“Stringiamoci per gridare che la pace è senza confini, senza frontiere”
"Il problema non è l’esistenza dei confini – osserva Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio -. È invece come vivere le frontiere in un mondo, grande e talvolta terribile. Spesso confini respingenti o impregnati di odio fanno a pezzi il mondo, creano un insidioso clima conflittuale. In un mondo globalizzato nessuno è garantito, se non da una pace più grande. Le mie frontiere non mi preservano!"
Anche Papa Francesco, attraverso un messaggio, è intervenuto ieri pomeriggio in apertura dell’incontro internazionale “Pace senza confini”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio con l’arcidiocesi di Madrid, che si sta svolgendo nella capitale spagnola alla presenza di oltre 300 leader delle grandi religioni mondiali insieme a rappresentanti del mondo della cultura e delle istituzioni, riuniti nello spirito di Assisi: «Quello che stiamo vivendo – afferma il Papa – è un momento grave per il mondo. Tutti dobbiamo stringerci, vorrei dire con un solo cuore e una sola voce, per gridare che la pace è senza confini, senza frontiere. Un grido che sale dal nostro cuore. È lì, infatti, dai cuori, che bisogna sradicare le frontiere che dividono e contrappongono. Ed è nei cuori che vanno seminati i sentimenti di pace e di fraternità».
Un grido, quello del Santo Padre, che è stato letto nella cerimonia di apertura del meeting che si è svolta al Palacio Municipal de Congresos. Facendo riferimento al tema della “Pace senza confini”, il Pontefice ha detto: «È insensato – aggiunge -, nella prospettiva del bene dei popoli e del mondo, chiudere gli spazi, separare i popoli, anzi contrapporre gli uni agli altri, negare ospitalità a chi ne ha bisogno e alle loro famiglie. La casa comune non sopporta muri che separano e, ancor meno, che contrappongono coloro che la abitano. Ha bisogno piuttosto di porte aperte che aiutino a comunicare, a incontrarsi, a cooperare per vivere assieme nella pace, rispettando le diversità e stringendo vincoli di responsabilità. La pace è come una casa dalle molte dimore che tutti siamo chiamati ad abitare. La pace è senza frontiere. Sempre, senza eccezioni».
Bergoglio, rivolgendosi ai leader religiosi, ha invitato anche alla preghiera nello Spirito di Assisi: «La preghiera – ricorda – è alla radice della pace e la preghiera per la pace, in questo tempo segnato da troppi conflitti e violenze, unisce ancor più tutti noi, al di là delle differenze, nel comune impegno per un mondo più fraterno».
Nel messaggio, il Papa ha fatto riferimento al “Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, concludendo: «Il grande compito della pace è affidato anche alle nostre mani. Il Dio della pace ci doni abbondanza di saggezza, audacia, generosità e perseveranza».
Successivamente, a Madrid, è intervenuto sul tema dell’evento anche il fondatore della Comunità di Sant’Egidio: «Il problema non è l’esistenza dei confini – osserva -. È invece come vivere le frontiere in un mondo, grande e talvolta terribile. Spesso confini respingenti o impregnati di odio fanno a pezzi il mondo, creano un insidioso clima conflittuale. In un mondo globalizzato nessuno è garantito, se non da una pace più grande. Le mie frontiere non mi preservano!».
Il pensiero va subito alle questioni ecologiche: «Quando l’Amazzonia brucia – ammonisce Riccardi -, anche noi bruciamo con la grande foresta! La terra rivela che tutti siamo concretamente legati. Le religioni lo insegnano da millenni. L’umanità, le persone, i popoli, hanno tutti un comune destino».
L’incontro promosso dalla Comunità di Sant’Egidio cade quest’anno a 30 anni dalla caduta del muro di Berlino, nel 1989. E in questo periodo sono sorti nuovi confini: «Alcuni non sono frontiere, ma muri – accusa il fondatore della Comunità di Sant’Egidio -. Costruiti per ragioni militari, difensive, per frenare i migranti, per proteggere lo spazio nazionale. Ciò che più preoccupa è una ripresa di prospettive nazionali antagoniste o nazionaliste, reazioni semplificate a una globalizzazione che appare minacciosa, semplificazione che sembra proteggere da problemi complessi».
Da questo presupposto Riccardi ha rivolto un ulteriore ammonimento: «Non mi voglio abbandonare ad allarmismi – ribadisce -, ma non si può vivere l’oggi con le sue sfide complesse senza il respiro umanesimo planetario. I confini esistono, ma non possono diventare muri, né disegnare il futuro. I credenti li superano con lo sguardo del cuore e con la parola del dialogo».
All’appuntamento è intervenuto anche l’Alto commissario Onu per i rifugiati (Unchr), commentando l’autorizzazione data dal governo italiano di far sbarcare a Lampedusa dalla nave Ocean Viking gli 82 migranti a bordo: «Spero – auspica Filippo Grandi – che la facilità in cui sono avvenute le trattative, sia il preambolo verso un meccanismo prevedibile di sbarchi. Lo dico per il bene di chi è sulle navi della speranza. Potremmo porre fine alla perdita di tempo del discutere su chi deve farsi carico di chi e passare alle questioni più serie, alle emergenze che circondano il fenomeno della migrazione».
Grandi ha portato a Madrid il “grido” dei 71 milioni di persone che sono costrette a fuggire dalla loro terra. Sono profughi, richiedenti asilo, sfollati interni. Fuggono da guerre e povertà: «E la risposta che diamo al fenomeno migratorio oggi – conclude -, è il barometro di una società sana ed una società sana è quella che sa essere inclusiva. Attribuire uno stigma a chi fugge, oltre ad essere moralmente sbagliato, non ci aiuta a risolvere il problema».