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Decreto Sicurezza, le perplessità della Caritas

«Le persone stanno uscendo dai centri senza nessuna prospettiva. – denuncia Oliviero Forti di Caritas Italiana – C’è il rischio che cadano in una irregolarità profonda, cosa che incredibilmente voleva superare il decreto e per la quale invece probabilmente la soluzione sarà molto diversa»

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É passata poco più di una settimana dalla conversione in legge del decreto Sicurezza e continua la preoccupazione di alcuni operatori del sociale sulle conseguenze che potrebbero esserci sui territori.

Caritas Italiana ha affidato ad una nota dell’Ufficio Politiche Migratorie e Protezione Internazionale alcune riflessione scaturite anche a seguito di alcuni fatti particolari che si sono verificati a Potenza e Crotone dove le prefetture hanno messo in allarme i territori con la richiesta agli enti gestori di Cara (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo) e Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria) di cessare l’erogazione dei servizi di accoglienza ai titolari di protezione umanitaria. Queste richieste sono state successivamente smentite dal Viminale che ha ricordato la non retroattività della norma per chi è attualmente ospite.

La situazione generale desta preoccupazione perché, si legge nella nota:«nei fatti migliaia di persone dovranno lasciare i centri senza un permesso di soggiorno, in situazione di irregolarità e con un conseguente impatto sui territori che dovranno farsene carico». Caritas si riferisce a tutte le persone che non potranno usufruire più della possibilità di fare richiesta della Protezione umanitaria e che dovranno richiedere un permesso di soggiorno per “protezione speciale” che – segnala la nota – «avrà un carattere residuale».

Un altro problema individuato nella norma è l’impossibilità di convertire il permesso per “protezione speciale” in permesso di lavoro unito all’impossibilità di consentire ai beneficiari l’ingresso nel sistema di seconda accoglienza SPRAR.

Il rischio che Caritas vede in alcune scelte è rappresentato dal rischio di precarietà e irregolarità dei migranti presenti sul territorio come ha dichiarato il responsabile dell’ufficio politiche migratorie e protezione internazionale dell’ente, Oliviero Forti«Le persone stanno uscendo dai centri senza nessuna prospettiva. C’è il rischio che cadano in una irregolarità profonda, cosa che incredibilmente voleva superare il decreto e per la quale invece probabilmente la soluzione sarà molto diversa».

Le scuciture che si leggono all’interno delle maglie della legge rischiano di investire i territori nella necessità di fornire risposte “emergenziali” e non soluzioni programmate e sostenibili per tutti, per i migranti presenti sul territorio, per chi si occupa della loro accoglienza e per tutti i cittadini.