Dieci anni di “Vllaznia” con Sapë
«La nostra chiesa locale – spiega monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne - ha voluto impegnarsi in questo progetto per questi primi 10 anni, appunto, per dare una chiara testimonianza di stabilità, per esserci nel vero senso della parola e per instaurare con la chiesa locale di Sapë un legame saldo. Non volevamo arrivare in Albania come assistenti o volontari, così come non volevamo intervenire con iniziative spot che servissero solo a creare aspettative e illusioni.
“Vllaznia”, un termine dalla difficile pronuncia che abbiamo sempre tradotto in “Fratellanza”, ovvero la parola chiave del gemellaggio tra l’Arcidiocesi di Pescara-Penne e quella di Sapë nel nord dell’Albania.
Dieci anni di gemellaggio, di condivisione e solidarietà che hanno visto l’Arcidiocesi di Pescara-Penne impegnata in un percorso di conoscenza e scambio reciproco per una crescita spirituale e umana condivise.
«Sono un dono per la nostra diocesi – commenta Monsignor Simon Kulli, Vescovo di Sapë – il contributo e i frutti di questo gemellaggio nella vita pastorale del nostro territorio e per tutta la chiesa. Ringraziamo il Signore per questa missione a servizio di Dio e degli uomini»
Nell’Arcidiocesi di Pescara-Penne la missione è stata portata avanti in una stretta sinergia tra l’Ufficio missionario e la Caritas diocesana.
«La nostra chiesa locale – spiega monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne – ha voluto impegnarsi in questo progetto per questi primi 10 anni, appunto, per dare una chiara testimonianza di stabilità, per esserci nel vero senso della parola e per instaurare con la chiesa locale di Sapë un legame saldo. Non volevamo arrivare in Albania come assistenti o volontari, così come non volevamo intervenire con iniziative spot che servissero solo a creare aspettative e illusioni. Abbiamo voluto affiancarci ai nostri fratelli come in una famiglia, condividendo il lavoro, le risorse umane e spirituali e soprattutto rispondendo insieme alla sequela, attraverso l’opera comune di evangelizzazione».
Il lavoro dell’Ufficio missionario, grazie anche alla presenza di un sacerdote fidei donum, di una coppia, di una laica e la continua interazione tra i gruppi parrocchiali italiani e la realtà della terra delle aquile, ha favorito un lavoro di cooperazione e promozione in loco e ha mantenuto vivo, nella chiesa diocesana, la sua dimensione missionaria. La Caritas, in costante rapporto con la Caritas diocesana di Sapë, ha portato avanti soprattutto il sostegno per la popolazione di una delle zone più povere del paese balcanico; dal 2010 ad oggi sono state donate e spedite nei villaggi della diocesi di Sapë circa 16 tonnellate di beni tra alimenti, vestiario, materiale sanitario e per l’igiene personale, pannolini, arredamento per scuole, centri di accoglienza, chiese e presidi medico-sanitari, attrezzature elettroniche e piccoli elettrodomestici, giocattoli e materiale ludico; circa 7.000 colli spediti per un valore della merce di circa 45.000 euro.
Grazie alle donazioni sono state aiutate 180 famiglie in condizione di povertà estrema, sono state costruite 7 abitazioni per chi viveva una situazione di grave emergenza abitativa e ci si è presi cura del tema della disabilità: in Albania tale tema è vissuto un po’ come un tabù, in quanto una famiglia che ha una persona con disabilità la vive come una vergogna, escludendola dalla vita sociale della comunità; durante questi anni sono state organizzate
60 attività in cui sono state coinvolte circa 250 persone con disabilità fisica e mentale, 250 familiari o accompagnatori e 120 volontari di diverse parrocchie della locale diocesi.
Per conoscere meglio la realtà di questo gemellaggio e la missione presente a Sapë, è attivo il blog missionealbania.com che racconta le giornate e le attività dei missionari della diocesi di Pescara-Penne guidati da don Massimo Di Lullo, un modo per testimoniare l’importanza della fratellanza e dello spirito di comunione fra queste nostre due comunità.