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“Il Rosario è la preghiera ordinaria dei tempi difficili e di questa emergenza”

"Il coronavirus - osserva il cardinale Sepe - ha condotto e continua a condurre la sua tragica battaglia puntando al bersaglio grosso non solo della vita, ma di uno sconvolgimento sociale che può portare al caos più totale. A noi è chiesto, più che mai, di essere parte di questa sfida epocale"

Lo ha affermato oggi il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, presiedendo la messa che ha anticipato la Supplica alla Madonna di Pompei

Card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana

Pompei è la casa di Maria. «E la casa di Maria è casa di Cristo, perché nella casa di Maria si parla di Cristo. E la parola qui, in questo santuario, non è altro che preghiera. Così come la fede, che qui, ha per linguaggio le opere e per materia prima la carità, che ha portato il beato Bartolo Longo, un laico, a sfidare le epidemie del suo tempo». Lo ha detto stamani il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana, nella santa messa che ha preceduto la supplica alla Madonna di Pompei, nel santuario mariano, trasmessa da Tv2000, Inblu Radio e la pagina Facebook della Cei.

Il cardinale ha poi parlato dell’emergenza sanitaria: «La pandemia è un nemico reale e spietato – sottolinea – che ha colpito tra i più indifesi, seminando lutti in tutto il mondo e falcidiando in particolare la generazione degli anziani, portandosi cosi via un insostituibile patrimonio di esperienza e di memorie. E con gli anziani, una lunga scia di medici e operatori sanitari, uomini e donne di prima linea che, con vero eroismo fino al sacrificio della loro vita, si sono presi cura dei contagiati. Ma come non ricordare i nostri sacerdoti, testimoni di una chiesa che può assoggettarsi a una distanza tecnica, ma che fa della affettiva vicinanza il principale segno della sua capacità di amare. In questo tempo di emergenza, abbiamo bisogno di ritrovare più a fondo noi stessi. Ci siamo scoperti fragili e abbiamo visto cadere dalle nostre mani le armi fasulle delle nostre illusioni, quelle affilate dal nostro orgoglio e dalla nostra superbia».

Il Santuario con l’icone della Madonna di Pompei

Una sfida nuova e impegnativa dinanzi alla quale «abbiamo bisogno di armi vere e, soprattutto, delle armi giuste, perché se il nemico del momento è invisibile, ciò che ci aspetta è invece una battaglia a viso aperto, senza tatticismi e infingimenti. Il coronavirus ha condotto e continua a condurre la sua tragica battaglia puntando al bersaglio grosso non solo della vita, ma di uno sconvolgimento sociale che può portare al caos più totale. A noi è chiesto, più che mai, di essere parte di questa sfida epocale». E in questo tempo drammatico, Maria resta l’unico rifugio sicuro: «I nostri passi – continua il cardinale Sepe – non potevano che dirigersi verso il porto sicuro della casa di Maria e abitarla da figli, sapendo che tra le sue mura c’è tutto quel che serve. E che tutto è a portata di cuore».

Un porto sicuro rappresentato dallo stesso santuario di Pompei: «Questa è la casa di Maria – conferma l’arcivescovo di Napoli -, ma anche la scuola di preghiera, di cui il Rosario è “cattedra” umile che porta lontano. Ogni preghiera va al di là del tempo, ma il Rosario parla a giorni come questi con la sua voce tenera e accorata che esprime insieme dolore e speranza, angoscia e attese. È la preghiera ordinaria dei tempi difficili e, dunque, è parte di questo tempo di emergenza in cui, per una condizione così largamente condivisa, prende forma, l’immagine di una famiglia umana. È il Rosario stesso a richiamare, con forza, l’immagine della famiglia. Tanto più in questa nostra terra dove il Rosario è stato, e largamente continua ad essere, di casa, proprio come Pompei, faro autentico e riconosciuto della spiritualità della nostra regione».

Infine, il porporato ha rivolto un ammonimento ai fedeli: «Siamo qui, oggi, nel luogo e nel posto giusto – conclude – anche per rinnovare il nostro impegno, e quello di tutta la Chiesa campana, per una solidarietà senza riserve e senza risparmio, a piene mani e vorrei dire soprattutto a pieno cuore. Perché è questo il tempo in cui la Chiesa si sente compromessa. Questa emergenza ci pone non solo davanti a tempi difficili, ma anche a domande inquietanti, alle quali non è più possibile negare risposte. Allora, non possiamo che chiedere alla Vergine del Rosario di illuminarci lungo questo difficile cammino, affidando al suo cuore di Madre le nostre famiglie, i nostri giovani, i nostri malati, il nostro lavoro».

About Davide De Amicis (4360 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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