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IL FILOSOFO PENSA, IL FILOSOFO FA

L’atto filosofico non è solo nell’ordine della conoscenza; è una conversione che sconvolge l'esistenza imponendo anche una rottura con la condotta di vita comune, ossia con la maniera abituale di vedere e agire nel mondo.

«Le idee sono diverse dalla vita, ma vi nascono, vi crescono, vi sembrano morire» (Il Cattolicismo rosso, Longanesi, 1963). Sono di Giuseppe Prezzolini le parole che permettono di cogliere con una specie di intuizione i rapporti tra teoria e pratica. Lo scrittore sceglie una formula breve e icastica; è molto simile alle massime contenute in testi come il Manuale di Epitteto e le Massime capitali di Epicuro, La tranquillità dell’animo o Le lettere di Lucilio di Seneca, L’etica di Nicomaco di Aristotele. Sono testi filosofici accordati sulle esigenze esistenziali del destinatario: contengono massime sulla vita, motivazioni ragionevoli per cambiarla, esercizi pratici utili al perfezionamento di sé. Nell’antichità il filosofo è colui che pratica uno stile di vita a cui invita tutti a convertirsi, lasciando la vita da non filosofi che, invece, la maggior parte degli uomini conduce. I rapporti tra teoria e pratica – evocati dalle parole di Prezzolini – sono l’essenza stessa della filosofia antica. Socratici, platonici, aristotelici, epicurei, stoici, cinici? Ellenistiche o romane, le scuole filosofiche rappresentavano tutte una forma di vita specificata da un ideale di saggezza. La filosofia non consisteva nell’insegnamento di una teoria astratta, ma in un’arte di vivere, in un atteggiamento concreto, in uno stile di vita determinato che impegnava tutta l’esistenza. La filosofia invitava gli uomini a innalzarsi verso il bene, ad avere pensieri migliori, per giungere alla fine dell’esistenza con la consapevolezza di aver gustato e goduto i propri giorni. L’atto filosofico non è solo nell’ordine della conoscenza; è una conversione che sconvolge l’esistenza imponendo anche una rottura con la condotta di vita comune, ossia con la maniera abituale di vedere e agire nel mondo.

 Di solito, e anche i primi filosofi lo mostrano, la tattica di quelli che hanno fiducia in se stessi e nel proprio valore è quella di attrarre il mondo, non quella di accomodarsi al mondo! La forza dei filosofi – pensiamo soprattutto a quelli dell’antichità – sta nella libertà interiore: morranno con il loro ideale conservato intero perché non vogliono transigere con la realtà. I filosofi ci piacciono perché combattono con forze impari una lotta contro il conformismo del mondo. Non sempre riusciranno; appunto perché non riusciranno, forse, ci piacciono! Nel tempo presente invece l’amore per la filosofia si accompagna anche con l’idea alquanto diffusa che questo sapere invecchiatosi possa rinvigorire solo accordandosi con il vitalismo moderno, cioè con il “caffè filosofico” o la “diretta social” di turno. Questa smania del moderno si accompagna con le solite forme di intellettualismo per cui la filosofia finisce tutta in carta e citazione erudita! Insomma, ci sono in giro troppe idee senza vita; oppure, vitalismo di idee mezze morte.

Il filosofo pensa, il filosofo fa. Nell’antichità il filosofo conduceva uno stile di vita filosofico e colui che amava la filosofia sceglieva una scuola di riferimento con le sue regole e vi si stabiliva per apprendere dal filosofo un modo di vivere nuovo. Questo cambiamento di vita è difficile. E nelle diverse scuole erano previsti veri e propri esercizi attivi – spirituali, nel senso che coinvolgevano non solo il pensiero, ma anche l’immaginazione, la sensibilità e la volontà (cfr. Pierre Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, Einaudi, 2005). Non possediamo nessun manuale sistematico che codifichi un insegnamento e una relativa tecnica di esercizi – e menomale! Tuttavia si può sempre fare quello che si deve fare: rivolgersi direttamente alle fonti. Allora quello che si è scritto valga come premessa di un appuntamento che sulle pagine de Laporzione.it si propone di commentare settimanalmente un’idea filosofica pescata direttamente dai testi d’Autore. Qual è il fine? Far conoscere massime di vita, suggerimenti controcorrente, esercizi pratici – tutti autorevoli – , al solo fine di vivere le idee che «sono diverse dalla vita, ma vi nascono, vi crescono, vi sembrano morire».

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