Violenza sulle donne: “Aumentata col lockdown. Governi mettano il tema al centro”
La pandemia – osservano Caritas e Focsiv – ha come possibile conseguenza il rischio di far arretrare le conquiste raggiunte dalle donne in termini di parità, autonomia e di indipendenza economica"

Anche Caritas e Focsiv, promotori della Campagna “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, sono intervenuti in occasione dell’odierna Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, dedicando al tema il loro approfondimento mensile: «I governi – osservano i due enti – stanno adottando misure di prevenzione e di emergenza per colmare le lacune in materia di sanità pubblica, tuttavia prestano poca attenzione alla questione di genere. È necessario che gli Stati mettano al centro delle scelte politiche ed economiche, che condizioneranno il futuro dei propri Paesi, le donne e le ragazze, ponendo attenzione ai loro diritti sociali ed economici, alla loro inclusione, rappresentanza, alla loro protezione e uguaglianza come cittadine. L’anno 2020 ha mostrato una recrudescenza della violenza contro le donne, conseguenza diretta del lockdown con l’obbligo nel dover rispettare i limiti di mobilità e di condividere forzatamente le quattro mura domestiche con il proprio maltrattante, senza vie di uscita con i servizi a difesa delle donne in affanno o inaccessibili».
Tra i dati citati che le due realtà solidali hanno citato, spicca che solo 40% delle donne che hanno subito maltrattamenti ha denunciato chi li ha commessi. In Francia, ad esempio, si è stimato un aumento del 30%, il 25% in Argentina e così a Cipro e Singapore: «La pandemia – aggiungono – ha come possibile conseguenza il rischio di far arretrare le conquiste raggiunte dalle donne in termini di parità, autonomia e di indipendenza economica».
In base ad un recente studio della McKinsey & Company, 1 donna su 4 pensa di rinunciare alla carriera o al lavoro a causa del peso eccessivo della pandemia: «Non si tratta solo di rettificare gli effetti di lunga data delle disuguaglianze -, ma di costruire una società più giusta e un mondo resiliente – concludono -. Bisogna, innanzitutto, essere consapevoli che le donne sono le più colpite da questa pandemia e che, al tempo stesso, possono essere la spina dorsale della ripresa e della resilienza delle comunità. Sono secoli che lo fanno silenziosamente». Per approfondire è possibile visitare il sito web www.insiemepergliultimi.it.