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Unicef: “Un cessate il fuoco globale per respingere il Covid-19 e fare la pace”

"Oggi – ricorda Henrietta Fore, direttrice generale dell’Unicef - 250 milioni di bambini nel mondo vivono in aree in conflitto. Per i bambini che vivono in questo incubo ad occhi aperti, un cessate il fuoco potrebbe significare la differenza fra la vita e la morte" "

Lo ha affermato Henrietta Fore, direttrice generale dell’Unicef, rilanciando l’appello a deporre le armi

Un neonato salvato dalla macerie lasciate dai bombardamenti

Negli ultimi giorni anche l’Unicef ha rilanciato l’appello del segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres, affinché possa esserci un cessate il fuoco globale in risposta alla pandemia da Coronavirus Covid-19: «Oggi – ricorda Henrietta Fore, direttrice generale dell’Unicef – 250 milioni di bambini nel mondo vivono in aree in conflitto. Ognuno di questi bambini ha bisogno che le parti in lotta rispondano all’appello di deporre le proprie armi. Ognuno di questi bambini ha bisogno di essere finalmente al sicuro delle violenze».

Continuando a combattere tra loro, infatti, le varie fazioni rischiano di perdere di vista il vero nemico da vincere: «Le parti in conflitto – sottolinea la Fore – non riusciranno a lottare contro il Covid-19 mentre combattono ancora fra loro. Nonostante ciò, a quasi un mese dall’appello del segretario generale, conflitti violenti continuano ad essere combattuti in parti dell’Afghanistan, Burkina Faso, Libia, Mali, Siria, Ucraina e Yemen, fra gli altri. Per i bambini che vivono in questo incubo ad occhi aperti, un cessate il fuoco potrebbe significare la differenza fra la vita e la morte».

D’altra parte, i benefici di un cessato il fuoco sarebbero molteplici per i più piccoli: «Proteggerebbe i bambini dal rischio di essere uccisi – approfondisce la direttrice generale dell’Unicef -, mutilati o costretti a scappare dalle loro case a causa di conflitti. Fermerebbe gli attacchi su infrastrutture vitali come i centri sanitari e i sistemi idrici e igienico-sanitari. Aprirebbe lo spazio per le popolazioni vulnerabili di accedere a servizi essenziali come l’assistenza sanitaria, servizi fondamentali per fermare una pandemia. Creerebbe opportunità di impegnarsi con le parti in conflitto per il rilascio sicuro dei bambini dalle forze e i gruppi armati».

Henrietta Fore, direttrice generale dell’Unicef

Un appello, quello a deporre le armi, che ha già prodotto qualche risultato positivo: «Con le parti in conflitto in 11 Paesi – riporta Henrietta Fore – che si sono già impegnate in una cessazione delle ostilità durante la pandemia, ma, nonostante ciò, bisogna fare molto di più per fare la differenza per i bambini sul campo».

E oltre al cessate al fuoco globale, la direttrice dell’organizzazione umanitaria Onu ha anche individuato quattro azioni per tutelare i bambini e non solo. Punto primo: «Tutte le parti in conflitto – spiega – dovrebbero stabilire e rispettare degli accordi di cessate il fuoco, è un punto fermo».

Punto secondo: «Le autorità e i gruppi che controllano i territori – aggiunge la Fore – dovrebbero agevolare un accesso senza restrizioni per il personale umanitario, in modo da poter raggiungere i bambini e le famiglie con servizi essenziali, fra cui cibo, assistenza sanitaria, protezione, acqua e servizi igienico-sanitari. Questo accesso potrebbe anche essere utilizzato per riparare o ripristinare infrastrutture chiave che potrebbero essere state colpite dai conflitti, in modo che le popolazioni siano meglio protette dalla diffusione del Covid-19».

Terzo: «Le forze e i gruppi armati – continua la funzionaria Unicef – non dovrebbero impedire la fornitura di aiuti di soccorso, o impedire alle persone che ne hanno bisogno di ottenere servizi. A tutti i civili sotto il controllo del governo o di gruppi di opposizione dovrebbe essere permesso di ricevere l’assistenza vitale per la loro sopravvivenza e il loro benessere».

Quarto: «Le parti in conflitto – illustra ancora – dovrebbero rilasciare ogni bambino trattenuto in detenzione per conflitto armato o sicurezza nazionale. Le forze e i gruppi armati dovrebbero inoltre rilasciare i bambini dalle loro fila. Come sempre, l’Unicef è pronto a supportare le autorità nel preparare il rilascio dei bambini, anche identificando condizioni sicure».

Infine, Henrietta Fore conclude ricordando che mentre i combattimenti proseguono, va avanti anche la marcia del Covid-19 verso i bambini e le popolazioni vulnerabili: «Un cessate il fuoco globale – ribadisce la direttrice generale dell’Unicef – servirebbe come modello di cooperazione e solidarietà per respingere il Covid-19, una pandemia che minaccia tutta l’umanità, soprattutto i più vulnerabili tra noi. Non solo un cessate il fuoco migliorerebbe significativamente le nostre possibilità di sconfiggere la malattia nel breve periodo, ma potrebbe anche gettare le basi per una pace duratura. E questo significherebbe tutto per i bambini e il loro futuro».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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