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“L’accoglienza non basta, intorno alle persone va creato un clima di amicizia”

"Questa è stata solo la prima tappa - assicura il cardinale Bassetti -. Siamo convinti che questo sia soltanto l’inizio di un cammino che era necessario intraprendere, per dare la nostra risposta col Vangelo ai problemi della Chiesa, alle nostre Chiese e alla società di oggi"

Lo ha affermato oggi il cardinale Bassetti, presidente della Cei, chiudendo l’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”

Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, durante l'incontro dei vescovi del Mediterraneo

In attesa della Santa messa di domani, presieduta da Papa Francesco davanti a 40 mila persone, al Castello Svevo di Bari si è concluso con la conferenza stampa di stamani l’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”, promosso dalla Conferenza episcopale italiana (Cei): «Questa è stata solo la prima tappa – annuncia il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei -. Siamo convinti che questo sia soltanto l’inizio di un cammino che era necessario intraprendere, per dare la nostra risposta col Vangelo ai problemi della Chiesa, alle nostre Chiese e alla società di oggi».

Questa la premessa del porporato, che ha tracciato il bilancio dei quattro giorni di lavori a cui hanno partecipato 58 vescovi da 20 Paesi: «Provenienti – ricorda il porporato – da tutte le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. Hanno risposto tutti all’appello. In questi giorni si è fatta luce sulla nostra conoscenza, i nostri rapporti, i nostri problemi. Prima ci chiamavamo fratelli come titolo, dopo queste giornate ci diciamo fratelli perché lo siamo realmente. Non abbiamo ancora calendarizzato altri incontri, ma vogliamo fare un collegamento con tutte le persone interpellate, in modo che ci sia una “corrente” che ci interpella tutti. È necessario ogni tanto fare il punto, è l’orientamento che ci viene dal Papa».

Tra le proposte avanzate dal presidente della Cei, c’è quella di costituire un Forum in ogni conferenza episcopale nazionale: «Per affrontare i temi emergenti – spiega il cardinale -, il più importante dei quali è quello della pace, che va continuamente conquistata, che ci sfugge sempre di mano».

Card. Louis Raphael Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei

Insieme al presidente dei vescovi italiani, è intervenuto anche il patriarca di Babilonia dei Caldei, cardinale Luis Raphaël Sako: «La gente si aspetta molto da noi». Quest’ultimo ha proposto un tavolo misto tra cristiani e musulmani: «Per vedere – osserva il cardinale Sako – come creare un’atmosfera che tuteli la dignità umana e la libertà religiosa». Il patriarca caldeo, in aggiunta, ha proposto l’istituzione di un Comitato che possa seguire l’attività dei vescovi delle Chiese del Mediterraneo, per dare seguito al loro lavoro.

Parlando poi dei temi italiani in agenda, incalzato dalle domande dei giornalisti, il cardinale Gualtiero Bassetti è tornato a parlare di immigrazione e sicurezza: «Bisogna cambiare non solo il decreto sicurezza – rilancia -, ma tante cose vanno riviste, perché le situazioni si evolvono e il legislatore si deve tenerne conto. La società civile progredisce e i problemi si aggravano. Cambiare è il segno di una mentalità dinamica che affronta le situazioni così come sono e nella loro evoluzione».

A proposito di immigrazione, il porporato ha invitato a distinguere tra migranti e profughi: «Altrimenti – ammonisce – si continua a fare una grande confusione. Il fenomeno migratorio c’è sempre stato e sempre ci sarà. Ci sono migranti che scelgono volontariamente di andare in altre nazioni».

Cosa del tutto diversa, per il cardinale Gualtiero Bassetti, sono i profughi: «Che o per la guerra o per la persecuzione o per gli effetti dei cambiamenti climatici – precisa -, sono costretti a lasciare le loro terre. È ai profughi che è rivolta l’esperienza dei corridoi umanitari, per rispondere a quella necessità di accoglienza e di accompagnamento di cui parla il Santo Padre».

Quindi l’alto prelato ha rivolto un auspicio: «Come sarebbe bello – aggiunge – se nell’accoglienza si coinvolgessero sempre di più le nostre famiglie, come è accaduto in Libano». Ma l’accoglienza non basta: «Bisogna creare intorno alle persone – esorta il presidente dei vescovi italiani – un clima di amicizia e di affetto, in cui la persona possa crescere e maturare, ritrovando un clima di famiglia».

Un momento dei lavori al Castello Svevo di Bari

D’altra parte, per i Paesi di partenza, le migrazioni sono comunque vista come un problema: «Sono una grandissima perdita per noi ed un grande peso per voi – constata il patriarca di Babilonia dei Caldei -. I nostri ragazzi vanno via perché non c’è pace, non c’è sicurezza. E chi c’è dietro le guerre? Senza il rispetto dei diritti umani, le persone fuggono».

E dall’incontro dei vescovi del Mediterraneo, nascerà un documento finale: «Un punto d’appoggio sostanzioso – lo definisce Bassetti -. Abbiamo scritto una pagina che io ho definito bella. Vogliamo essere pastori con l’odore delle pecore, come ci chiede il Santo Padre. Il discorso non finisce qui. È un incipit, troveremo tutte le forme necessarie perché il discorso sia continuato e approfondito».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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