro Centurione, ne ha tratteggiato la figura: «Sante non parlava mai – rievoca il maestro -, era troppo umile, nascosto, misterioso, parlava solo con lo sguardo. E poi scriveva musica giorno e notte, a mano. Non ha mai avuto un computer, una macchina e il telefono gliel’hanno regalato usandolo per un po’ quando quel modello era già passato di moda. Chiunque l’abbia conosciuto ha respirato la fede e l’amore per l’arte unite ad una generosità inaspettata. Lui regalava le sue opere a chiunque gli chiedesse un favore. Era un amico in silenzio».

La chiesa della Beata Vergine Maria regina della pace gremita

L’ultimo maestro a salire sul palco è stato Fabio Massimillo che ha diretto due sue opere “Ti cerco Signore mia speranza” e “Tu sei prezioso ai miei occhi”, mentre delle altre due successive (Credo in te e Regina degli apostoli) ha scritto solo la musica: «Grazie all’arcivescovo per l’invito – sottolinea Massimillo -, mi sento un privilegiato ad essere qui stasera. Mi sento un po’ sconvolto, perché i primi due canti da me diretti li ho scritti nella mia stanza in seminario e non avrei mai pensato che da lì sarebbero usciti. Invece, sabato scorso li abbiamo sentiti all’Incontro internazionale delle corali in Vaticano. È stato un bell’effetto sentirli cantare da 8 mila persone, ma questa è la dimostrazione che il Signore fa cose straordinarie anche con pochi mezzi. Quello che mi sorprende della musica è che, a volte, servono le cose più semplici per fare arrivare i concetti più profondi e intensi. E siccome, a volte, capita di scoraggiarsi mi viene in mente la frase ripetuta a noi, lo scorso sabato, da Papa Francesco “Non fermatevi mai”. E questo è l’augurio che faccio anche al Coro Pro Sanctitate, facendo eco alle parole del Papa».

L’intervento dell’arcivescovo Valentinetti

Quindi i Cori riuniti dell’arcidiocesi di Pescara-Penne hanno eseguito il canto “Dimmi Signore”, diretti da Roberta Fioravanti, seguito dall’intensa esibizione del cantautore Tony Nevoso che ha eseguito il  suo brano “Ho bisogno di te”, dedicato a San Paolo VI. Infine le conclusioni dell’arcivescovo Valentinetti, che hanno anticipato l’esecuzione del canto finale “Amicizia è volare” interpretato dalla corale diocesana, ancora una volta, sotto la direzione di Marco Frisina: «Tutto questo – sottolinea il presule – è frutto dell’amore che, a sua volta, è frutto di ricerca, di ascolto, di reciprocità, di piccole cose che poi sfociano nelle grandi cose. L’amore è fatto di semi buttati per terra che, forse, si possono calpestare, ma che possono diventare armonia di bellezza. E questa sera abbiamo ascoltato e rivissuto una vicenda d’amore, che è diventata armonia di bellezza. In questa storia d’amore il grazie va a chi compone la musica, ai maestri che ci hanno aiutato con la loro sapienza musicale e ricerca, a volte serena e a volte drammatica come quella del caro Sante Centurione nei suoi ultimi anni segnati dalla malattia. E poi un grazie di cuore ai maestri dei cori, in primis a Roberta e poi agli altri maestri. Un grazie anche ai nostri orchestrali, che ormai sono diventati di famiglia».

Infine, un auspicio finale: «Spero che ancora una volta – afferma monsignor Valentinetti – questa musica che ci ha rallegrato, ci ha fatto fare un percorso di storia, possa essere stata anche un seme di preghiera, perché questa musica è nata per pregare, è nata soprattutto per la liturgia. E che le nostre liturgie siano sempre più una preghiera veramente profonda, che possa coinvolgere. Dicevo al maestro Frisina che, forse, dovremmo avere il coraggio di dire meno messe e più messa, ovvero messe più partecipate, più curate, più cantate, meno abborracciate, perché il divino scenda nell’umano e l’umano rappresenti il divino».

About Davide De Amicis (4376 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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