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“La finanza va riportata al suo ruolo sociale”

"Non si può pensare - ammonisce l'arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli, presidente di Caritas italiana - che il mondo della Chiesa sia solo il volontariato e il Terzo Settore, tirandosi fuori da tutto il resto. Bisogna anche toccare le dinamiche dei prodotti finanziari, perché tutta la finanza deve essere etica e tutto il mercato. Non solo quelle banche che si considerano tali"

Lo ha affermato l’arcivescovo Santoro, presentando il documento Cei sulla gestione delle risorse finanziarie con criteri etici

«La finanza va riportata al suo ruolo sociale». Lo ha affermato ieri monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali, presentando il documento Cei “La Chiesa Cattolica e la gestione delle risorse finanziarie con criteri etici di responsabilità sociale, ambientale e di governance”. Ricordando alcuni documenti prodotti dall’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della Cei, nel decennio passato, il presule ha evidenziato che «la Chiesa italiana ha continuato a riflettere come coniugare etica e finanza».

Mons. Filippo Santoro, presidente della Commissione episcopale Problemi sociali

E lo ha fatto anche con altri convegni: «L’enciclica Fratelli tutti – aggiunge l’arcivescovo – illumina ancora di più l’orizzonte e si declina con la Laudato si’ con l’obiettivo di prendersi cura delle persone. In quest’ottica, si inseriscono gli investimenti finanziari. Da molte parti nella Chiesa italiana arriva l’esigenza di linee guida per la gestione di questi beni». Un documento, a detta di monsignor Santoro, frutto di un lavoro sinodale: «Raccoglie istanze molto sentite negli uffici della Cei – precisa -, delle diocesi, negli economati. Fa sì che la nostra prassi sia in linea con il magistero. Non è accettabile che l’azione di un cristiano nell’amministrazione finanziaria esuli dall’insegnamento del Vangelo – ha ribadito -. Nel nostro testo c’è un’insistenza speciale sul criterio dell’etica, con una visione indispensabile che nasce dal Vangelo. Tra i criteri l’equità, la sostenibilità, l’etica per raggiungere lo sviluppo integrale dell’uomo in vista del bene comune».

Mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, presidente Caritas italiana

Ha presentato il documento anche il presidente di Caritas italiana e della Commissione episcopale per il Servizio della carità e la salute, l’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli: «Occorre superare – esorta – i modi incompleti di approcciarsi a questo tema. Si può criticare il mercato, ma non ci si può tirare fuori dal mondo economico. Occorre profezia, con un approccio realistico». Parlando della necessità di una visione integrata delle dimensioni economiche e sociali, l’arcivescovo ha ricordato il recente incontro di Papa Francesco con gli esperti di Moneyval, durante il quale il Papa ha ribadito che «la situazione finanziaria è connessa anche con la tutela della vita». Successivamente monsignor Redaelli ha invitato il mondo cattolico a considerare che «non si può pensare che il mondo della Chiesa sia solo il volontariato e il Terzo Settore, tirandosi fuori da tutto il resto. Bisogna anche toccare le dinamiche dei prodotti finanziari, perché tutta la finanza deve essere etica e tutto il mercato. Non solo quelle banche che si considerano tali». Tornando a parlare del documento della Cei, l’arcivescovo Redaelli ha evidenziato che «ha valore profetico e valori ideali, ma va molto nel concreto dando indicazioni sui criteri con cui la Chiesa ma anche chi condivide questo approccio etico può investire. Indica criteri e ne auspica la condivisione delle realtà economiche». Infine, il presule ha lanciato uno sguardo al futuro facendo riferimento al Recovery fund: «Anche la stessa pandemia potrebbe creare ulteriori criteri di investimenti etici».

Mauro Salvatore, economo della Cei

Sul documento si è quindi espresso l’economo della Conferenza episcopale italiana, Mauro Salvatore: «Queste linee – commenta – costituiscono un prontuario affidabile” per la gestione delle risorse economiche da parte delle realtà ecclesiali nel mondo economico-finanziario. Il rispetto dell’etica nell’ambito finanziario – auspica – sia forte e ancorato». Pensando poi ai destinatari del testo, Salvatore li ha indicati in «coloro che gesticono le risorse economiche di enti ecclesiastici e religiosi, economi diocesani, ma anche operatori pubblici e privati affinché i loro prodotti vengano collocati in realtà rispettose dei criteri dell’etica cattolica». Accanto ai ‘no’, in questo documento c’è una serie di ‘sì’ verso tutte quelle realtà che rispettano l’etica sociale e l’ambiente. Uno strumento che chi opera sotto l’ambiente gestionale tenga sempre presente sulla propria scrivania».

Approfondendo i contenuti del documento Livio Gualerzi, responsabile della gestione delle risorse finanziarie della Cei, ha spiegato che partono dalle encicliche e dal documento vaticano “Oeconomicae et pecuniariae quaestiones” e guardano a sostenibilità ambientale, economica e sociale: «Tre elementi – spiega – che vengono considerati anche da un punto di vista etico». Gualerzi ha anche sottolineato l’importanza della «coerenza tra tema dell’investimento, soggetti finanziati e architettura di valori, che rispecchiano gli interessi che il Vangelo propone». Un aspetto che presenta anche preziosi vantaggi: «La finanza socialmente responsabile – aggiunge – è in linea con i valori personali degli investitori, le imprese si rivelano più forti e redditizie, perché meno soggette a multe, e le rende più flessibili ai cambiamenti tecnologici».

Mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei

Ha infine tratto le conclusioni monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei: «Questo documento – auspica – possa rappresentare un punto di riferimento per tutti coloro che hanno la fortuna di investire i loro risparmi, scegliendo prodotti finanziari che rispettino i criteri improntati all’etica cattolica». Un documento giunto alla pubblicazione dopo un lavoro di approfondimento durato oltre quattro anni, grazie all’apporto di una ventina di studiosi: «I punti di riferimento di quel lavoro erano molteplici, dai documenti analoghi già pubblicati da altre Conferenze episcopali nazionali alla crescente sensibilità verso investimenti con attenzione all’ambiente, al sociale e alla governance, fino al documento della Santa Sede ‘Oeconomicae et pecuniariae quaestiones’». Nelle parole del segretario generale della Cei, si evince un messaggio chiaro rivolto a coloro che gestiscono «servizi che ci espongono molto verso l’esterno, affinché siamo nelle condizioni di poterli gestire in modo tale da essere trasparenti in quello che facciamo e poterli rendicontare nel miglior modo possibile».

About Davide De Amicis (4358 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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